Signor Presidente, l'articolo 10 è un articolo importante, perché riguarda una modifica di un articolo del decreto legislativo n. 152 del 2006 in materia di autorizzazione integrata ambientale.
L'autorizzazione integrata ambientale, in realtà, è sulla scena comunitaria sin dal 1995. Ha subito, in seguito a numerose direttive europee, delle modificazioni importanti. L'ultima riguarda la direttiva 2008/1/CE, che a livello comunitario viene definita IPPC. È stata introitata nell'articolo 29-quater del decreto legislativo n. 152 del 2006.
L'autorizzazione ambientale integrata è importante, perché va oltre la filosofia e la concezione delle autorizzazioni basate su comando e controllo tipiche delle autorizzazioni di settore. Si tratta di autorizzazioni che spesso pongono dei limiti stringenti. Una volta che tali autorizzazioni di settore vengono licenziate, il superamento di quei limiti prevede una sanzione o di carattere amministrativo o addirittura penale.
Quindi, la possibilità, così come già oggi è di fatto, dell'applicazione dell'autorizzazione ambientale integrata come sostitutiva di tutte le autorizzazioni di settore - o di una gran parte di queste - prevede un approccio, dal punto di vista delle amministrazioni pubbliche e del controllore, completamente diverso. Infatti, questa autorizzazione viene rilasciata al fine di un'istruttoria che prevede un rapporto interattivo tra il controllore e il controllato, una filosofia, quindi, completamente diversa da quella, come dicevo prima, del comando e del controllo.
La parte essenziale costitutiva dell'autorizzazione ambientale integrata è data da quello che viene definito il cosiddetto piano di monitoraggio, che deve poi essere fatto rispettare dalle autorità di controllo. Qui viene uno - credo - degli aspetti importanti e che ci ritroveremo a discutere anche in altri decreti che il Governo ci proporrà, non ultimo il decreto-legge semplificazione. Infatti, nel momento in cui, come ormai si è capito, si tende a semplificare l'iter autorizzatorio dei provvedimenti (soprattutto quelli che riguardano insediamenti industriali o comunque impatti ambientali di questi insediamenti), è giusto da un lato semplificare gli iter e cercare di ridurre i tempi (quindi, andare incontro alle esigenze delle imprese). Dall'altro lato, tuttavia, questo sistema teso a semplificare ed a velocizzare deve trovare nell'autorità pubblica una competenza tecnica e una preparazione tale da poter affrontare in tempi rapidi procedure talvolta assolutamente complesse.
Quindi, è bene che, nel momento in cui si semplifica e si facilitano giustamente il percorso e l'iter procedurale legato alle autorizzazioni degli impianti industriali, dall'altra parte si rafforzi anche tutto il sistema dei controlli. Altrimenti questa filosofia - che mi sento assolutamente di sposare e che va ben oltre al tema del comando e del controllo, ma basata sulla fiducia reciproca del controllato e del controllore - rischia di aprire autostrade nei confronti dell'illegalità molto preoccupanti. Quindi, ripeto che questa autorizzazione è assolutamente fondamentale.
Mentre intervengo sul complesso degli emendamenti vorrei anche specificare la ratio dell'emendamento che abbiamo presentato, laddove tendiamo di fatto ad introdurre le parole «di settore», significando cosa? Che questa autorizzazione ambientale integrata di fatto sostituisce tutta una serie di autorizzazioni, ma sicuramente non sostituisce un'altra autorizzazione complessa ed importante, che è la valutazione di impatto ambientale.
Anzi, diciamo che oggi, a livello nazionale, per i grandi impianti industriali è la valutazione di impatto ambientale che riassorbe dentro di sé il procedimento dell'autorizzazione integrata ambientale. Oserei dire che, di fatto, nel nostro ordinamento a livello nazionale questo è diventato obbligatorio.
PRESIDENTE. Onorevole Bratti, la prego di concludere.
ALESSANDRO BRATTI. Ho concluso. Infatti, tutta la procedura dell'iter autorizzativo iniziale è di fatto la stessa nei due procedimenti.
Quindi, abbiamo semplicemente voluto specificare che questa autorizzazione non sostituisce e non invalida, in un certo senso, la valutazione d'impatto ambientale, ma deve sostituire le autorizzazioni di settore nella filosofia prima ricordata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
1 commento:
Il succo ,mi pare che sia : a. le autorità debbono avere la competenza tecnica e la capacità culturale di capire e gestire in tempi veloci e ottimali la complessità di questo tipo di autorizzazione. Daltronde le lungaggini e la disquisizione del sesso degli angeli rendono furiosi gli imprenditori ed inefficaci i provvedimenti o le volontà imprenditoriali stesse . b. La valutazine di impatto Ambientale resta e mantiene il suo ruolo quadro che permette l'efficacia autorizzativa e la sua condizione per essere rilasciata . ORA PROPRIO SU QUESTO SI DOVREBBE TECNICAMENTE DISCUTERE PER RIDURRE "I TEMPI MORTI " ovvero il lungo percorso sul viale dell'oblio. In effetti tu stesso hai forti preoccupazioni visto lo stato dell'arte assolutamente inadeguato e troppo delegato (oggi) a tecnic/sacerdoti, quando affermi..."tuttavia, questo sistema teso a semplificare ed a velocizzare deve trovare nell'autorità pubblica una competenza tecnica e una preparazione tale da poter affrontare in tempi rapidi procedure talvolta assolutamente complesse" ...... COMUNQUE NON PENSO CHE I TUOI COLLEGHI ABBIANO CAPITO IL PROBLEMA ED IL TEMA.(e non parlo dei Leghisti soltanto)
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