Il Piano, spiega in una nota l'assessore regionale all'Ambiente, Sabrina Freda, "deve individuare strategie per il contenimento della produzione di rifiuti alla fonte". Il che significa "trovare soluzioni per prolungare la vita dei prodotti e incentivare processi di produzione con meno sprechi, puntando quindi su un diverso modello di sviluppo che superi la cosiddetta società dei consumi, che ha mostrato tutti i suoi limiti, e assuma invece come motore la sostenibilità". L'idea e' "far crescere sul territorio regionale una filiera integrata del recupero, attraverso specifici accordi tra associazioni di categoria, consorzi e altri soggetti coinvolti nella gestione dei rifiuti- spiega Freda sfruttando le potenzialità del recupero, vogliamo creare un nuovo mercato di materie prime seconde, da usare nei cicli produttivi al posto della materia vergine, realizzando sul territorio veri e propri distretti del recupero".
Secondo l'assessore regionale, "il raggiungimento degli obiettivi di prevenzione e recupero consentirà di ridurre progressivamente il fabbisogno di smaltimento finale, a partire dall'ottimizzazione dei flussi in base al principio di prossimità, alla conseguente razionalizzazione e fino alla progressiva riduzione dell'impiantistica a livello regionale". In altre parole, sostiene Freda, il nuovo Piano regionale dei rifiuti "renderà l'Emilia-Romagna avamposto della cosiddetta 'clean economy', naturale articolazione della green economy, che punta sullo sviluppo di innovative tecnologie a impatto zero, in grado di trasformare i rifiuti in risorsa e superando la logica dello smaltimento".
Con la commissione di domani inizia il confronto in Consiglio regionale sul Piano dei rifiuti, a cui sono chiamati a partecipare anche gli enti territoriali, le associazioni e tutti i portatori di interesse. Il percorso dovrebbe portare, per legge, all'approvazione definitiva del Piano entro il 12 dicembre di quest'anno.
(DIRE) Bologna, 3 apr.
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