Negli ultimi 10 anni, Apple ha intrapreso un percorso di rinascita per
diventare sempre più verde. A dare il via alle danze è stato un famoso
attacco di Greenpeace alla metà degli anni duemila, ma pare proprio che
in quel di Cupertino si sia instaurata una maggiore e autonoma
consapevolezza alle istanze dell’ambiente. Il gruppo ha prima deciso di
rimuovere gran parte delle sostanze plastiche dai suoi MacBook, ora
quasi interamente costruiti in alluminio riciclabile, poi ha eliminato
mercurio e altre sostanze chimiche dalla componentistica interna e ha
abbracciato il vetro per i più svariati usi. In tempi recenti, sempre a
seguito di critiche da parte di Greenpeace, ha deciso quindi installare
pannelli solari e fonti di approvvigionamento rinnovabile per alimentare
i datacenter del suo iCloud. Ancora molto, tuttavia, deve essere ancora
fatto.
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Sarà forse per questo che il colosso dell’informatica ha deciso di assumere Lisa Jackson, ex capo dell’Environmental Protection Agency, come consulente senior per le politiche ambientali targate mela morsicata. È la stessa esperta a confermarlo, in un’intervista per Politico:
Sono incredibilmente sorpresa dall’impegno di Apple per l’ambiente, sono eccitata di potermi unire al team. Apple ha dimostrato come l’innovazione possa portare a un progresso reale, rimuovendo sostanze tossiche dai propri prodotti, incorporando le energie rinnovabili nei suoi datacenter e continuando ad alzare il livello nell’intera industria elettronica. Conto di aiutare nel supporto e nella promozione di questi sforzi, così come nella guida di nuovi obiettivi in futuro mirato alla protezione dell’ambiente.
Scopri il cloud rinnovabile di Apple
La Jackson è da anni fortemente impegnata sul fronte dell’elettronica, soprattutto nell’implementazione di modalità di produzione che non tengano conto soltando del design e delle funzionalità di un dispositivo, ma anche della loro riparabilità e della quantità di rifiuti che andranno a generare una volta dismessi. In un intervento per Fortune nel 2010, infatti, l’ex capo EPA aveva riferito:
Il prossimo passo sarà guardare ai rifiuti elettronici per vedere il simbolo del dollaro. Le persone si danno battaglia sui rifiuti, perché i rifiuti sono denaro. Per questo motivo, pensare al riciclo ha senso finanziario per l’intera industria. Quando si pensa a un design, si pensi anche a come potrà essere smaltito.
Più un dispositivo è facile da smontare, maggiori sono le possibilità che ogni singola parte possa essere riciclata. Chissà che la Jackson, allora, non riesca a far modificare il MacBook Pro Retina Display, il laptop che iFixit ha giudicato come il più difficile da smontare al mondo.
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