31/07/09

Green New York

Per capire il tasso di inquinamento reale, un gigantesco cartellone è stato messo a New York all’esterno del Madison Square Garden e dellaPenn Station, il quale mostra le concentrazioni atmosferiche di gas serra presenti in quel determinato momento. Secondo le prime rilevazioni queste aumentano di 800 tonnellate al secondo.
Secondo BusinessGreen:
Il cartellone, primo al mondo scientificamente valido, aggiorna in tempo reale l’indicatore delle emissioni di carbonio, è stato inaugurato ufficialmente ieri dalla Deutsche Bank e dalla divisione Asset Management di un team di ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT). All’inaugurazione, il cartellone ha dimostrato che esistono attualmente 3,64 miliardi di tonnellate di gas a effetto serra nell’atmosfera e che la cifra è in aumento di 800 tonnellate al secondo.

I Sindaci consumano di meno


E' da ieri on line il template per stendere il piano energia sostenibile utilizzabile dai sottoscrittori del Covenant of mayors

29/07/09

Rifiuti: l'emergenza non è finita...


(ANSA) - NAPOLI, 29 LUG - 'In Campania siamo ancora in piena emergenza rifiuti'. E' quanto sostiene Alessandro Bratti, capogruppo Pd della Bicamerale per le indagini sui traffici illeciti di rifiuti.
'Dagli elementi raccolti emergono moltissimi problemi - dice - tra cui l'inadempienza di questi 11 Comuni ci chiediamo quando verranno prese decisioni su come sanzionarli'.
'C'e' una grande difficolta' a far partire altri inceneritori, vari contenziosi di carattere economico in atto - aggiunge - l'improbabile gestione degli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti mentre la raccolta differenziata fatica a decollare'.
'Tutti questi elementi richiamano ancora una volta la necessita' di affrontare il tema della gestione dei rifiuti non solo in Campania, ma in tutto il paese - conclude - se si sommano le situazioni della Sicilia, lo stato di emergenza in Calabria e le altre difficolta' emerse per il Lazio ci si rende conto che piu' che aver risolto un problema, quello di Napoli, si rischia che se ne aprano drammaticamente altri'.(ANSA).

26/07/09

Fondazione Scuola di Politica: un appuntamento importante

E' terminato il ciclo seminariale della Scuola di politica a Bertinoro. La giornata su l'energia da me presieduta è stata ricca di spunti interessanti. Puntuali i vari relatori nelle loro dissertazioni. Le domande e gli interventi dalla platea hanno contribuito a rendere la giornata utile e piacevole...

24/07/09

Tutto meno che trasparenza...


Il via libera alla conversione a carbone della Centrale di Porto Tolle rappresenta una delle vicende meno trasparenti e contraddittorie che hanno caratterizzato l’operato di questo Governo in materia di ambiente. In assenza di un Piano energetico, promesso dal ministro Scaiola, ma in realtà di fatto inesistente se non per la definizione di ipotetiche percentuali di produzione di energia primaria : 25 % rinnovabili, 25 % nucleare e 50 % gas, derivati del petrolio e carbone, si prendono decisioni in base a fattori contingenti tra cui le pressioni esercitate dai grandi produttori di energia piuttosto che ad una scelta strategica per lo sviluppo del Paese.

L’iter che ha visto la decisione di convertire a carbone la centrale di Porto Tolle è stato per lo meno strano per non dire altro. L’istruttoria tecnica in sede di Commissione valutazione di Impatto ambientale ha subito numerose battute di arresto in parte per la necessità di esaminare un progetto complesso, in parte perché questa operazione di conversione in base alle leggi vigenti non era possibile.
Proprio per la delicatezza dell’ecosistema in cui la centrale è collocata, il parco del Delta del Po, è necessario procedere a valutazioni approfondite non solo per le emissioni in atmosfera ma anche e soprattutto per l’impatto che il trasporto del combustibile e le infrastrutture collegate potrebbero avere su un’area che nulla a che invidiare come bellezze naturali e attrattività turistica ad altre zone europee come le foci del Danubio o quelle del Rodano. Ricordo che in maniera in realtà inusuale ma efficace, la procura di Rovigo attraverso consulenti tecnici, tra cui le Agenzie ambientali dell’Emilia e del Veneto, ha condotto una serie di indagini tecniche poi riportate in un documento inviato alla Commissione per la Valutazione dell’Impatto ambientale. Sarebbe interessante sapere se e quante di quelle osservazioni sono state considerate. In realtà il ministero dell’Ambiente più volte invitato alla Camera a rendere pubblici i dati tecnici ad oggi, dopo varie sollecitazioni, non ha ancora risposto.
A questo si aggiunga che attraverso un provvedimento su cui il Governo ha posto la fiducia, “ Il decreto incentivi-quote latte”,si è provveduto a bypassare la legge regionale sul Parco (n 36/1997) che prevedeva la conversione solo a gas o altro combustibile a minor impatto ambientale.
Anche in questo caso sarebbe stato più opportuno che fosse lo stesso Consiglio regionale veneto a decidere e non il Governo. Quindi una prevaricazione istituzionale quanto mai dubbia. Aspetto poi molto inquietante , vedi le recenti polemiche Prestigiacomo vs altri ministri, il fatto che in nome dell’”ambientalismo del fare” si buttino a mare in Italia tutte le conquiste ambientaliste degli ultimi vent’anni, tra l’altro ampiamente consolidate nella giurisprudenza europea, togliendo le responsabilità in capo agli organismi tecnici qualificati delle valutazioni di impatto delle infrastrutture energetiche.
Non deve essere poi dimenticato che, riguardo alla qualità dell’aria, la Pianura padana presenta fortissime criticità che, le Istituzioni preposte, dovranno risolvere in tempi certi così come richiesto dalla Commissione europea. E nell’area padana, senza nessun tipo di programmazione, si continuano ad autorizzare impianti di produzione di energia, per lo più impianti a turbogas a ciclo combinato, che non contribuiranno certo a migliorare la qualità dell’aria a meno che non avvengano in sostituzione di quelli vecchi. Certo è probabile che l’impatto sulla qualità dell’aria dell’impianto di Porto Tolle a carbone sia minore rispetto alla vecchia centrale ad olio, ma rimangono gli interrogativi sul perché , se questo è vero, vi siano tutte queste reticenze a mostrare e rendere pubblici i dati.
Per concludere credo che la vicenda della conversione a carbone di Porto Tolle vada ben oltre alla discussione se il carbone può rappresentare oggi per l’Italia una scelta adeguata. Si tenga presente che il grande entusiasmo legato alla possibilità di applicare il sequestro di carbonio (CSS) come tecnologia all’avanguardia per interrare l’anidride carbonica emessa da questi grandi impianti, di fronte alle molte complicazioni tecniche si è di molto affievolito.
Non si tratta di un iter trasparente né tanto meno virtuoso bensi di una vicenda caratterizzata da anomalie procedurali e da poca chiarezza. Credo che per poter puntare sulla qualità dello sviluppo industriale nel nostro Paese non si possa prescindere dall’avere controlli ambientali rigorosi e procedure trasparenti che garantiscano a tutti i cittadini che non vi è un pericolo per la loro salute e per l’ambiente in cui vivono. Troppi incidenti sul lavoro e disastri ambientali sono successi in Italia proprio a causa di un mancato rispetto delle regole. Nel caso di Porto Tolle ancora molti dubbi e interrogativi rimangono , al Ministro il compito di rispondere!

