PRESIDENTE. L'onorevole Mazzarella ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01334, concernente elementi in merito al termovalorizzatore di Acerra (Napoli) .
EUGENIO MAZZARELLA. Signor Presidente, al Governo i sottoscrittori di questa interpellanza urgente hanno inteso rappresentare la consapevolezza, ribadendola, che un efficiente sistema di gestione dei rifiuti nella regione Campania è una delle condizioni fondamentali per vincere la sfida della normalità e della modernizzazione in una parte importante del Paese, che su questo fronte ha segnato purtroppo una lunga stasi di capacità e di decisione nel risolvere il problema.
L'interpellanza che abbiamo rivolto al Governo intende spingere lo stesso ad uno sguardo attento su questi territori che in questi anni hanno pagato un'emergenza grave; è una sollecitazione volta a rilevare che è venuto il tempo per delineare una via d'uscita.
Abbiamo ritenuto doveroso segnalare all'attenzione del nuovo Governo i ritardi Pag. 59in atti fondamentali, in protocolli d'intesa e accordi di programma, che lo Stato e la regione hanno convenuto con il martoriato territorio di Acerra, la sua comunità e il comune che rappresenta quella comunità. Si tratta di sostanziali ritardi su interventi di bonifica, cruciali per il risanamento ambientale di un territorio sovraesposto, opere di compensazione ambientale e ristori. Quello che intendiamo chiedere al Governo è che cosa si intenda fare per riconoscere i diritti a una comunità che si è assunta dei doveri verso la più larga comunità della Campania. Peraltro, il Partito Democratico ha piena consapevolezza del fatto che su fattispecie di questo tipo si gioca la credibilità delle istituzioni, sia dello Stato, sia della regione. E questa interpellanza è anche un modo per spingere il Governo a seguire attentamente, sul piano della sua programmazione e delle decisioni conseguenti, anche la regione Campania che è il fulcro di questa situazione. Non per sua scelta Acerra è diventata un emblema di distorsioni e ritardi nel ciclo di gestione dei rifiuti in Campania. Vogliamo sapere dal Governo se si comincia a vedere un'effettiva nuova strada su questa materia.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Tullio Fanelli, ha facoltà di rispondere.
TULLIO FANELLI, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, onorevoli deputati, per quanto richiesto nell'interpellanza urgente presentata dall'onorevole Mazzarella ed altri e riguardante la criticità nel settore dei rifiuti in Campania si rappresenta quanto segue: riguardo alla proprietà del termovalorizzatore di Acerra e alla natura pubblica della proprietà dell'impianto, si fa presente che, con decreto-legge n. 2 del 2012, la regione Campania è stata autorizzata ad utilizzare le risorse del Fondo per lo sviluppo e coesione 2007-2013, relative al programma attuativo regionale dell'acquisto del termovalorizzatore di Acerra. Tale norma ha previsto il trasferimento della proprietà con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri entro il 31 dicembre 2011, termine poi prorogato al 31 gennaio 2012. Il DPCM non è stato emanato per la mancata intesa della regione e con la stessa sono in corso ulteriori contatti per le iniziative da assumere.
In merito al ristoro ambientale spettante al comune di Acerra, si evidenzia che tale misura fu prevista, in favore dei comuni sedi di impianti di smaltimento, con ordinanza del Ministro dell'interno n. 3032 del 1999, quale parte componente della tariffa di smaltimento posta a carico dei comuni produttori e conferitori di rifiuti solidi urbani. Tale quota di ristoro, calcolata in euro 0,52 centesimi per chilogrammo di rifiuto conferito, è stata confermata dall'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3479 del 2005 e n. 3783 del 2009. In tutti i casi il riconoscimento della quota di ristoro è legata all'effettivo conferimento dello smaltimento dei rifiuti negli impianti, mentre l'erogazione è legata alla riscossione della tariffa dai comuni conferitori. Nel caso di Acerra, la quota di ristoro, prevista in funzione della costruzione ed entrata in esercizio del termovalorizzatore, doveva essere accantonata a cura dei soggetti percipienti che, successivamente, avrebbero provveduto alla liquidazione degli importi maturati. Il termovalorizzatore di Acerra è entrato in funzione nel marzo 2009 e, pertanto, da tale data, tutte le quantità di rifiuti trattati e avviati alla termovalorizzazione hanno determinato il diritto del comune di Acerra al riconoscimento del ristoro e l'obbligo dell'amministrazione alla liquidazione delle somme accantonate in relazione alle tariffe effettivamente riscosse dai comuni conferitori.
