11/04/13

Bagnoli: disastro ambientale, cc sequestrano aree Indagine Procura di Napoli, 21 indagati. Sigilli a ex Italsider e ex Eternit. 'La zona e' inquinata'

Gli interventi di bonifica non hanno fatto altro che aggravare la contaminazione dei terreni. Tanto che sussiste un "pericolo ambientale con una immensa capacità diffusiva che coinvolge l'ambiente e l'integrità della salute di un numero non individuabile di persone". E' quanto scrivono i magistrati della procura di Napoli - il pm Stefana Buda e i procuratori aggiunti Francesco Greco e Nunzio Fragliasso  nel capo di imputazione, relativo all'ipotesi di disastro ambientale, nell'ambito dell'inchiesta sull'inquinamento a Bagnoli. I Pm parlano di "aggravamento dello stato di contaminazione dei terreni all'esito della bonifica rispetto allo status quo ante". Ciò sarebbe avvenuto "in conseguenza dell'accertato miscelamento e della gestione illecita dei rifiuti pericolosi in corso di bonifica che hanno comportato un incremento del rischio e della pericolosità ambientale e per la salute umana". Questo a causa della "maggiore mobilità delle sostanze pericolose che, se aggregate, risultano più stabili" come accertato dalle analisi effettuate sulle aree che risultano bonificate. Si è accertato inoltre "non solo che i terreni non sono stati affatto bonificati ma altresì che la contaminazione, all'origine a macchia di leopardo, è stata spalmata su tutte le aree, alle diverse profondità dei terreni, cagionando un danno ambientale rilevante e irrimediabile". Un danno "ulteriormente aggravato dalla mancata messa in sicurezza con lo strato di terreno superficiale" dal momento che tale strato "é ancora più inquinato dei terreni sottostanti".

Le aree dell'ex Italsider e dell'ex Eternit di Bagnoli, alla periferia di Napoli, sono state sequestrate dai Carabinieri nell'ambito di un'indagine della Procura di Napoli che ipotizza una situazione di disastro ambientale. Indagati 21 ex dirigenti della società 'Bagnoli Futura' e di vari enti locali.

INCHIESTA DOPO DENUNCIA DONNA AMMALATA DI CANCRO - L'inchiesta sul disastro ambientale a Bagnoli è scaturita dalla denuncia da una donna che riteneva di essersi ammalata di tumore per aver vissuto fin dalla nascita nella zona di via Cavalleggeri d'Aosta, alla periferia ovest di Napoli, vicino all'area dell'ex Italsider. La vicenda è accennata nel decreto di sequestro dell'area emesso oggi dal collegio di gip su richiesta dei pm che si occupano di reati ambientali e contro la pubblica amministrazione. La donna morì per un cancro ai polmoni nel 2011 pur non essendo - come evidenziano gli inquirenti - un soggetto a rischio dal momento che non era fumatrice e non aveva familiari affetti da analoghe patologie.

PM, PER ANNI IDROCARBURI SVERSATI IN MARE - Tra le accuse mosse ad alcuni indagati nell'inchiesta sul disastro ambientale a Bagnoli, vi è lo sversamento in mare di sostanze inquinanti, in particolare idrocarburi, nel corso di diversi anni. Ciò ha provocato "un disastro ambientale determinando una situazione di pericolo per l'ambiente e per l'uomo derivante dallo sversamento in mare di pericolosi inquinanti cancerogeni provenienti da monte".

L'inchiesta è condotta dal pm Stefania Buda con il coordinamento dei Procuratori aggiunti Francesco Greco e Nunzio Fraiasso. I pm hanno chiesto e ottenuto dal gip in composizione collegiale, l'organico istituito in occasione dell'emergenza rifiuti nel Napoletano, l'emissione di un'ordinanza che dispone il sequestro preventivo di un'ampia area, compresa la cosiddetta 'colmata' di Bagnoli. Gli esami tecnici disposti dagli inquirenti hanno accertato un notevole inquinamento dell'area: gli interventi di bonifica secondo la Procura - avrebbero aggravato la già difficile situazione ambientale.

GRASSO, SEQUESTRO SERVE AD EVITARE NUOVE VIOLENZE - "Il sequestro dell'area di Bagnoli é una cosa indipendente da Città della Scienza e va nella linea di una bonifica dell'ambiente. Per questo bisogna appoggiare l'azione di magistratura e forze di polizia per ripristinare l'ambiente com'era prima delle violenze fatte da altri": lo ha detto il Presidente del Senato, Pietro Grasso, in visita a Città della Scienza a Napoli. "Il sequestro  ha concluso Grasso - è anche funzionale ad evitare che i reati siano reiterati".