22/07/09

La sfida del PD


giovedì 30 luglio 2009, 15.00 - 18.30, Sala Convegni direzione Pd, Via Sant'andrea delle Fratte 16, Roma

(16 luglio 2009) - Dal discorso di Dario Franceschini:
" L'Italia è la risorsa dell'economia italiana.
Difenderla dalla devastazione e dal saccheggio, è come per l'economia di un paese arabo tutelare le proprie risorse petrolifere. Anche per questo valorizzare e investire sull'ambiente e l'economia verde deve essere la nostra priorità.
La green economy sarà nel prossimo decennio ciò che è stata la rivoluzione informatica negli anni 80, il nuovo motore dell'economia mondiale. Chi raccoglierà questa sfida sarà protagonista, chi si attarderà è destinato a rimanere ai margini. I risultati del recente G8 hanno segnato una timida inversione di tendenza nell'impegno per le energie rinnovabili e contro il riscaldamento globale. Occorre fare di più.
Noi vogliamo che l'Italia faccia proprio il programma della presidenza Svedese dell'Unione europea e per questo proponiamo che si alleggeriscano le tasse sulle imprese che mettono in atto comportamenti meno inquinanti.
Noi vogliamo che l'Italia guidi una rivoluzione verde, vogliamo estenderne le grandi opportunità a tutti i territori, a cominciare da quelli del Sud, che su questi temi potrebbe riscoprire una vocazione che traini il suo sviluppo.
Per centrare questo obiettivo serve un Partito Democratico più coraggioso e più netto nei suoi sì e nei suoi no.
Sì a una radicale riconversione del nostro sistema energetico verso l'efficienza, il risparmio, le fonti rinnovabili.
No al nucleare del passato, pericoloso e costosissimo.
Sì a una rivoluzione fiscale che alleggerisca il prelievo su lavoro e imprese che inquinano e consumano meno.
No all'abusivismo e al consumo spregiudicato di territorio. Sì all'edilizia di qualità e alla sicurezza antisismica.
No a tutte le forme di illegalità ambientale, cominciando da una lotta senza quartiere alle ecomafie e dall'inserimento dei reati ambientali nel codice penale.
Sì a uno sviluppo locale e urbano che scelga una mobilità più sostenibile e meno soffocata dal trasporto su strada, che opti per sistemi moderni di smaltimento dei rifiuti.
E' su questa rotta che oggi deve muoversi l'Italia.

Presentata a Ferrara la mozione Franceschini


Ieri sera, di fronte ad una sala stracolma di persone, molti visi nuovi, Massimo Maisto ha ottimamente introdotto la "mozione Franceschini".
Nel mio intervento (qui sopra la foto dall'Iphone del mio fotografo non ufficiale:-) ho anche io richiamato alcuni dei temi contenuti nella relazione di Dario. In particolare due, per me centrali: l'importanza delle regole e la questione della legalità collegati entrambi all'idea dello sviluppo di qualità e ai temi dell'ambiente. Ho sostenuto inoltre il fatto che non si deve temere il confronto con gli altri candidati alla segreteria: il congresso può essere una grande occasione per parlare al Paese.Non è un caso se è di Ferrara il segretario di uno dei maggiori partiti progressisti d'Europa: Ferrara da molto tempo luogo del dialogo,ha iniziato un processo di rinnovamento della politica di cui oggi l'attuale gruppo dirigente ne rappresenta un primo risultato. Ferrara è oggi per il PD in Italia un punto di riferimento fondamentale

16/07/09

Fiducia Regole Uguaglianza Merito Qualità

Cliccate sul titolo e leggete il discorso integrale. Ciao

Ma le aziende ad alto rischio?

“In Italia non è ancora applicato il Decreto legislativo n 334 del 1999 riguardante gli impianti ad alto rischio di incidente rilevante. Gli stabilimenti sono oltre 1000, molti situati al nord, che in caso di calamità naturali o incidenti causati dall’uomo potrebbero provocare disastri di proporzioni vastissime”. Lo dicono Alessandro Bratti, Raffaella Mariani e Chiara Braga deputati PD della Commissione Ambiente alla Camera. “La risposta del Sottosegretario Menia rispetto ai quesiti posti ci lascia molto perplessi. In particolare non è ancora stato determinato chi paga i controlli per la sicurezza di questi impianti. La legge è molto chiara i controlli sono a carico dei gestori, i quali visto l’attività che svolgono sono soprattutto grandi imprese: stabilimenti chimici, raffinerie, produttori di farmaci". "Non vorremmo che in nome della crisi economica - sostengono i deputati del PD- ancora una volta si sacrifichi la sicurezza ambientale e sanitaria della popolazione per poi chiedersi successivamente agli incidenti che capitano come hanno potuto succedere".

L'emergenza rifiuti in Campania non è risolta !

(DIRE) Roma, 16 lug. - "L'emergenza in Campania non e' affatto risolta, e non si sa ancora dove smaltire tonnellate di rifiuti".
Di piu': dall'inchiesta della commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti "emerge un quadro drammatico". Lo afferma Alessandro Bratti, deputato del Pd e capogruppo del Partito democratico nella Bicamerale per le indagini sui traffici illeciti legati al ciclo dei rifiuti.
Dal sopralluogo aereo svolto sul territorio fra Caserta e Napoli, spiega Bratti, "sono evidenti le profonde ferite costituite da un abusivismo diffuso, dalla presenza delle ecoballe, da discariche abusive". Inoltre l'esponente del Pd denuncia che a oggi "non e' chiaro come possano essere smaltite le tonnellate di rifiuti stoccate nei diversi siti ne' dove finiscono le quantita' di materiale organico derivante dalla selezione dei cosiddetti impianti di compostaggio". Ancora, prosegue Bratti, "preoccupa il forte legame fra i clan camorristici del casertano e i traffici connessi al ciclo dei rifiuti che, dalle dichiarazioni dei diversi procuratori, non sembrano in diminuzione". Percio' "e' necessario continuare nella lotta alla criminalita' organizzata legata al ciclo dei rifiuti mettendo in campo provvedimenti legislativi che potenzino l'attivita' della magistratura". In tal senso importanti sono le intercettazioni telefoniche, "strumento di indagine straordinario per contrastare l'attivita' illegale di carattere ambientale". Il provvedimento che vuole limitarle, conclude Bratti, "sarebbe un regalo al clan".

15/07/09

Se ne parla....