L'unità tecnico amministrativa - che a partire dal 1o febbraio 2011 ha assunto la titolarità dei rapporti attivi e passivi già facenti capo alle precedenti strutture commissariali operanti nella fase emergenziale - ha provveduto alla ricostruzione della posizione debiti/crediti riferita al comune di Acerra, che è risultato debitore delle gestioni emergenziali per il periodo 16 Pag. 60dicembre 2005-31 dicembre 2009 quale conferitore di rifiuti prodotti sul proprio territorio per euro 8.273.590,00. A fronte di tale posizione debitoria l'unità tecnico amministrativa ha calcolato la quota di ristoro spettante per il periodo di funzionamento dell'impianto di termovalorizzazione fino al 31 dicembre 2009, in euro 1.245.520,28.
In relazione al periodo emergenziale, il comune ha richiesto il pagamento, ovvero la compensazione, di euro 8.383.530,00 riferito a somme per ristoro ambientale incassate da FIBE prima della rescissione contrattuale ex lege e già riversate al commissario di Governo. Tale richiesta ha indotto l'unità tecnico amministrativa a richiedere, in data 25 maggio 2011, motivato parere all'Avvocatura generale dello Stato.
Per quanto riguarda il periodo post-emergenziale, l'unità tecnico amministrativa ha provveduto al calcolo delle «quote di ristoro» relative ai quantitativi di rifiuto trattato conferiti al termovalorizzatore, considerando quale base di calcolo i parametri precedentemente evidenziati. In particolare, per l'anno 2010, a fronte di 516.729 tonnellate, conferite sarebbe maturata una «quota di ristoro» pari a euro 2.686.990,80, mentre per il 2011 la stima relativa a circa 614.000 tonnellate è pari a 3.192.800,00 euro, per un totale di 7.125.311,00 euro, riferito all'intero periodo di funzionamento del termovalorizzatore.
Pertanto, si ribadisce, che i ristori maturati dalla data di messa in esercizio del termovalorizzatore ammontano a euro 7.125.311,00, a fronte di debiti del comune verso le gestioni emergenziali per tariffa di smaltimento pari a euro 8.273.590,00.
In merito agli importi spettanti al comune per il periodo 2010-2011 va, comunque, evidenziato che, terminato lo stato di emergenza, sono decadute le ordinanze di protezione civile su menzionate e che, pertanto, mancherebbe il presupposto giuridico in base al quale procedere al calcolo e successivamente al riconoscimento del «ristoro ambientale», così come si dedurrebbe dal parere della Corte dei conti 253/2011.
Per tale motivo, nonché per dirimere la questione relativa al fatto che «in caso di mancata ottemperanza del soggetto conferitore all'obbligo di pagamento della tariffa non sorge per il gestore/affidatario l'obbligo di versamento al comune beneficiario della quota di ristoro ambientale inglobata nella tariffa», l'unità tecnico amministrativa ha provveduto a richiedere, con nota del 19 gennaio 2012, un nuovo e circostanziato parere all'Avvocatura generale dello Stato.
Con riferimento alla richiesta relativa all'attuazione degli interventi di bonifica posti a carico di questo Ministero, si rappresenta quanto segue.
