10/03/13

Per le primarie del Pd centinaia di Amministratori, Imprenditori, militanti simpatizzanti hanno sottoscritto questo documento: da qui si riparte !!!!


Per una Regione più green: 10 temi per partire.

L’Emilia-Romagna può diventare un motore per lo sviluppo responsabile del Paese per i suoi valori umani, professionali e sociali. Lo sviluppo coordinato dei servizi pubblici e della manutenzione delle reti e delle infrastrutture, può diventare una vera opportunità di crescita economica e occupazionale. Dopo il sisma del maggio scorso che ha ferito il nostro territorio pensiamo ad un progetto di ricostruzione sostenibile, per attuare scelte di pianificazione e sviluppo orientate alla massima qualità e innovazione. Perché è cosi che vogliamo rimettere in moto questo territorio. in modo innovativo, sostenibile ed inclusivo.

1) Energie rinnovabili e efficienza energetica
Rivedere gli obiettivi del Piano energetico regionale , puntando su efficienza energetica. Promuovere in modo deciso il solare e tutte le forme di produzione energetica decentrata all’interno di una pianificazione nazionale e regionale. Pensiamo che sia importante che oltre alle amministrazioni pubbliche vi sia un forte impegno delle imprese e in genere dei privati sul fronte in particolare dell’efficienza energetica.

I piani energetici devono portare alla costituzione di “Comunità Solari Locali” (le cui sperimentazioni sono in corso in varie forme sul nostro territorio) caratterizzate dalla realizzazione di un sistema integrato di gestione dell’energia rappresentato da impianti di interesse collettivo per la produzione di energia da fonti rinnovabili (piattaforme solari fotovoltaiche, impianti fotovoltaici, uso delle biomasse legnose a filiera corta, impianti solari termici e impianti geotermici ubicati su edifici pubblici), impianti di riscaldamento di interesse collettivo ad alta efficienza ed interventi di miglioramento della efficienza energetica della illuminazione pubblica.

Vanno sostenute e incentivate su questa strada i gruppi di acquisto solidale per l’energia che hanno l’obiettivo attraverso forme di solidarietà fra i componenti di promuovere il risparmio e l'efficienza come principali fonti rinnovabili, l’acquisto di energia elettrica verde certificata e la promozione dell'autoproduzione da parte di singoli e territori.

 2) I rifiuti e la gestione delle risorse
La gestione dei rifiuti deve essere inquadrata all’interno di una visione di sviluppo dell’economia responsabile, e valorizzata come opportunità di crescita per le nostre imprese. Le sfide toccano l’hardware (progettazione di prodotti riciclabili e con minori imballaggi) e il software (promuovere diverse abitudini al consumo) del sistema. La lotta allo spreco e alla prevenzione dei rifiuti sono le priorità.

Queste sfide si possono vincere realizzando un piano, coerente con la direttiva europea 98/2008, che promuova: la creazione di distretti industriali per il riuso e il riciclo dei materiali, nuovi prodotti, acquisti verdi per le amministrazioni pubbliche e le imprese.

È necessario governare la transizione tra il sistema impiantistico attualmente disponibile per lo smaltimento e quello futuro, dove riuso e riciclo saranno prioritari. Tale transizione deve assicurare la sostenibilità economica degli impianti, l’adozione delle migliori tecnologie disponibili, e la trasparenza dei flussi e delle emissioni (attraverso gli aggiornamenti del progetto Moniter).

Il PD condivide buona parte della proposta di legge presentata recentemente. In particolare, si condivide la proposta di fiscalità ambientale, la separazione tra gestione della raccolta e dello smaltimento, al fine di incentivare la raccolta differenziata di qualità e prevenire la produzione di rifiuti.

3) Il Po

Un'altra grande questione è quella del Po, inteso come sistema di manutenzione idraulica, valorizzazione in chiave turistico-ambientale del fiume e degli affluenti bacino padano. La Regione Emilia Romagna deve essere la promotrice di una “battaglia politica” assieme alle altre regione coinvolte, nei confronti del Governo per ripensare l’attuale strumento di governo (AIPO) e riprendere il progetto Valle Po, che preveda anche lo sviluppo ed il sostegno fattivo al sistema dei Contratti di Fiume

4) Parchi, aree protette, Appennino
Il riordino istituzionale in corso sul sistema delle Province induce una ripensamento del ruolo delle Macroaree per la gestione dei parchi regionali e delle aree protette E’ auspicabile introdurre a livello regionale norme e misure che consentano al sistema pubblico “locale” di avere maggiori benefici dallo sviluppo delle rinnovabili per evitare solo una “colonizzazione” energetica del territorio.

Vanno altresi sostenute le imprese e in particolare quelle agricole multifunzionali che scelgono l'appennino e le aree parco, capaci di:

- produzioni con identità
- produzione energia rinnovabile e paesaggio
- commercializzazione prodotto e territorio

5) Il dissesto idrogeologico
Una grande attenzione va posta nei confronti del fenomeno del dissesto idrogeologico. Interventi di manutenzione del territorio sono indispensabili per mettere in sicurezza le zone più a rischio e per attivare lavori pubblici e privati dedicati. La politica della Regione non può che essere collegata a quelle da realizzare all’interno del Bacino del Po. Vanno superati i limiti del patto di stabilità per queste spese di investimento.