La difesa dell'ambiente e quella della vita devono andare di pari passo oppure si creera' una ''grave antinomia della mentalita' e della prassi odierna'' che finira' per ''avvilire la persona, sconvolgere l'ambiente e danneggiare la societa'''. Lo afferma papa Benedetto XVI nella sua enciclica 'Caritas in veritate'', dove il Papa ha dedicato un punto specifico all’ecologia e all’energia.
Leggi anche su Greenreport

14/07/09

Attività della bicamerale


Si è svolta a Napoli la prima parte dei lavori della Commissione Bicamerale per le indagini sulle attività illecite collegate alla gestione dei rifiuti. La Commissione ha incontrato sia i rappresentanti istituzionali di Regione, Provincia e Comune di Napoli sia i rappresentati del Sottosegretariato ai rifiuti.
“Dai primi incontri emerge una generale difficoltà a entrare nella normalità gestionale .- dichiara capogruppo Alessandro Bratti del PD. “Sicuramente sono stati passi avanti , ma l’incongruenza dei dati presentati riguardo alla produzione dei rifiuti , del recupero del materiale derivante dalla raccolta differenziata, dal funzionamento degli impianti , soprattutto il termovalorizzatore di Acerra, segnalano una situazione ben lungi dalla risoluzione definitiva così come più volte annunciato dal Governo”. “ Non è ancora chiaro come verranno smaltite le cosiddette ecoballe.” “ Anche il problema delle cave come ricettacolo di rifiuti pericolosi è da considerare – sostiene De luca Vicepresidente della Commissione – al fine di risolvere l’emergenza”

11/07/09

L'impegno dei grandi per il clima

Si sono chiusi il 10 luglio all’Aquila i tre giorni di lavoro del G8, che includevano nella giornata di giovedì anche il MEF (Major Economy Forum), incontro voluto da Barack Obama per raccogliere intorno al tavolo i 16 paesi responsabili di più dell’80% delle emissioni mondiali di CO2.
Il documento finale del G8 ribadisce l’importanza di mantenere l’innalzamento della temperatura sotto i 2°C attraverso una riduzione sostanziale delle emissioni a livello globale, riconoscendo di fatto la soglia che la comunità scientifica ritiene non debba essere superata. Di buono c’è che i ‘Grandi’ abbiano concordato per la prima volta l’impegno a ridurre le emissioni del 50% entro il 2050 da aumentare all’80% nelle nazioni industrializzate, anche se con uno spostamento di scadenze troppo avanti per riflettere l’urgenza d’azione necessaria.
Nel documento finale del G8 è richiesta una transizione verso un’economia a basso contenuto di carbonio, che deve necessariamente coinvolgere anche i paesi che stanno attuando il loro processo di sviluppo. Per consentire ciò è necessario facilitare il trasferimento di tecnologie verso i paesi in via di sviluppo attraverso l’eliminazione o la riduzione delle barriere tariffarie e non tariffarie ed intervenendo anche a livello dei diritti di proprietà intellettuale.
Altro tema presente nel documento finale è quello del mercato del carbonio. L’obiettivo, che ha trovato il forte interesse degli USA, è quello di creare un unico mercato internazionale della CO2, già esistente oggi nella Ue, al fine di innescare un ciclo virtuoso attraverso il riconoscimento economico per chi decide di investire in efficienza energetica.
La dichiarazione del MEF recita: “Noi accresceremo decisivamente e coordineremo gli investimenti pubblici nella ricerca, nello sviluppo e nella presentazione di queste tecnologie, con l’idea di raddoppiare questo tipo di investimenti entro il 2015, al contempo riconoscendo l’importanza degli investimenti privati, della partnership pubblico-privata e della cooperazione internazionale, compresi i centri regionali di innovazione”.
Ricordiamo inoltre che il 13 luglio si terrà la riunione di avvio della prossima relazione internazionale dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il foro scientifico formato nel 1988 dall’Organizzazione Meteorologica ambientale (WMO) e l'United Nations Environment Programme (UNEP). Duecento tra i massimi esperti di tutto il mondo si riuniranno dal 13 al 17 luglio 2009, per lo Scoping Meeting del 5° Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici.
I temi affrontati saranno quelli inerenti alla valutazione dell'informazione tecnico-scientifica e socio-economica, i possibili impatti sulla vita dell'uomo e le misure da mettere in atto per fronteggiarli. L’incontro ospitato a Venezia dall'Italia, è realizzato in collaborazione con il Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici (CMCC), la Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) e l'International Center on Climate Governance (un’iniziativa congiunta della FEEM e della Fondazione Giorgio Cini), e finanziato dal Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

06/07/09

Arra e Acesa

Di seguito il riassunto del documento che analizza in modo congiunto la legge di “stimolo” dell’economia statunitense passata in febbraio e la legge attualmente in discussione al Congresso USA: l’American Clean Energy and Security Act (ACESA).
La conversione verde dell’economia si basa su tre obiettivi profondamente correlati tra loro:

• Aumentare drasticamente l’efficienza energetica
• Abbassare drasticamente il costo della fornitura di energia da fonti rinnovabili
• Imporre dei limiti e stabilire conseguentemente un prezzo all’inquinamento causato dalla combustione di petrolio, carbone e gas naturale

Questo documento esamina l’impatto delle due principali iniziative dell’Amministrazione Obama in materia di energia, rispetto a tre fondamentali parametri economici (posti di lavoro, benefici e crescita economica). Si tratta dell’American Recovery and Reinvestment Act (ARRA), diventato legge in Febbraio, e dell’American Clean Energy and Security Act (ACESA), approvato dal Congresso, quindi con iter non ancora pienamente concluso.
Via Nextville



L’ARRA è un programma di spesa di 787 miliardi pensato per contrastare la recessione, che include voci dedicate all’energia pulita come uno strumento tra molti altri per stimolare l’occupazione e la crescita economica. In queste voci sono racchiuse sia disposizioni di spesa federale diretta sia incentivi per gli investitori privati.

ACESA invece opererà soprattutto stabilendo regolamenti e incentivi per il business privato, idonei a stimolare gli investimenti in efficienza energetica e nelle rinnovabili, e a scoraggiare la dipendenza dai combustibili fossili.
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3 Luglio 2009
Obama, le rinnovabili e l’efficienza energetica
(Filippo Franchetto)

Pubblichiamo il riassunto di un documento di un team di economisti che –nell’ottica dell’impulso alle rinnovabili e all’efficienza energetica– analizza in modo congiunto la legge di “stimolo” dell’economia statunitense passata in febbraio e la legge attualmente in discussione al Congresso USA: l’American Clean Energy and Security Act (ACESA).

Il documento riporta alcuni dati tratti dalla bozza discussa in giugno alla Camera. Si rischia qualche confusione quando si osservano i target di riduzione delle emissioni. Il testo infatti riporta i target complessivi di abbattimento delle emissioni, senza specificare che il meccanismo cap-and-trade previsto da ACESA è una revisione della legge di taglio delle emissioni già approvata nel maggio di quest’anno. E che in un caso il target è più alto di quello precedente. E’ probabile comunque che questi valori verranno ridiscussi in sede di dibattito nel Senato.

La differenza è questa:

Anno Target ACESA
Target legge
Cap-and-trade
2005
(anno base)

2012 -3% -3%
2020 -20% -17%
2030 -42% -42%
2050 -83% -83%

Ricordiamo inoltre che il paragone con gli obiettivi Kyoto, tarato sull’anno 1990, si può fare solo inserendo un dato in più: il livello emissioni USA al 2005 è del 12% superiore a quello dell’anno 1990.

