09/04/13
Tares alla prova del Parlamento
All'esame di Palazzo Madama le mozioni per il rinvio al 2014 dell'imposta
Movimento 5 Stelle, annunciando la presentazione di una mozione in Senato per l'abolizione della Tares.
Con l'arrivo dei «cittadini», il versante parlamentare che si scaglia contro il nuovo tributo sui rifiuti è quasi totalitario, e fra i gruppi principali esclude solo (per ragioni ovvie) Scelta civica. Oggi a Palazzo Madama si discuteranno le mozioni di Pd e Pdl che chiedono almeno un rinvio al 2014 per il debutto effettivo
della Tares. La più "morbida" fra le proposte è quella avanzata al Pd che, in caso di mancato rinvio al 2014, chiede di evitare il rischio di doppio pagamento (due rate) a luglio e di recisare che tocca al consiglio comunale il varo del piano finanziario. Nel testo del FROW AMPIO Dopo Pd e Pdl anche il Movimento 5 Stelle annuncia una mozione contraria al debutto del nuovo tributo Pdl, il rinvio al 2014 è considerato una "seconda scelta" rispetto all'abolizione tout court del tributo, e sull'uscita definitiva di scena della Tares ha detto di voler puntare anche il Movimento 5 Stelle, che mira all'applicazione generalizzata di una «tariffa puntuale»: un tentativo che il Paese percorre dal 1997, senza troppa convinzione e quindi con scarsi risultati. Oltre a rappresentare un possibile terreno di maggioranze parlamentari inedite nella complicata scacchiera del Senato, la Tares continua naturalmente a preoccupare i contribuenti. Ieri è stata la volta di Confedilizia,
che per bocca del suo presidente Corrado Sforza Fogliani ha definito il nuovo tributo «un mostro giuridico e fiscale», in grado di produrre nuovi aumenti fino al 140%; per i negozi, invece, l'applicazione del «metodo normalizzato» di calcolo insieme al parametro che impone la copertura integrale del costo del servizio può invece arrivare a moltiplicare anche per otto la vecchia Tarsu, come denunciato da Confcommercio.
L'articolo 10 del Dl 35/2013, del resto, prova ad allontanare solo lo spettro del default per le aziende di igiene urbana, sempre che i Comuni agiscano in fretta nell'approvazione del nuovo calendario dei pagamenti (la prima rata può scattare 30 giorni dopo la pubblicazione della delibera), e rinvia a fine anno la stangata nei 6.700 Comuni oggi a Tarsu e l'applicazione per tutti della maggiorazione da 30 centesimi al metro quadrato.
Il tutto, peraltro, senza preoccuparsi troppo di chiarire i termini e le procedure per l'adozione del piano finanziario.
G. T r.
Pubblicato da
Alessandro Bratti
alle
14:14
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