Piano rispolverato dopo lo stop all'impianto di Napoli. Saranno smaltite 3250 tonnellate al giorno
Due
nuove linee di incenerimento dei rifiuti da aggiungere alle tre già in
funzione nell'impianto di Acerra. È il progetto che A2A, la società
lombarda che gestisce dal 2009 l'unico termovalorizzatore della
Campania, ha commissionato già tre anni fa allo studio di progettazione
Crew dell'ingegnere bresciano Lamberto Cremonesi. L'ampliamento previsto
fin dal 2010 dovrebbe servire ad alleggerire Napoli dalla morsa dei
rifiuti che non trovano smaltimento negli impianti regionali. I due
nuovi forni, destinati ad ingoiare probabilmente altre 1300 tonnellate
giornaliere di immondizia che si aggiungerebbero alle 1950 attuali,
saranno realizzati in un lotto a nord dell'attuale impianto. «I
nuovi edifici nascono in continuità con quelli esistenti creando un
unico coerente complesso», spiegano i progettisti. Insomma il «nuovo»
inceneritore di Acerra con i suoi cinque bruciatori e le sue 3250
tonnellate di immondizia termodistrutte si avvierebbe a diventare il
grande impianto esistente al mondo. Un guinness probabilmente
difficilmente digeribile da una città che per anni si è opposta alla
costruzione dell'attuale inceneritore reso possibile solo dall'impiego
dell'esercito ancora a sorveglianza dei cancelli. A rimettere in gioco
il progetto di ampliamento di Acerra da oltre tre anni conservato nei cassetti, sono state le difficoltà di realizzazione dell'inceneritore di Napoli.
Le gare sono andate deserte per ben due volte e l'A2A, invitata insistentemente dalla Regione a occuparsi della sua realizzazione, non sembra particolarmente motivata. I costi, nonostante gli incentivi ancora previsti dal Cip 6, sarebbero proibitivi ed incompatibili con la crisi economica attuale. E a coraggiare l'azienda lombarda sarebbe stata anche l'ostilità da parte del Comune di Napoli a realizzare nella zona orientale il secondo termovalorizzatore della Campania. Al progetto regionale, il sindaco Luigi De Magistris e l'assessore Tommaso Sodano hanno contrapposto nei giorni scorsi quello della realizzazione di un impianto di compostaggio. Ed è così che quel progetto di ampliamento di Acerra - probabilmente redatto in attesa di realizzare i tre nuovi inceneritori di Salerno, Napoli e Giugliano è ritornato probabilmente ad essere attuale. Secondo alcuni tecnici, i costi di ampliamento di Acerra sarebbero di gran lunga minori rispetto alla costruzione di un nuovo impianto a tre linee di incenerimento e quindi più sostenibili. Ed inoltre i due nuovi forni comunque riuscirebbero a sopperire quasi completamente il fabbisogno di smaltimento del capoluogo. Resterebbero da rivedere le autorizzazioni ambientali rilasciate dal governo per Acerra che prevedono la termodistruzione massima di 600mila tonnellate di rifiuti annui. Ma anche soprattutto come verrebbe accettato dalla città l'ampliamento di un impianto da sempre aspramente contestato.
Enrico Ferrigno Acerra
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