Quindi gli obiettivi di ACESA, secondo la scala Kyoto, diventano:

Al 2012: –15% (12+3)
Al 2020: –32% (12+20), ecc.



Sintesi del documento

The Economic benefits of investing in clean energy
How economic stimulus program and new legislation can boost U.S. economic growth and employment

di
Robert Pollin, James Heintz e Heidi Garrett-Peltier, Department on Economics and Political Economy Research Institute (PERI), University of Massachusetts, Amherst
e
Bracken Hendricks and Michael Ettlinger, Project Managers, Center for American Progress

Giugno 2009


Introduzione

La conversione verde dell’economia si basa su tre obiettivi profondamente correlati tra loro:

• Aumentare drasticamente l’efficienza energetica
• Abbassare drasticamente il costo della fornitura di energia da fonti rinnovabili
• Imporre dei limiti e stabilire conseguentemente un prezzo all’inquinamento causato dalla combustione di petrolio, carbone e gas naturale

Questo documento esamina l’impatto delle due principali iniziative dell’Amministrazione Obama in materia di energia, rispetto a tre fondamentali parametri economici (posti di lavoro, benefici e crescita economica). Si tratta dell’American Recovery and Reinvestment Act (ARRA), diventato legge in Febbraio, e dell’American Clean Energy and Security Act (ACESA), approvato dal Congresso, quindi con iter non ancora pienamente concluso.

L’ARRA è un programma di spesa di 787 miliardi pensato per contrastare la recessione, che include voci dedicate all’energia pulita come uno strumento tra molti altri per stimolare l’occupazione e la crescita economica. In queste voci sono racchiuse sia disposizioni di spesa federale diretta sia incentivi per gli investitori privati.

ACESA invece opererà soprattutto stabilendo regolamenti e incentivi per il business privato, idonei a stimolare gli investimenti in efficienza energetica e nelle rinnovabili, e a scoraggiare la dipendenza dai combustibili fossili.

Le specifiche caratteristiche di ARRA e ACESA si completano a vicenda.

L’analisi mostra che queste due misure insieme possono generare, per i prossimi dieci anni, all’incirca 150 miliardi di dollari l’anno di investimenti verdi negli Stati Uniti. Questi 150 miliardi di dollari, pur includendo finanziamenti governativi, saranno soprattutto investimenti provenienti dal settore privato.

Il piano è in grado di generare un incremento netto di 1,7 milioni di posti di lavoro. L’incremento lordo è invece pari a 2,5 milioni, a cui però si devono sottrarre 800 mila posti di lavoro persi nel settore dei combustibili fossili tradizionali.

Questa espansione nelle opportunità di lavoro potrà continuare per tutto il tempo in cui gli investimenti si manterranno sui 150 miliardi di dollari l’anno.

Questo incremento di posti di lavoro può da solo ridurre di un punto percentuale (dall’attuale 9,4 all’8,4%) il tasso di disoccupazione.
La chiave della ricerca si basa sul fatto che gli investimenti in energia pulita generano circa tre volte più posti di lavoro rispetto all’equivalente investito nel settore fossile.

Dal punto di vista dell’impatto sul PIL, tutti i modelli utilizzati, senza alcuna eccezione, dimostrano che gli interventi di limitazione alle emissioni di carbonio proposti in ACESA, avranno, nel peggiore dei casi, un impatto assolutamente trascurabile sulla crescita economica di lungo termine.


Il programma di stimolo economico e la nuova legislazione sull’energia pulita

In questa sezione si considerano prima ARRA e ACESA separatamente, per poi valutare l’effetto combinato dei due provvedimenti.


ARRA: the American Recovery and Reinvestment Act (ARRA)

La spesa totale federale per l’ambiente messa in campo da ARRA ammonta a circa 100 miliardi di dollari, divisi in nove categorie:

1. energie rinnovabili (25,3 miliardi di dollari)
2. efficienza energetica (24,4 miliardi di dollari)
3. trasporti (23,0 miliardi di dollari)
4. rete elettrica (13,0 miliardi di dollari)
5. decontaminazione nucleare (6,0 miliardi di dollari)
6. cattura e stoccaggio carbonio (3,4 miliardi di dollari)
7. ricerca scientifica di base (1,6 miliardi di dollari)
8. spese amministrative (0,8 miliardi di dollari))
9. altro (3,0 miliardi di dollari)

Da notare che le prime quattro voci sommano da sole 86 dei 100 miliardi complessivi previsti dal programma.


Tipologie di assegnazione dei fondi federali

Le categorie sono:

• spesa pubblica diretta (direct public spending)
• contributi/sussidi (grants)
• incentivi fiscali (tax incentives)
• prestiti garantiti (loan guarantees)
• obbligazioni (bonds)


Spesa addizionale da parte di stati, governi locali e business privato

I programmi di spesa pubblica diretta del governo federale ammontano a 27,6 miliardi, sui cento del totale. I rimanenti 73 miliardi sono incentivi destinati agli stati, ai governi locali e ai privati. Quanti ulteriori investimenti si possono ottenere con questi incentivi?

La stima è difficile. Abbiamo valutato che i vari contributi/sussidi, prestiti garantiti, incentivi e obbligazioni, potranno stimolare circa 180 miliardi in aggiunta ai 100 miliardi messi in campo dal piano di stimolo. Tuttavia, se il settore privato non risponderà con sufficiente entusiasmo, si potrebbe restare al di sotto dei previsti 280 miliardi. Il maggiore o minore successo dipenderà dallo sviluppo di altre regole e incentivi per l’energia verde.


Ritmo di spesa nei programmi di stimolo economico

Circa il 90% della spesa complessiva di 787 miliardi dell’ARRA è prevista tra il 2009 e il 2014. Ma il programma è mirato soprattutto a incoraggiare la partecipazione del settore privato, e ciò significa che il livello di spesa si estenderà su un più lungo arco di tempo. Il Congressional Budget Office ha previsto che il 35% del totale di spesa sarà raggiunto nel 2011, il 90% nel 2014 e il 96% nel 2015 (dati cumulativi).

Se assumiamo che l’intervento congiunto pubblico / privato sia intorno ai 280 miliardi nel periodo esaminato, otteniamo un livello medio di investimenti in energia pulita legati ad ARRA di circa 56 miliardi/anno per cinque anni.


The American Clean Energy and Security Act (ACESA) del 2009

Le politiche proposte da ACESA giocheranno un ruolo centrale nel rafforzare gli incentivi verdi introdotti dal Programma ARRA.

Il testo attuale di ACESA prevede una serie di standard, regolamenti e restrizioni relativi all’efficienza energetica e alle emissioni di CO2. La bozza è attualmente (18 giugno 2009) in discussione al Congresso e andrà a ulteriori revisioni prima di essere firmata dal presidente. Ma la struttura e i parametri rimarranno invariati.

