Resoconto dell'Assemblea - Bozza non corretta in corso di seduta
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, entrerò poi nel merito specifico dell'emendamento ma, come veniva ricordato prima, stiamo sostanzialmente trattando questo decreto-legge come se fosse un decreto-legge ordinario quando, invece, in realtà è un decreto-legge che nei suoi contenuti è come se stabilisse un vero e proprio stato di emergenza perché le deroghe che vi sono all'interno di questo provvedimento in ordine ai poteri dei vari livelli istituzionali sono talmente straordinarie che descrivono, di fatto, un intervento di natura emergenziale. Questo - e lo spiegherò alla conclusione del mio intervento - deriva anche dal fatto che, a mio parere, la capacità decisionale ad oggi del governatore Caldoro è ancora molto limitata perché tantissimi poteri che qui vengono introdotti in realtà, nella normativa attuale, potrebbero già essere esercitati dal presidente della regione.
Abbiamo manifestato anche tutte le nostre preoccupazioni sul tema - come ricordava anche prima l'onorevole Piffari - delle deroghe alle procedure di valutazione di impatto ambientale e, eventualmente, di autorizzazione ambientale integrata, cioè tutte le norme di carattere ambientale. È vero che vi è necessità di abbreviare i tempi però ormai - e lo abbiamo visto anche nella discussione sulla Sicilia e lo vedremo tutte le volte che affronteremo discussioni che riguardano stati di emergenza pregressi - tutte le volte che si è agito in deroga alle tematiche, alle autorizzazioni e alle procedure di carattere ambientale, nel giro di pochi anni ci siamo trovati di fronte ad impianti con gravi problemi dal punto di vista dell'impatto ambientale, perché sono impianti che molte volte non rispettano i minimi criteri normativi e creano problemi di carattere ambientale e sanitario.
Inoltre, è stato fatto all'interno di questo decreto-legge qualcosa tra la confusione e il pasticcio. Infatti, non è vero che si è svolto un confronto vero in Parlamento ma, piuttosto, direi che è stato fatto un confronto vero tra le diverse anime della maggioranza a proposito della diversa disciplina con cui si affrontano le discariche, gli inceneritori e gli impianti di trattamento intermedi.
Sono tre discipline assolutamente diverse e, non a caso, si capisce che quella su cui c'è maggiore interesse è quella sugli appalti degli inceneritori che - com'è noto - presentano dei «conquibus» finanziari molto più elevati rispetto agli altri tipi di impianti. È per questo che, ad esempio - ed entriamo nell'oggetto del nostro emendamento e della richiesta della soppressione - non si capisce che senso abbia questa struttura di supporto, per la quale - lo ricordo - si buttano via, a mio parere, 350 mila euro. Si può dire che si tratta di poca cosa rispetto a quello che fino ad oggi si è sperperato in Campania per la questione emergenziale, ma in realtà questi soldi potrebbero essere indirizzati per fare qualcos'altro.
Infatti, non si capisce perché bisogna fare una struttura di supporto dal momento in cui sul versante ambientale il Ministero e la regione possono avvalersi dell'ISPRA, con quasi 1.200 dipendenti tutti qualificati, dell'Arpa Campania, con quasi 500 dipendenti, tra i quali vi è personale qualificato, e dell'Istituto superiore di sanità. Ciò per quanto riguarda le questioni ambientali e sanitarie; sul versante energetico più volte è stato utilizzato l'ENEA, che addirittura è stato trasformato proprio su richiesta della maggioranza in un'agenzia per l'energia, mentre per quanto riguarda le procedure d'appalto credo e spero che i funzionari regionali siano in grado di approcciare un tipo di appalti di quel genere. Non si capisce a cosa serva una struttura di supporto se non a spendere e a buttare via 350 mila euro.
Tra l'altro, voglio ricordare che anche noi nella nostra proposta di legge avevamo chiesto di istituire una struttura tecnico-scientifica a supporto della regione, ma una struttura costituita proprio da componenti di carattere istituzionale. Quindi, proponiamo di stralciare questa parte dell'articolo 2-bis, con un emendamento di carattere soppressivo.
L'intero decreto-legge - lo ripeto - sostanzialmente dà due risposte: una - come ho ricordato prima - è una sorta di pronto soccorso nei confronti di un presidente debole, l'altra mostra che le deroghe sono talmente tante che, di fatto, si ritorna ad uno stato di emergenza.
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