In data 18 luglio 2008, è stato sottoscritto tra il Ministero dell'ambiente, il sottosegretario di Stato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il presidente della regione Campania ed il commissario straordinario ex ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3654 del 2008, l'accordo di programma «Programma strategico per le compensazioni ambientali nella regione Campania». Tale accordo originariamente disponeva di risorse complessive per - 526.000.000,00, di cui: - 263.000.000,00 a carico del Ministero dell'ambiente e - 263.000.000,00 a carico della regione Campania.
A seguito della riduzione delle assegnazioni FAS 2007/2013 ai sensi della legge n. 133 del 2008 ed attuata estensivamente con le delibere CIPE nn. 1-2-3-4 del 2009, in data 8 aprile 2009, è stato sottoscritto un atto modificativo dell'accordo di programma nel quale il quadro finanziario è stato ridimensionato a - 282.000.000,00.
In particolare, lo stanziamento a carico del Ministero è stato limitato a 141 milioni di euro e quello a carico della regione Campania è stato ridotto ad altrettanti 141 milioni di euro. L'accordo, così modificato, ha ottenuto la registrazione da parte della Corte dei conti in data 11 maggio 2009.
Solo a seguito dell'avvenuta assegnazione da parte del Ministero dell'economia e delle finanze della quota di competenza Pag. 61del Ministero dell'ambiente, pari a 126,9 milioni di euro di competenza e 47 di cassa, avvenuta il 21 giugno 2011, l'amministrazione ha potuto dare avvio ai successivi atti amministrativi. Le risorse in capo alla regione Campania, invece, non sono state ancora assentite o trasferite nella disponibilità della regione medesima.
Al fine di non procrastinare ulteriormente l'avvio delle attività previste dall'accordo di programma, il comitato dei soggetti sottoscrittori, nella seduta del 7 luglio 2011, ha deliberato di avviare, a fronte di complessivi 120 interventi afferenti ai settori bonifiche, idrico e riqualificazione ambientale, gli interventi di bonifica e di depurazione con un livello di progettazione avanzato, a valere sulla quota del Ministero, assegnandone la realizzazione alla Sogesid Spa. Nella medesima seduta, sono stati individuati nel dettaglio, oltre agli interventi oggetto di immediato avvio, anche gli interventi il cui avvio è subordinato all'effettiva disponibilità delle risorse di competenza della regione Campania.
A seguito dell'approvazione del verbale del richiamato comitato, in data 12 settembre 2011, è stata sottoscritta una convenzione tra Ministero dell'ambiente e Sogesid, con la quale sono stati assegnati complessivamente 117,66 milioni di euro per la realizzazione di 39 interventi. La registrazione della convenzione da parte della Corte dei conti è avvenuta in data 22 novembre 2011. A partire da tale data, sono state avviate, come da cronoprogramma previsto in convenzione, le attività di istruttoria nonché di progettazione degli interventi individuati come prioritari, sulla base di criteri definiti dal comitato in parola. Ad oggi, risultano istruiti complessivamente 13 progetti.
In relazione allo stato di attuazione delle disposizioni dei decreti-legge n. 90 del 2008, n. 145 del 2009 e n. 193 del 2010, con particolare riferimento alla raccolta differenziata e al completamento dell'impiantistica industriale funzionale ad essa, la regione Campania ha collocato la raccolta differenziata tra le priorità d'azione, dedicando a questo obiettivo le risorse di cui al Programma operativo regionale.
Nell'ambito del ciclo di programmazione POR FESR 2007-2013, Obiettivo operativo 1.1, «Gestione del ciclo integrato dei rifiuti», con delibera di giunta regionale n. 1169 del 2008, sono programmati 50 milioni di euro per il finanziamento di interventi a supporto dei piani comunali per la raccolta differenziata. Nell'ambito di tale programmazione, sono stati impegnati poco più di 25 milioni di euro e liquidati, ad oggi, complessivamente, poco meno di 5 milioni di euro.