ACESA è soprattutto una legislazione regolatoria, non una legge finanziaria. Influenzerà l’assegnazione delle risorse private e la direzione del cambiamento tecnologico, e di conseguenza modificherà i modi nei quali l’energia viene prodotta e consumata. Questo avverrà principalmente con l’introduzione di un programma cap-and-trade del carbonio che per la prima volta assegnerà un prezzo alle emissioni di CO2 e successivamente permetterà alle compagnie di scambiare crediti di carbonio tra loro, via via che i limiti di emissione si faranno più stringenti.

Diversamente dal programma di stimolo, in questo caso non vi sono misure di spesa diretta o sussidi per promuovere gli investimenti privati. Tuttavia anche con ACESA l’obbiettivo implicito è quello di incoraggiare nuovi investimenti in energia pulita e scoraggiare la dipendenza da combustibili fossili. Più in particolare, il nuovo programma cap-and-trade limiterà esplicitamente la produzione e il consumo di energia fossile e incoraggerà gli investitori a rispondere alla domanda di mercato fornendo alternative energetiche pulite.

Oltre al cap-and-trade, altri aspetti del disegno di legge sono: incrementare l’efficienza energetica, diversificare le risorse energetiche attraverso lo sviluppo di alternative pulite, ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili, modernizzare il sistema di trasmissione e distribuzione dell’energia attraverso l’adozione di tecnologie smart grid.

Ci saranno inoltre regolamenti su nuovi standard nazionali per la generazione di elettricità da fonti rinnovabili e linee guida che porteranno ad altri, standard e regolamenti attraverso future iniziative normative.

Queste importanti disposizioni aggiuntive di ACESA comprendono:

• un programma di cattura e sequestro della CO2
• uno standard di carburante a basso contenuto di carbonio ( low-carbon fuel )
• nuovi standard per l’efficienza energetica negli edifici
• nuovi standard di efficienza per i veicoli dei motori
• nuovi standard di efficienza energetica nell’industria

Consideriamo più nel dettaglio due programmi regolatori contenuti in ACESA.


Standard per l’energia elettrica da rinnovabili

ACESA si prefigge di ottenere:

• entro il 2012: il 6% da fonti rinnovabili di tutta l’energia elettrica erogata dai fornitori al dettaglio
• entro il 2020: il 15% da fonti rinnovabili

Il disegno di legge comprende una disposizione che consente alle utilities che superano gli obiettivi, di vendere i propri crediti ad altre compagnie.

Ma quanto investimento aggiuntivo in rinnovabili sarà necessario per raggiungere l’obiettivo del 15% al 2020? Il dipartimento di energia americano (EIA) stima che, al 2020, la fornitura elettrica media della popolazione nazionale statunitense sarà di 4.618 kWh. Se il 15% deve provenire da fonti rinnovabili, queste dovrebbero fornire circa 690 kWh procapite.

Per ottenere questo risultato, stimiamo che il totale installato di capacità di generazione rinnovabile dovrebbe aumentare di circa 53 gigawatt rispetto al livello attuale. Il valore monetario di questo investimento dovrebbe essere approssimativamente di 148 miliardi. Se spalmiamo l’investimento sui prossimi dieci anni, esso ammonterebbe a circa 15 miliardi l’anno.

Ma è anche possibile che si possa superare l’obiettivo del 15% al 2020, se all’intervento di ACESA si sommeranno le sinergie di altri programmi e il cap and trade.

Per raggiungere il 20% di rinnovabili al 2020, la EIA calcola che sarebbero necessari ulteriori 104 gigawatt …il che comporterebbe circa 290 miliardi di dollari di investimenti. Spalmati su dieci anni, sarebbero circa 30 miliardi l’anno.


Carbon cap-and-trade system

ACESA contiene uno specifico programma per ridurre i gas serra fino al 2050 attraverso un sistema cap-and-trade.

• 2012: riduzione delle emissioni del 3% rispetto al 2005
• 2020: riduzione delle emissioni del 20% rispetto al 2005
• 2030: riduzione delle emissioni del 42% rispetto al 2005
• 2050: riduzione delle emissioni dell’83% rispetto al 2005

Nuovi costi saranno imposti alle attività che emettono carbonio in atmosfera, mentre le attività che utilizzano energia pulita o migliorano la propria efficienza, potranno godere di notevoli risparmi nelle bollette. Le attività economiche passeranno una significativa porzione di questi costi o risparmi ai consumatori. Il risultato netto sarà che entrambi, attività economiche e consumatori, saranno scoraggiati dall’utilizzare energia ad alto tasso di carbonio; e in modo corrispondente entrambi saranno incoraggiati a promuovere l’efficienza energetica e le risorse pulite.

Quanto il limite alle emissioni di CO2 ridurrà i consumi di combustibile fossile e incoraggerà le rinnovabili e l’efficienza, dipenderà dal livello dei costi addizionali imposti da questa misura. Dipenderà anche da quanto convenienti risulteranno essere le alternative pulite rispetto ai combustibili fossili convenzionali.

Un esempio. Il carbon-cap produrrebbe un aumento del prezzo della benzina di circa il 10%, al 2030 (secondo le stime dell’EPA circa 4,5 $ a gallone anziché 4,15). Stando a molti esempi riportati in studi economici, , quello che gli economisti chiamano “l’elasticità del prezzo della domanda” per la benzina è nel range di -0,3. L’elasticità del prezzo indica quanta domanda viene meno se il prezzo della benzina aumenta del 10%. Una stima di elasticità di -0,3 significa che se il prezzo della benzina aumenta del 10%, la domanda diminuirà del 3%.

Ma l’elasticità del prezzo potrebbe risultare molto diversa se dovessero essere disponibili opzioni per aumentare l’efficienza e acquistare risorse energetiche rinnovabili. Se l’accessibilità al trasporto pubblico viene aumentata e se i biocarburanti diventano disponibili a prezzo competitivo – due risultati possibili grazie ad ARRA ed ACESA - allora possiamo immaginare che l’elasticità del prezzo della benzina tradizionale possa aumentare da - 0,3 a - 0,6.

Questo significa che ad un aumento del 10% del prezzo, il consumo di benzina tradizionale calerà del 6% anziché del 3%. Ma non perché i consumatori rinuncino a trasporti troppo cari, ma perché gli investimenti in energia pulita hanno come obiettivo veicoli più efficienti, migliore qualità del trasporto pubblico e bassi costi dei combustibili rinnovabili.


Come creare 150 miliardi di dollari l’anno di investimenti verdi

Questa cifra rappresenta circa l’8% del totale degli investimenti privati dell’economia statunitense nel 2007 e circa l’1,1% del PIL americano dello stesso anno.

Una caratteristica fondamentale del nostro approccio è che includiamo nella stima dei 150 miliardi solo gli investimenti che possono aumentare significativamente le opportunità di occupazione nell’economia degli USA. Infatti, molti investimenti in efficienza energetica non genereranno un grande aumento dell’occupazione, ad esempio la costruzione di automobili ed elettrodomestici efficienti, così come la realizzazione di nuovi edifici più efficienti rispetto allo stock esistente.


Investimenti pubblici e privati sovvenzionati

I 56 miliardi di dollari previsti dall’ARRA saranno solo una parte dei capitali in gioco, poiché una porzione significativa verrà da settori privati non sovvenzionati.