6) Urbanistica e mobilità
In questi ambiti si debbono sviluppare diverse azioni per evitare un ulteriore consumo di suolo, già largamente sfruttato nella nostra Regione:

a)definire nuovi limiti qualitativi e quantitativi all’espansione del territorio urbanizzato, (anche agendo sugli strumenti fiscali e parafiscali);

b) introdurre nell’ordinamento legislativo regionale il principio della compensazione ecologica preventiva (bilancio ambientale di insediamento);

introduzione di una politica del recupero dei terreni dismessi (di origine militare, industriali, ferroviarie, etc) e la riqualificazione urbanistica: non va consumato ulteriore suolo vergine

La riqualificazione dovrà essere l'occasione per creare anche nuova edilizia pubblica e edilizia a canone calmierato.

La mobilità delle persone va considerata prima della progettazione urbanistica. Bisogna incrementare la politica del ferro e del trasporto pubblico bilanciando anche gli investimenti oggi troppo indirizzati su le infrastrutture stradali, cercando di risolvere i problemi dei lavoratori pendolari. Aumentare la mobilità dolce e estendere le politiche di pedonalizzazione dei centri storici.

La bonifica dei siti contaminati deve essere un’opportunità per creare lavoro e per sviluppare innovazione.

7) I servizi pubblici locali
In accordo alla carta d’intenti, la gestione dei beni comuni deve essere orientata a fornire a tutti i cittadini servizi con la stessa qualità ed efficienza.
La programmazione degli investimenti deve essere di piena competenza degli enti pubblici, la regolazione e il controllo dei servizi deve essere realizzato da autorità indipendenti. Le risorse necessarie per gli investimenti si ottengono attraverso la fiscalità ambientale e un piano nazionale di manutenzione.

Per la gestione del ciclo idrico integrato e dei rifiuti è necessario privilegiare le forme di gestione pubbliche, come ci hanno chiesto i cittadini con i referendum del 2011. In particolare, le reti e le infrastrutture debbono essere rigorosamente pubbliche, e la gestione dei servizi deve essere realizzata da enti pubblici o da aziende per le quali la qualità e capillarità del servizio è prioritaria rispetto al profitto.

Per la programmazione e la regolazione dei servizi è necessario un modello sovra provinciale. Il modello emiliano-romagnolo ha garantito ottimi risultati in termini di qualità dei servizi per i cittadini. È opportuno ripensare la governance delle multi-utilities, creando strumenti amministrativi per distinguere i settori acqua e rifiuti da energia e gas. I primi operano su un mercato regolato, per il quale è necessario regolare anche i margini di profitto; i secondi operano su un mercato liberalizzato e maturo, nel quale si può competere solo con forti investimenti in innovazione ed efficienza. Su questo chiediamo da subito di aprire un confronto nelle sedi dedicate.

8) Per una ricostruzione sostenibile
Una parte importante del nostro territorio è stato duramente colpito dal sisma del 20 e 29 maggio scorso. Un intero sistema istituzionale, economico e sociale messo a dura prova e ancora impegnato a gestire la fuoriuscita dall’emergenza accanto alla ricostruzione. Vogliamo proporci come una “BEST PRACTICE sulla ricostruzione post emergenza” in chiave di sostenibilità. Possiamo diventarlo solo se acceleriamo e se proponiamo scelte che ci avvicinano all'Europa della sostenibilità ambientale ed economica, per scongiurare anche il rischio di aumento della povertà in quel territorio. Ci sono scelte, competenze, saperi, idee e azioni già in campo, da far dialogare e mettere in rete, a partire dal ruolo fondamentale delle comunità locali, con le loro istituzioni, i sindaci, i cittadini, le imprese, le associazioni, i lavoratori, i sindacati, il terzo settore. La sfida già in gran parte vinta nella risposta all'emergenza ora deve essere lanciata sul fronte della ricostruzione attraverso processi più innovativi in edilizia che garantiscano sicurezza, efficienza e risparmio energetico e innovazione tecnologia. Chiediamo che la Regione, a partire dalla propria legge straordinaria sulla ricostruzione, promuova una forte azione politica perché a livello nazionale si arrivi a promulgare una legge speciale che consenta di andare in questa direzione

9) Una nuova agricoltura al servizio di nuovi consumi
La nostra regione è tra i primissimi posti in Europa per la produzione di prodotti di qualità, da agricoltura biologica e a marchio Dop e Igp. Occorre, tuttavia, aumentare l'impegno verso un'agricoltura che possa diventare un tassello importante della green-economy, un presidio del territorio e protagonista di un processo virtuoso di formazione di filiere di qualità, capaci di offrire al consumatore maggiore sicurezza e un territorio rurale sano in cui vivere.

10) L’economia verde
E' la strada maestra per costruire il futuro dei nostri territori che va perseguita con costanza e coerenza. La Regione può candidare diverse aree industriali ad ospitare nuovi impianti per ospitare processi produttivi legati alla “chimica verde”. Pensiamo alle aree chimiche di Ravenna e Ferrara ma anche alla riqualificazione dei vecchi stabilimenti industriali.





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