Tali risorse hanno consentito l'acquisto di automezzi (autocompattatori, biotrituratori), contenitori per la raccolta e selezione di materiali (compostiere domestiche, vetro, plastica, abiti usati, pile, oli usati), attrezzature per l'allestimento di isole ecologiche (cassoni scarrabili, pese elettroniche). Con le medesime risorse, sono state altresì finanziate campagne di comunicazione, seminari informativi e spot pubblicitari finalizzati alla sensibilizzazione della popolazione.
Tra gli impegni assunti con la programmazione 2007-2013, si segnala lo stanziamento di 8 milioni 250 mila euro a favore del comune di Napoli per l'attivazione, a beneficio di 100 mila abitanti dei quartieri di Pianura e San Pietro a Patierno, del sistema di raccolta differenziata porta a porta che prevede, unitamente alla raccolta differenziata stradale, una raccolta separata delle frazioni umido, carta e cartone, multimateriale, secco residuo e vetro.
Il comune, inoltre, con delibera n. 739 del 2011, ha dato mandato all'azienda comunale Asia Napoli Spa di predisporre il bando per l'estensione del «porta a porta», disponendo anche di iniziare una sperimentazione per i Quartieri spagnoli.
Attualmente, il piano prevede l'estensione ad ulteriori 180 mila abitanti del modello «porta a porta» ed è pienamente in corso di attuazione nella sua totalità. A fine settembre 2011 è iniziata la distribuzione dei kit per il «porta a porta» nel quartiere Scampia e, ad oggi, tutti i trentamila abitanti del quartiere sono coperti dal servizio con significativi livelli di performance di risultato rilevati dal monitoraggio effettuato da ASIA Spa. Dal mese di agosto 2011 al mese di novembre 2011 è stato registrato un incremento del 4,5 per cento del dato di raccolta differenziata della città. Anche per il quartiere di Posillipo da novembre è iniziata la distribuzione dei kit per ulteriori 35 mila abitanti e si riscontra, analogamente, un buon livello di risultato.
Con la misura 1.7 del POR Campania 2000-2006, la regione Campania ha poi erogato 17,5 milioni di euro che hanno consentito la realizzazione di sessantasei isole ecologiche, due impianti di valorizzazione della frazione secca, a Montella e Casalvelino, e sessantaquattro interventi per l'attivazione della raccolta differenziata con coinvolgimento di oltre tre milioni di abitanti.
Nell'ambito delle rinvenienze del POR 2000-2006, inoltre, è stata impegnata complessivamente la somma di 5 milioni 360 mila euro per la realizzazione di quarantotto isole ecologiche, oggi definite per legge centri di raccolta, per favorire il conferimento delle frazioni differenziate dei rifiuti da parte dei cittadini.
Per sostenere lo sforzo delle amministrazioni comunali per il raggiungimento dei valori target di raccolta differenziata previsti dal quadro normativo vigente, con delibera della giunta regionale del 24 maggio 2011 è stato programmato l'utilizzo dei 150 milioni di euro a valere sulle risorse del Fondo aree sottoutilizzate di cui all'articolo 3, comma 1, del decreto-legge n. 196 del 2010. Di questo ammontare 30 milioni sono stati destinati all'impiantistica, 20 milioni al completamento del ciclo integrato dei rifiuti, mentre 99 milioni sono stati destinati al finanziamento dei progetti di raccolta differenziata. Per l'utilizzo di tali risorse è stata predisposta una proposta di piano di riparto propedeutico al trasferimento di fondi da parte del Governo centrale approvata con deliberazione n. 604 del 29 ottobre 2011. Con le medesime risorse si è programmato di finanziare le attività previste nell'ambito degli accordi di programma stipulati con il Conai, Consorzio nazionale imballaggi.