Espandere il settore privato non sovvenzionato per investimenti verdi

Gli investimenti non sovvenzionati si espanderanno via via che il mercato sovvenzionato, metterà in moto settori di business e profitto e via via che le tecnologie si perfezioneranno.


Il potenziale di mercato e la creazione di nuovi posti di lavoro


Efficienza energetica

Sviluppare l’efficienza energetica attraverso interventi di ristruttuazione degli edifici, miglioramenti nel trasporto pubblico, nei treni merci e nei sistemi di trasmissione elettrica smart grid, attaverso tecnologie già note. Il ritorno economico degli investimenti è piuttosto certo e rapido.


Interventi di ristrutturazione degli edifici

Una casa familiare tipica degli Stati Uniti richiede un piccolo investimento di 2.500 dollari in efficienza energetica per produrre risparmi annui del 30%. L’intervento riguarderebbe la coibentazione e l’isolamento di tetti e soffitte. Con altri 2.500 dollari, ulteriori risparmi di energia si possono ottenere sostituendo le finestre e installando elettrodomestici efficienti.

Le barriere economiche a questi investimenti cadranno attraverso:

• specifici programmi di spesa del governo che finanziano gli interventi
• regolamenti edilizi che prevedono standard più elevati di efficienza degli edifici
• un più generale quadro regolatorio che aumenta il costo di utilizzo dei combustibili fossili convenzionali. Banche, compagnie energetiche e diversi tipi di associazioni non profit si organizzeranno via via per fornire in anticipo il finanziamento per questi progetti.

Ci sono circa 110 milioni di unità abitative negli USA, di cui 80 milioni di villette unifamiliari. Assumendo un investimento medio di 4.000 dollari per edificio, si ha un mercato potenziale complessivo di 400 miliardi. A questo dovremmo aggiungere un mercato analogo per edifici non residenziali (scuole, ospedali, uffici, ecc). Per questi edifici, si stima un costo di interventi di 358 miliardi. In breve, il mercato potenziale per interventi di ristrutturazione solo negli USA è nell’ordine di 800 miliardi di dollari.


Smart Grid

I progetti di investimenti nelle infrastrutture di distribuzione e trasmissione elettrica richiederanno 44 miliardi di dollari l’anno per rispondere alla crescente domanda di elettricità nel periodo tra il 2010 e il 2030.

Aumentando l’utilizzo di nuove fonti energetiche, infatti, aumenterà proporzionalmente la domanda di investimenti nelle linee di trasmissione.

E’ ragionevole ritenere che circa la metà – più precisamente 20 miliardi sui 44 annui - rappresenteranno investimenti e miglioramenti dell’efficienza energetica necessari a supportare la crescita della generazione di energia rinnovabile.


Trasporto pubblico

I fondi verranno interamente dal settore pubblico. ARRA ha assegnato 23 miliardi per tutti gli investimenti nei trasporti (autostrade e altri progetti stradali in aggiunta al trasporto pubblico).


Cogenerazione

Gli investimenti saranno incoraggiati attraverso regolamenti che pongono limiti alle emissioni di carbonio e conseguentemente aumentano i prezzi dei combustibili fossili. Si attende una crescita del 40%, tra il 2007 e il 2030 degli investimenti nel settore della cogenerazione, che comporterà circa 5 miliardi di investimenti l’anno.


Energie rinnovabili

Gli investimenti in rinnovabili punteranno su tecnologie avanzate in modo da renderle economicamente competitive con i combustibili fossili, e sull’integrazione di queste tecnologie all’interno del processo di rinnovamento dell’economia americana.


Energie rinnovabili in rete di distribuzione (on grid)

Come già specificato:

• 15 miliardi/anno per raggiungere il 15% entro il 2020
• 30 miliardi/anno per raggiungere il 20% entro il 2020

Questo obbiettivo sarà a carico dei venditori di energia elettrica agli utenti residenziali, commerciali e industriali attraverso il sistema di distribuzione nazionale, cioè “la rete”.


Energie rinnovabili per autoconsumo (off grid)

E’ ipotizzabile una analoga crescita degli investimenti in rinnovabili anche da parte degli utilizzatori finali di energia elettrica. E cioè famiglie e attività commerciali che generano energia elettrica al di fuori della rete per il proprio uso, utilizzando risorse solari, eoliche, geotermiche e biomasse.

Il dipartimento di energia prevede che queste forme di generazione dell’energia elettrica cresceranno tra il 2007 e il 2030 ad un tasso annuale del 6,5%. Questo porterà approssimativamente 56 miliardi di investimenti nei prossimi 20 anni, pari a circa 3 miliardi l’anno.


Energie rinnovabili non elettriche

Si tratta di pompe di calore geotermiche, sistemi solari termici e anche stufe a legna. Gli investimenti da parte di famiglie e attività commerciali saranno simili a quelli per le rinnovabili elettriche, per un totale di circa 3 miliardi l’anno.


Carburanti alternativi per i motori dei veicoli

Al 2020, si stima che il mercato dell’etanolo sarà di circa 20 miliardi di galloni l’anno. Per produrre 1/3 di questa quantità con etanolo da cellulosa, saranno necessari investimenti di 50 miliardi di dollari per i prossimi dieci anni, pari a circa 5 miliardi di dollari l’anno.


La creazione di posti di lavoro attraverso gli investimenti in energia pulita

La spesa diretta in un programma di investimenti in energia pulita avrà maggiore impatto sull’occupazione rispetto alla spesa in altri settori, compresa l’industria petrolifera in tutte le fasi di produzione (raffinamento, trasporto e commercializzazione).

Gli investimenti in energia pulita creeranno negli Stati Uniti questa maggiore occupazione grazie a tre tipi di effetti:

• effetti diretti: posti di lavoro creati dagli interventi di ristrutturazione degli edifici, e di costruzione di turbine eoliche e altre tecnologie

• effetti indiretti: posti di lavoro legati all’indotto del settore edile e di costruzione di turbine eoliche e altre tecnologie, come il legname, l’acciaio e i trasporti

• effetti indotti: espansione dell’economia grazie alle persone che spendono i soldi guadagnati (grazie a questo settore), in altri prodotti

Spendere 1 milione di dollari in efficienza energetica e fonti rinnovabili produce molti più posti di lavoro rispetto alla stessa cifra spesa in combustibili fossili o in energia nucleare. E in particolare:

• efficienza energetica: investire in ristrutturazioni e trasporti di massa crea 2,5 volte più posti di lavoro rispetto ai settori del petrolio e del gas

• rinnovabili: 2,5-3 volte di più rispetto ai settori del petrolio e del gas

Ma perché una combinazione di investimenti verdi crea un numero di posti di lavoro tre volte superiore a quello creato dall’industria dei combustibili fossili?

Agiscono tre fattori:

• L’intensità del lavoro (labor intensity). Il programma verde utilizza molta parte delle proprie risorse nell’assunzione di personale, e relativamente meno nell’acquisto di macchinari, componenti, terreno e di stessa energia.

• Il contenuto economico nazionale (domestic content). Il programma di investimenti verdi fa leva più su attività economiche all’interno degli USA –come la ristrutturazioni degli edifici o il miglioramento della rete elettrica- e meno sulle importazioni riguardanti i settori dei combustibili fossili convenzionali.

