Critiche dai medici dell'Isde. Pandolfi dell'Ausl: «Giusto seguire un principio di precauzione. Ma esistono problemi ambientali più urgenti»
A un anno e mezzo dalla pubblicazione dei suoi risultati, lo studio Moniter sull'effetto degli inceneritori sulla salute dei cittadini continua a far discutere. A sollevare di nuovo il tema, in commissione Sanità in Comune, sono i medici dell'Isde (associazione dei medici per l'ambiente) Agostino Di Ciaula e Patrizia Gentilini, chiamati a Palazzo D'Accursio su richiesta della ex M5s Federica Salsi. Secondo i due professionisti, lo studio Moniter avrebbe «sottostimato i rischi» che derivano dalle emissioni degli inceneritori.
LE ACCUSE - Quella che viene definita la «grossa lacuna» della ricerca, secondo Di Ciaula, è non aver preso in considerazione i legami con l'insorgere di deficit cognitivi nei bambini (a causa della concentrazione di metalli pesanti) né gli effetti su categorie deboli come anziani o malati cronici. Inoltre non sarebbe stata misurata in modo adeguata la concentrazione di diossine, soprattutto negli alimenti, e di metalli pesanti tossici come piombo, cadmio e mercurio. Moniter si concentrebbe poi solo sulle polveri sottili (pm10), che hanno «molte altre fonti», tralasciando invece la presenza e «gli effetti biologici legati ai picchi di esposizione alle polveri ultrafini - afferma Di Ciaula - frequenti negli inceneritori».
I RISCHI - Comunque, sottolineano i medici dell'Isde, i risultati dello studio Moniter segnalano rischi per la salute causati dagli inceneritori, in linea con le ricerche internazionali: aumenti di nascite pre-termine, aborti spontanei e malformazioni fetali; maggiore insorgenza di tumori a fegato, pancreas, vescica, colon, polmone, ovaio e linfoma non-Hodgkin; aumento di patologie cardiocircolatorie, vascolari e respiratorie. Malattie dovute non solo al forte inquinamento tipico della Pianura padana, afferma Di Ciaula, ma alla «concentrazioni di diossine e policlorobifenili» emessi dagli inceneritori.
AUSL: «Impatto pari all'1% sull'Inquinamento» Alla commissione di venerdì in Comune era presente anche Paolo Pandolfi, responsabile dell'Osservatorio epidemiologico dell'Ausl di Bologna, che ha contestato duramente i medici dell'Isde, per essersi prestati a un'audizione «senza contraddittorio» con gli autori del Moniter. Sul merito della ricerca, invece, Pandolfi ammette che «le conclusioni dello studio aprono una finestra per un approfondimento. Sono da prendere in considerazione per seguire il principio di precauzione». Pandolfi non dice che gli inceneritori vanno chiusi, però sostiene la necessità di fermare «nuove aperture di impianti» e di «spegnere progressivamente quelli più vecchi». Quindi sottolinea: «Esistono problemi ambientali più cogenti rispetto agli inceneritori, come il traffico, le emissioni da riscaldamento e da fonti industriali. L'impatto degli inceneritori sull'inquinamento atmosferico è pari all'1%, ma le emissioni vanno tenute sotto controllo».
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