Infine, con delibera della giunta regionale n. 410 del 4 agosto 2011 è stato ratificato un protocollo di intesa, sottoscritto tra il Ministero dell'ambiente e la tutela del territorio del mare e la regione Campania, la provincia e il comune di Napoli, recante: «Iniziative alla realizzazione di un corretto ciclo di gestione dei rifiuti nel territorio della provincia di Napoli» finalizzato al rafforzamento delle iniziative per il potenziamento della raccolta differenziata che, per il comune di Napoli, si sono sostanziate nell'estensione delle attività di raccolta differenziata anche in altri quartieri della città per ulteriori duecentomila abitanti.
Riassumendo, in ordine alla raccolta differenziata nel comune di Napoli, con i programmi in essere, si dovrebbe passare dai 230 mila abitanti, attualmente interessati dal servizio «porta a porta», a 600 mila abitanti entro il 2013. Considerando che dai monitoraggi effettuati è emerso che nei quartieri attualmente serviti si sono raggiunti risultati medi di raccolta differenziata del 65 per cento, si prevede un deciso incremento del risultato complessivo della città. Nel mese di luglio 2011 sono stati stipulati due accordi di programma per aree omogenee tra la regione Campania, la provincia di Napoli, i comuni dell'area vesuviana e nolana e nel mese di novembre un ulteriore accordo per l'area acerrana; tutti finalizzati a rendere autonoma la provincia di Napoli per il perseguimento degli obiettivi di riduzione delle quantità di rifiuti prodotti e del potenziamento al 65 per cento della raccolta differenziata. La provincia di Napoli ha inoltre promosso la realizzazione di sessantaquattro isole ecologiche dando priorità ai comuni in cui non erano già presenti e realizzando investimenti per un totale di circa 26 milioni di euro. A tali fondi vanno ad aggiungersi altri sette milioni che l'amministrazione ha deciso di appostare con l'applicazione dell'avanzo di amministrazione.
Nell'ambito di tali fondi, la Provincia prevede premialità a favore dei comuni che raggiungono livelli soddisfacenti di raccolta differenziata. Infine, degne di rilievo sono le attività funzionali alla predisposizione del Piano attuativo integrato per la minimizzazione dei rifiuti, nel rispetto delle disposizioni previste dall'articolo 180 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e dell'articolo 27 della legge regionale n. 4 del 2007, avviate con delibera della giunta regionale n. 731 del 2011.
Tale documento risponde a quanto stabilito dalla direttiva 2008/98/CE che pone al primo posto la riduzione dell'uso di risorse e stabilisce, tra le altre cose, misure volte a ridurre gli impatti negativi della produzione dei rifiuti e dell'uso delle risorse migliorandone l'efficacia. Risponde, inoltre, a quanto previsto nel decreto legislativo n. 152 del 2006 che, agli articoli 179 e seguenti, prescrive agli enti preposti alla programmazione in materia di rifiuti di prevedere «iniziative dirette a limitare la produzione di rifiuti».
Contestualmente l'elaborazione di un Piano di minimizzazione soddisfa anche quanto stabilito dall'articolo 15 della legge regionale n. 1 del 2008 che istituisce il Fondo regionale per la ecosostenibilità, finalizzato anche al sostegno delle azioni regionali tese a incrementare le attività di recupero e riciclo dei materiali, tra cui, prioritariamente, le iniziative di prevenzione e riduzione della produzione di beni, imballaggi o contenitori realizzati in materiali diversi da quelli biodegradabili, ecocompatibili o riciclabili.
PRESIDENTE. L'onorevole Bratti, cofirmatario dell'interpellanza, ha facoltà di replicare.
ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, signor sottosegretario, grazie per la risposta molto dettagliata, tra l'altro ha fatto una sorta di compendio delle situazioni aperte, che sappiamo sono tante e che esistono non da numerosissimi anni. Quindi, crediamo anche che non è sicuramente in questi pochi mesi che il nuovo Governo sta gestendo questo problema che ci si aspettava una risposta risolutiva ad alcuni di questi importanti quesiti.