• Il livello di retribuzione (Pay levels). Gli investimenti verdi producono più posti di lavoro a tutti i livelli di retribuzione rispetto all’industria fossile.


Tipi di lavoro generati dagli investimenti verdi

Tra i nuovi posti di lavoro creati, alcuni saranno in aree specializzate come l’installazione di pannelli solari e la ricerca di nuovi materiali da costruzione. Ma la gran maggioranza sarà negli stessi settori nei quali le persone lavorano già oggi, in ogni regione e stato del paese.

La realizzazione di centrali eoliche, ad esempio, crea posti di lavoro per metalmeccanici, macchinisti e camionisti. Il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici richiede manovalanza edile e ispettori del lavoro. Lo sviluppo del trasporto pubblico richiede ingegneri civili, elettricisti e altri tecnici .

Inoltre, si mettono in moto tutta una serie di servizi e attività di supporto, tra cui: contabili, avvocati, impiegati, manager delle risorse umane, bancari e personale addetto alle vendite.


Effetti sull’occupazione dei 150 miliardi in investimenti verdi

Un livello di investimento annuale di 150 miliardi di dollari potrebbe generare un totale di circa 2,5 milioni di posti di lavoro. Spendendo la stessa cifra nell’industria fossile si produrrebbero circa 800mila posti di lavoro. Questa è una differenza di circa 1,7 milioni di posti di lavoro.


Più posti di lavoro grazie a bassa produttività, protezionismo e bassi salari?

Il principale argomento dei critici si basa sulla produttività del lavoro, cioè la ricchezza prodotta (output) per lavoratore. Si sostiene che il maggior numero di occupati (17 contro 5 per ogni milione investito) nel settore delle energie pulite, riduce la produttività media del settore energetico.

Questa prospettiva ignora due considerazioni cruciali.

Primo. Gli investimenti verdi offrono opportunità a lavoratori che ora sono disoccupati. Questo aumenta il livello di produttività di milioni di lavoratori: da zero a un numero positivo. Analogamente, gli investimenti verdi creano nuove opportunità per i lavoratori sottoccupati, aumentando comunque la loro produttività.

Secondo. Data la crisi climatica globale, dobbiamo incominciare ad incorporare gli effetti ambientali nelle misurazioni della produzione e della produttività. L’investimento in combustibili fossili crea una produzione positiva in termini di energia elettrica. Ma crea anche una produzione negativa in termini di inquinamento ed emissioni di gas serra.

Per quanto riguarda il profilo degli impieghi -in termini di titoli di studio richiesti e di retribuzione media oraria- gli investimenti verd sono divisi in tre categorie:

• Lavori ad alto livello (Laurea di Università A e B) e con una retribuzione media di 24,50 $/ora
• Lavori a medio livello (College non A e B) e con una retribuzione media di 14,60 $/ora
• Lavori a basso livello (Diploma scuole superiori ) e con una paga media di 12,00 $/ora


Benefici di una maggiore occupazione

Questa espansione di opportunità lavorative, produrrà un incremento occupazionale netto per tutta l’economia. La diminuzione del tasso di disoccupazione dovrebbe stimolare retribuzioni crescenti per tutta l’economia, che a sua volta dovrebbe espandere ulteriormente il mercato della domanda. Attraverso questa combinazione di canali che conducono ad una minore disoccupazione, gli investimenti verdi daranno il proprio contributo ad un più alto tasso complessivo di crescita economica.


Investimenti verdi e deficit commerciale

Lo scarto tra importazioni e esportazioni ora ammonta a circa il 6% del PIL statunitense. Questo deficit commerciale viene finanziato da stranieri che accumulano patrimoni finanziari quotati in dollari. Questo è uno dei principali fattori che contribuiscono all’instabilità dei mercati finanziari americani e globali.

Al 2007, l’anno precedente la crisi finanziaria e la recessione, le importazioni di petrolio sono state di circa 300 miliardi di dollari, corrispondente a circa la metà della spesa americana complessiva per combustibili fossili. Questa spesa per il petrolio ha costituito il 36% del totale del deficit commerciale USA di 819 miliardi di dollari.

Ridurre il deficit commerciale USA attraverso il taglio delle importazioni di petrolio significa che una maggiore parte di spesa da parte di famiglie, attività economiche e governi americani sarà destinata all’economia interna americana. Questo promuove un maggiore crescita del PIL. Inoltre, la riduzione del deficit commerciale contribuirà ad una maggiore stabilità del valore del dollaro sui mercati internazionali, e di conseguenza faciliterà la gestione della politica monetaria americana.


Incorporare gli effetti del cambiamento tecnologico

E’ impossibile sapere quanto velocemente i prezzi (ad esempio di energia da biomassa, energia eolica e solare) diminuiranno nel tempo grazie al miglioramento tecnologico. Ma se gli USA aumentano il proprio impegno nell’avanzamento tecnologico attraverso le misure contenute in ARRA e ACESA, in seguito le opportunità si moltiplicheranno e i prezzi delle rinnovabili potranno diminuire più velocemente di quanto prevedono i modelli.


Benefici di minori emissioni di CO2

Il principale obiettivo dei modelli previsionali è quello di stimare i costi futuri della politica dei limiti alle emissioni di CO2. Ma i modelli non tentano nemmeno di stimare i potenziali benefici economici che possono derivarne. Infatti è difficile quantificare i benefici economici della messa in sicurezza contro i cambiamenti climatici, anche se sappiamo che tali benefici sono potenzialmente enormi.

Molti fattori ambientali “cattivi” –come l’innalzamento del livello dei mari e la distruzione degli habitat naturali- non vengono inclusi nelle tradizionali statistiche sul PIL. Ma molti di questi effetti negativi sono di fatto incorporati nel PIL.

La più importante considerazione è oggi quella di riconoscere i costi sociali complessivi, e i reali pericoli di una crisi ambientale irreversibile che potrebbe derivare da emissioni di CO2 senza controllo.