INDAGATI 2 EX VICESINDACI, SANTANGELO E PAPA - Fra le 21 persone indagate nell'indagine della Procura di Napoli sul disastro ambientale a Bagnoli vi sono anche due ex vicesindaci del capoluogo campano: Sabatino Santangelo, presidente della Bagnolifutura fino al 2006, e Rocco Papa, presidente della Bagnolifutura dal 2006 al 2010, entrambi vicesindaci di Napoli in giunte presiedute da Rosa Russo Iervolino. Nei riguardi di entrambi la Procura di Napoli ipotizza i reati di concorso in truffa aggravata.

PM, MORCHIE SOTTERRATE DI NASCOSTO IN PARCO SPORT - Un ingente quantitativo di morchie (residui della lavorazione dei metalli pesantemente inquinate da idrocarburi) sono stati mescolati al terreno e sotterrati di nascosto nel Parco dello Sport, una delle struttura dell'ex area industriale di Bagnoli. E' uno degli episodi emersi dalle indagini della procura di Napoli sull'inquinamento nella zona occidentale della città. L'illecito sarebbe avvenuto, secondo la ricostruzione dei magistrati, grazie a false certificazioni che qualificavano le morchie oleose come terreni "di riporto". L'interramento clandestino avvenne nel corso di un fine settimana (sabato 6 domenica 7 ottobre 2007).

INDAGATO EX DIRETTORE GENERALE MINISTERO AMBIENTE Per gli stessi reati ipotizzati nei riguardi degli ex vicesindaci di Napoli Sabatino Santangelo e Rocco Papa, è indagato anche Gianfranco Mascazzini, ex direttore generale del Ministero dell'Ambiente. Gli stessi reati sono ipotizzati anche nei riguardi di Carlo Borgomeo, direttore generale della Bagnolifutura dal 2002 al 2007; Mario Hubler, direttore generale e legale rappresentante rappresentante della Bagnoli futura dal 2007 al 2012; Gianfranco Caligiuri, direttore tecnico della Bagnolifutura e responsabile della pianificazione e dello svolgimento della bonifica; Alfonso De Nardo, dirigente del Dipartimento provinciale dell'Arpac di Napoli dal 2005 al 2010. Per l'ipotesi di disastro ambientale sono indagati Mascazzini, Caligiuri, Santangelo, Papa, Borgomeo, Hubler e De Nardo.

PM, BONIFICHE IN CONTESTO DI 'CONFLITTO INTERESSI' - Le vicende legate alla bonifica delle aree di Bagnoli sono avvenute "in un contesto generalizzato di conflitto d'interesse": lo sostiene la Procura della Repubblica di Napoli che ha chiesto e ottenuto il sequestro delle aree alla periferia del capoluogo campano. Secondo i pm, "tutti gli enti pubblici istituzionalmente preposti al controllo dell'attività di bonifica, quali Arpac, Comune e Provincia di Napoli, si sono venuti a trovare".

Secondo le indagini dei Carabinieri del Comando provinciale di Napoli e del Noe, coordinate dalla Procura del capoluogo campano, "l'interscambio dei ruoli tra controllori e controllati e il conflitto di interessi degli enti pubblici", insieme al comportamento dei soggetti responsabili della vigilanza sulla salvaguardia ambientale hanno determinato "il progressivo scadimento degli obiettivi di bonifica e dei controlli ambientali, causando - secondo l'ipotesi accusatoria - un disastro ambientale". In particolare - sempre secondo l'accusa - gli organismi di vigilanza hanno avallato le scelte procedurali di Bagnolifutura, la società incaricata della bonifica delle aree.

PM,107 MLN PER BONIFICA VIRTUALE E PIU' INQUINAMENTO - La bonifica di Bagnoli, costata 107 milioni di euro, non solo è stata solo "virtualmente effettuata" ma ha di fatto "comportato una miscelazione dei pericolosi inquinanti su tutta l'area oggetto della bonifica con aggravamento dell'inquinamento dei suoli rispetto allo stato pre bonifica". Lo sostiene la Procura di Napoli che, alla luce dei rilievi dei consulenti tecnici, ha ipotizzato il reato di truffa ai danni dello Stato. Oltre che il reato di truffa ai danni dello Stato "in relazione all'illecita percezione di denaro pubblico", vengono contestati dalla Procura di Napoli anche il falso, in merito alle certificazioni di analisi e alle attestazioni di avvenuta bonifica, la miscelazione di rifiuti industriali in relazione all'avvenuto interramento di rifiuti industriali nell'area del Parco dello Sport, il favoreggiamento reale, oltre al disastro ambientale.

GIP DISPONE PIANO BONIFICA E MESSA IN SICUREZZA - Con il provvedimento di sequestro delle aree di Bagnoli per le quali la Procura di Napoli ha ipotizzato il disastro ambientale, il gip del capoluogo campano ha disposto "un dettagliato piano di interventi finalizzato a un'adeguata bonifica e messa in sicurezza" delle aree sequestrate. Lo si rileva da una nota della Procura della Repubblica di Napoli.

NAPOLI 

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