Tuttavia, ciò va sottolineato al di là di tutti i dettagli tecnici e numerici, soprattutto quelli che riguardano la prima parte rispetto al tema della compensazione ambientale e dei corrispettivi, in più o meno, a saldo di cui il comune di Acerra è convinto ovviamente di esserne creditore e non debitore, anche perché, com'è noto, le vicende dell'inceneritore di Acerra che riguardano la sua proprietà, come è stato ricordato, non si sono ancora concluse. Però, dal punto di vista della gestione, sappiamo, come ci diceva prima, che è ormai da due anni e mezzo che quell'inceneritore è in funzione con tutta una serie di problemi che noi abbiamo sempre sottolineato e che sono sempre stati negati, ma che in realtà ci sono stati, anche perché hanno consentito in alcune fasi della società gestrice - faccio riferimento in questo caso alla Sap di Napoli - di bypassare gare attraverso procedure d'urgenza, adducendo il fatto che l'inceneritore non funzionava e, invece, in maniera formale c'è sempre stato detto che l'inceneritore aveva problemi, cosa che sappiamo non era vero.
Comunque, diciamo che negli ultimi due anni l'inceneritore è andato a regime. È un inceneritore importante e, basta guardare le sue dimensioni, ci si rende conto che non è che risponde solo alle esigenze del comune di Acerra, ma risponde in realtà abbondantemente alle esigenze di tutta la Campania. E meno male che oggi quell'inceneritore c'è e funziona. È un inceneritore che produce una notevole quantità di energia e che è fortemente incentivato perché è in regime CIP6 al 100 per cento. Di conseguenza, chi l'ha gestito sicuramente ha avuto delle spese, ma ritengo anche un sostanzioso ritorno.
Per cui, con riguardo al comune di Acerra, guardi, sottosegretario, noi, come Commissione, abbiamo avuto diverse occasioni di andare a visitare quell'area, che è un'area particolarmente sfortunata non solo per la presenza dell'inceneritore, che è un impianto che ha un suo impatto ambientale, ma in realtà è tutta un'area industriale che impatta pesantemente sulla comunità acerrana.
Inoltre, c'è anche un altro tema collegato, che veniva ricordato nella richiesta che faceva il collega Mazzarella, riguardante il tema delle bonifiche e delle compensazioni ambientali. Infatti, in realtà con il fatto che lì si costruiva l'inceneritore sicuramente nei dintorni ci sono stoccaggi di materiale e qualche discarica abusiva. Quindi, l'esigenza di bonificare alcune parti era molto forte.
A questo proposito, sollevo un tema che credo sia molto importante, perché fra tutte le problematiche che riguardano la crisi campana c'è stato un elemento che credo abbia contribuito a far sì che questa crisi si inasprisse e probabilmente l'elemento è stata la mancanza (questo non è ovviamente riferito al vostro Governo) del mantenimento dei patti da parte del Governo nei confronti di quelle comunità. Ricordo un anno e mezzo fa la vicenda di Cava Sari, che è stata molto complicata. Infatti, lei ha ricordato quei milioni di euro che poi dopo sono diminuiti per due volte e poi una parte è stata erogata. Ma, in realtà, in quelle zone dell'area vesuviana addirittura si chiedeva di fare una nuova discarica senza avere ottemperato da parte del Governo e, quindi, dello Stato a quelle promesse siglate attraverso degli accordi.
Quindi, è evidente che in questo modo la credibilità delle istituzioni, che già in quei luoghi ha subito delle forti scosse, è messa ulteriormente in gioco dal fatto che il Governo non abbia rispettato questi patti. Quindi, visto che la situazione in Campania non è ancora risolta (sappiamo bene che c'è un decreto-legge che è all'esame del Senato e che dovrebbe dare un ulteriore contributo a questa soluzione), la sollecitazione che mi viene da fare, credo anche a nome dei colleghi firmatari, è quella di dare il più possibile una priorità e un segnale comunque alle comunità locali che lo Stato mantiene i suoi accordi.