Perchè Dario


I temi da affrontare nell’imminente congresso sono tanti: dall’organizzazione del partito ai contenuti che devono caratterizzare l’azione futura del PD, che dovrà sempre più offrirsi al paese come un’alternativa credibile di governo. Non vi è dubbio che la difficile situazione economica avrà un riflesso anche sul dibattito che ci accompagnerà fino al 25 Ottobre.
Per la natura della crisi, il miglior investimento che possiamo fare per contrastare la recessione e rilanciare lo sviluppo è quello di puntare sulla modernizzazione ecologica dell’economia.
E’ indispensabile rompere l’attuale paradigma tecnologico, basato sulle energie fossili, attraverso politiche di sistema che coinvolgono tre aree tra loro fortemente interconnesse:
1. la creazione di conoscenze adeguate, una ricerca avanzata nelle tecnologie energetiche e ambientali;
2. la nascita e lo sviluppo di un tessuto industriale in grado di sostenerne e accelerarne la diffusione;
3. un quadro di regole stabili e semplici, un sistema di controlli efficace ed incentivi alla domanda come presupposto per il finanziamento del sistema e ulteriore stimolo all’introduzione di nuovi prodotti e processi.
Il PD ha una grande sfida davanti.
La “via verde” indicata dal Presidente Obama e dall’Europa è la nostra sfida.
Un impegno costante per contrastare i cambiamenti climatici e l’elaborazione di una strategia per uno sviluppo sostenibile, che coniughi l'innovazione, la tutela del bene comune e la qualità del nostro vivere. una sfida che da subito metta in campo politiche radicalmente nuove per contrastare il degrado ambientale che affligge il nostro Paese.
Einstein diceva : “Non possiamo risolvere i problemi con i medesimi schemi di pensiero con cui li abbiamo creati”. Un‘affermazione che da sola dovrebbe indurci a rivedere tutte le nostre convinzioni su che tipo di sviluppo vogliamo.
Cosa dobbiamo fare?
Dobbiamo mettere in campo una strategia coordinata di investimenti pubblici e privati – sostenuta da politiche industriali e fiscali che orientino le produzioni ed i consumi verso lo sviluppo ecologicamente sostenibile – al fine di creare nuove imprese e nuovi posti dl lavoro; dobbiamo prevedere misure di semplificazione e chiarezza amministrativa delle cosiddette «procedure verdi», volte a superare iter burocratici complessi, sia nei confronti dei cittadini che scelgono una riconversione ecologica nei consumi domestici, sia nei confronti delle aziende pubbliche e private, costrette a superare numerose barriere procedurali in ordine alla produzione di energia rinnovabile; dobbiamo stabilire nuove regole per gestire i conflitti ambientali che spesso si determinano per la realizzazione delle infrastrutture.
La politica energetica e ambientale richiede una partecipazione attiva del mondo scientifico e una grande partecipazione dei cittadini per condividere le scelte strategiche. Abbiamo infine bisogno che i nostri amministratori sui territori siano i registi di questi profondi cambiamenti delle politiche di sviluppo verso la sostenibilità.

Di certo abbiamo necessità di una nuova rivoluzione di pensiero. Le culture progressiste del secolo scorso non sono in grado di dare risposte esaurienti alle sfide del nostro tempo. La cultura socialista così profondamente innovativa non ha mai considerato il capitale naturale come elemento determinante per le politiche di sviluppo. Abbiamo bisogno che il PD interpreti le esigenze che le sfide del nostro tempo richiedono: più pensiero integrato, meno nostalgie per il passato e più idee per il futuro.

Questa è la ragione per cui scelgo Franceschini, non perché è simpatico (e lo è), nuovo (e non lo è) e un amico, ma perché credo abbia le caratteristiche umane e culturali per poter aiutare il PD a farsi interprete delle nuove esigenze che il cambiamento della società ci pone e che l’innovazione, a tutti i livelli, sia un tratto distintivo della sua azione politica.

04/07/09

AAA lavoro verde cercasi

Infojobs e TimeStars hanno lanciato Green-job.it, il primo portale italiano dedicato alla ricerca del lavoro e alla selezione del personale totalmente orientato all’ecologia, alle professioni legate allo sviluppo della green-economy e alle energie alternative.
Fino ad oggi non avevamo in Italia un portale simile e i migliori esempi di siti dedicati alla ricerca di lavoro verde rimanevano i siti stranieri come Environmentjob.

03/07/09

E scendono in campo anche le assicurazioni

Il gruppo assicurativo francese SCOR SE ha aderito, insieme a numerosi altri gruppi di assicurazione e rassicurazione, alla Dichiarazione di Kyoto sui cambiamenti climatici promossa dall’Associazione Ginevra (Associazione internazionale per lo studio delle assicurazioni in campo economico).
Lo ha comunicato ufficialmente Denis Kessler, Presidente e Direttore Generale del gruppo assicurativo, manifestando il proprio impegno nella riduzione della propria impronta di carbonio svolgendo anche un ruolo leader nella lotta al climate change. A tal fine verranno sviluppati progetti di ricerca sui rischi cliamatici volti anche ad informare la clientela circa la tematica ambientale e garantendo investimenti in tecnologie a basso consumo di CO2.
Via rinnovabili.it

01/07/09

Bush=Berlusconi, un mio articolo su Terra

Il pallido tentativo di accreditarsi a livello internazionale, vedi G8, come Paese fortemente impegnato nella lotta contro i cambiamenti climatici e per la centralità delle politiche ambientali nello sviluppo si infrange miseramente contro i provvedimenti presi da un anno a questa parte dal Governo. Leggendo il libro di Al Gore “L’assalto alla ragione” diventa quasi naturale fare il paragone fra le iniziative prese dall’ultimo Bush e l’attuale Berlusconi. Il tratto distintivo di questa politica è basata su alcuni punti: lo smantellamento del sistema dei controlli ambientali, considerati un freno allo sviluppo, una politica energetica al servizio delle lobby dei grandi produttori di energia, la delegittimazione degli enti tecnici e di ricerca, una volontà di escludere il sistema degli enti locali da qualsiasi processo decisionale.
A questa situazione si aggiunga un Ministro dell’Ambiente molto incline ad occuparsi dei “suoi” problemi politici in Sicilia piuttosto che delle politiche ambientali nazionali con un peso politico all’interno del Governo quasi irrilevante, ulteriormente indebolito dalla nomina del Ministro al Turismo che di fatto sottrae il tema delle aree protette e dei Parchi all’Ambiente e dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, capo della Protezione civile, che oggi determina gli indirizzi in materia di gestione dei rifiuti.
Una situazione paradossale ulteriormente aggravata dal fatto che, in Parlamento, attraverso la decretazione di urgenza e il sistematico ricorso al voto di fiducia si sta demolendo il Codice ambientale, già per altro di non facile applicazione, piegando la legislazione all’interesse delle lobby del momento.



La proposta inadeguata del rientro in Italia del nucleare , la resistenza a sottoscrivere l’accordo europeo in merito alla riduzione di gas serra e allo sviluppo delle rinnovabili (20-20-20) , il commissariamento dell’Agenzia ambientale per l’ambiente (APAT) , trasformata in un’improbabile Ente di ricerca (ISPRA), il commissariamento di ENEA, trasformato da Ente di ricerca in un’Agenzia tecnica che si occuperà solo di energia, lo spoil system praticato per le Commissioni che rilasciano le autorizzazioni per le grandi opere (VIA e IPPC), infarcito di pseudo tecnici al servizio della “causa sblocca tutto”, le bugie raccontate in merito all’emergenza rifiuti che in Sicilia sta raggiungendo livelli drammatici, l’incentivazione energetica (Cip 6) per gli inceneritori, il procrastinare nel tempo il divieto per strumenti energivori e tecnologie obsolete, un piano casa volto ad alimentare un processo di cementificazione di fatto mai arrestato nel Paese, l’abolizione delle intercettazioni telefoniche per molti reati ambientali sono le “azioni per lo sviluppo sostenibile” concrete portate avanti in questo primo anno di governo.
Il centro sinistra rincorre Obama, la sua green economy, e va bene ma non dimentichiamoci che qui da noi è ancora Bush che la fa da padrone !