Il rapporto Sustainable Energy for All Global Tracking Framework, realizzato dall'Energy sector management assistance program (Esmap) della Banca mondiale e dall'International energy agency in partnership con 13 altre agenzie internazionali (Global Alliance for Clean Cookstoves, International Institute for Applied Systems Analysis, International Partnership for Energy Efficiency Cooperatio, International Renewable Energy Agency, Practical Action, Renewable Energy Policy Network for the 21st century, United Nations Energy Knowledge Network, United Nations Foundation, Undp, Unep, Unido, World Energy Council, Organizzazione mondiale della sanità), identifica i Paesi con il miglior potenziale per realizzare progressi con un «Impatto spettacolare» nel campo dell'energia sostenibile e mete in evidenza le azioni necessarie per salire di livello.
La Banca mondiale fa un quadro sintetico della situazione: «Circa 1,2 miliardi di persone, cioè l'equivalente della popolazione dell'India, non hanno accesso all'elettricità, 2,8 miliardi di individui devono basarsi sulla legna od altri tipi di biomassa per cucinare e riscaldare le loro case, le energie rinnovabili rappresentano il 18 % dell'approvvigionamento energetico mondiale ed è in Cina che si sono operate la gran parte del risparmio di energie e la più forte espansione delle energie rinnovabili».
Presentando il rapporto, la vice-presidente della Banca mondiale, Rachel Kyte, ha sottolineato che «La demanda continua supera l'offerta di energia elettrica: questa elettricità deve essere abbordabili, prodotta in modo sempre più sostenibile ed utilizzata più efficacemente. Far fronte ad una tale sfida, soddisfare I bisogni elementari delle popolazioni , e questo in maniera sostenibile, esige da parte nostra un livello di sforzi senza recedenti»
Circa l'80% di coloro che non hanno accesso all'energia moderna vivono in aree rurali e il rapporto a notare che «Se 1,8 miliardi di persone non hanno potuto avere accesso all'elettricità tra il 1990 e il 2010, questa cifra è appena superiore alla crescita della popolazione mondiale che corrisponde a 1,6 miliardi nello stesso periodo. Per raggiungere l'obiettivo dell'accesso universale entro il 2030, il ritmo di espansione dovrebbe raddoppiare. Se l'accesso all'elettricità sarà fornito ad un miliardo e mezzo di persone che utilizzano delle fonti di energia classiche, le emissioni mondiali di biossido di carbonio aumenterebbero di meno dell'1%».
Le conclusioni del rapporto però indicano che dal 1990 sono stati realizzati solo modesti progressi s in termini di ampliamento dell'accesso all'elettricità ed ai combustibili puliti per uso domestico, di crescita della percentuale di energie rinnovabili e del miglioramento dell'efficienza energetica.
Insieme, 20 paesi africa ed asiatici rappresentano circa i due terzi della popolazione mondiale che non ha accesso all'elettricità ed i tre quarti di quella che utilizza combustibili solidi (legna, carbone di legna, rifiuti di origine animale e vegetale e carbone) per cucinare e riscaldare le abitazioni.
Secondo i calcoli dello studio «Nel 2010 le energie rinnovabili rappresentavano il 18% dell'approvvigionamento energetico mondiale ed il tasso di miglioramento dell'efficienza energetica, espresso in tasso di crescita annua composta (Tcac) dell'intensità energetica si è stabilito a -1,3 % tra il e 1990 e il 2010».
La ventina di Paesi definiti ad "Impatto spettacolare" che, secondo il rapporto rappresentano l'80% del consumo di energia, «Dovrebbero mostrare la strada da seguire moltiplicando per 2 la proporzione delle energie rinnovabili per portarla al 36% dell'approvvigionamento energetico mondiale e raddoppiare l'efficienza energetica».
Se la Cina ha registrato i risparmi energetici più elevati e la più forte espansione delle energie rinnovabili di tutto il mondo, l'India dopo il 1990 ha permesso in media a 24 milioni di persone all'anno di accedere all'elettricità ed ad altri 20 milioni di accedere a combustibili moderni per l'utilizzo domestico.
Vivien Foster, Energy sector manager della Banca mondiale , che ha diretto il team che ha redatto il "Sustainable Energy for All Global Tracking Framework", spiega: «Nel rapporto citiamo i Paesi ad impatto spettacolare che presentano il potenziale più elevato per evolvere rapidamente verso gli obiettivi che ci siamo dati. Questo rapporto suggerisce che degli insegnamenti possono essere tratti dall'esperienza di quelli che chiamiamo i Paesi in mutazione rapida. La Cina e l'India si iscrivono sempre più in questa categoria».
Il rapporto conclude che devono essere prese misure decisive per raggiungere questi obiettivi, soprattutto moltiplicando almeno per 2 gli investimenti energetici ed adottando «Un pacchetto di misure strategiche globale , tra le quali, in particolare, incentivi fiscali, finanziari ed economici, eliminando progressivamente le sovvenzioni ai combustibili fossili e stabilendo una tariffazione delle en missioni di carbonio». Per questo il documento invita «I Paesi, le organizzazioni internazionali, gli investitori private e la società civile ad aumentare gli investimenti nel settore dell'energia, incentrati su tre obiettivi, almeno al ritmo di 600 miliardi di dollari all'anno fino al 2030, o ancora meglio, moltiplicando per due i 409 miliardi di dollari stimati attualmente. I 600 miliardi di dollari supplementari comprenderebbero 45 miliardi di dollari per ampliare l'accesso all'elettricità, 4,4 miliardi di dollari per i combustibili moderni destinati alla cucina, 394 miliardi di dollari per l'efficienza energetica e 174 miliardi di dollari per le energie rinnovabili».
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