Infatti, lo ripeto, la partita diventa altrimenti ancora più complicata. È vero che nel frattempo rispetto ad alcuni anni fa alcune cose importanti sono capitate. Lei ha ricordato tutta una serie di provvedimenti che vanno nei confronti del potenziamento della raccolta differenziata. Sicuramente qualcosa è cambiato, ma ogni volta che poi si arriva al nocciolo del problema sembra di fare un po' il gioco dell'oca e di ritornare da capo. Infatti, ci sono alcune questioni che credo vadano assolutamente risolte, per fare modo che la Campania, così come tante regioni italiane, possa avere un ciclo integrato dei rifiuti normale.
Sappiamo anche che siamo in un momento difficile, perché siamo sotto infrazione comunitaria. Siamo usciti, grazie al vostro operato, ad avere qualche mese in più. C'è un piano regionale che è stato approvato recentemente, che però è pieno di buone intenzioni. Tuttavia, sul cuore del problema, che rimane quello dell'impiantistica (non necessariamente solo l'inceneritore, ma l'impiantistica in senso generale), la problematica non è ancora risolta.
Credo che in questa fase si possano mettere in fila alcune cose. In primo luogo, la richiesta che finalmente su un due-tre impianti la regione Campania si esprima in maniera chiara sui tempi di realizzazione di questi impianti e dove questi debbano essere fatti. Credo che questo consentirebbe anche di sbloccare una situazione che si è bloccata anche per la bocciatura di un decreto-legge in questa Camera e che prevedeva il trasferimento di quote di rifiuti urbani. Anche su questo chiederemo al Ministero, anche attraverso altri strumenti, di avere una parola fine a questa situazione (se siano urbani o speciali) perché il tema sta creando problematiche non indifferenti, ma sono rifiuti di fatto urbani.
In questa fase di criticità, si era pensato a questi accordi regionali attraverso partnership tra le regioni che ci possono essere se c'è una dimostrazione che la regione Campania qualche problema se lo risolve in casa sua. Va bene la raccolta differenziata.
Siamo convinti che il porta a porta vada assolutamente sollecitato, ma dobbiamo anche evitare delle demagogie che poi, alla fine, non aiutano. Pensare di risolvere solo con il porta a porta il problema della gestione dei rifiuti in Campania è assolutamente irreale. Allo stesso modo, non è possibile né accettabile il tema del trasferimento dei rifiuti verso altri Paesi, nel senso che sembrano più operazioni spot e non si capisce perché gli inceneritori di Rotterdam siano migliori dell'inceneritore di Brescia, piuttosto che di altri inceneritori che abbiamo in questo Paese.
Però, ripeto, il tutto si potrà riuscire a gestire se dalla regione Campania vi sarà, fin da questo decreto-legge come proviamo, qualche segnale forte di volontà di risolvere davvero, una volta per tutte, questa situazione. Allo stesso modo - e noi lo abbiamo chiesto anche come Partito Democratico - occorre risolvere, una volta per tutte, il tema TIA e Tarsu, perché coloro che devono introitare questa tassa o tariffa non possono che essere i comuni. In Campania vi è questa situazione del tutto anomala, perché sono le province ad esercitare questo ruolo ma noi chiediamo che si vada verso la normalità.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Bratti.
ALESSANDRO BRATTI. Ho concluso, Signor Presidente. Ripeto che per quanto riguarda, invece, il territorio di Acerra, riteniamo che quella comunità debba essere, invece, ricompensata. Guarderemo con interesse i numeri, ma siamo convinti che per il grande contributo che quella comunità ha dato a tutta l'emergenza campana, questa comunità abbia il diritto di essere almeno ricompensata - ma non monetizzata nel rischio e nella salute - attraverso opere e fondi concreti per migliorare le condizioni ambientali di quell'area gravemente compromessa.
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