01/12/14
Rifiuti: inchiesta su traffico materiali metallici, 9 arresti
I carabinieri del Noe e del Comando provinciale di Caserta hanno arrestato 9 persone per traffico di rifiuti metallici sul territorio nazionale. Nell'ambito della stessa indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, i militari dell'Arma hanno sequestrato due aziende per un valore di 3 milioni di euro. Altre 17 persone risultano indagate.
Le indagini del Noe di Caserta, coordinate dalla Dda di Napoli, sono state attivate inizialmente sul conto di una società fantasma, la Ecometal, appositamente attivata da un cittadino rumeno con la complicità di un consulente del lavoro del Casertano al fine di ottenere l'iscrizione all'Albo nazionale gestori ambientali della Campania. Tale documento, che in realtà avrebbe autorizzato la ditta al trasporto di soli rifiuti prodotti nell'abito delle proprie attività, veniva invece venduto per 1000 euro a numerosi cittadini stranieri dediti, su tutto il territorio nazionale, alla raccolta abusiva di materiali ferrosi, che quindi usufruivano della copertura della Ecometal e utilizzavano i Fir (Formulario di identificazione rifiuti) forniti dall'azienda. In questo modo risultava difficile per gli investigatori, anche solamente da un controllo su strada, accertare che l'attività "autorizzata" era solo un modo per eludere la normativa ambientale, risultando di fatto le attività di gestione dei rifiuti totalmente abusive. La Ecometal è risultata quindi una società "cartiera". Le indagini hanno svelato l'operatività di distinti gruppi criminali in "affari" tra loro dediti al traffico illecito di rifiuti speciali, nella specie rifiuti ferrosi, nonché rifiuti pericolosi, in particolare veicoli fuori uso. In considerazione della necessità di trovare impianti compiacenti pronti ad accogliere il materiale raccolto il più delle volte in nero, sono state monitorate due aziende specializzate nel settore, una nella zona Domitia e una nell'Agro Aversano, che incameravano tali rifiuti senza crearsi troppi scrupoli per la successiva rivendita a fonderie cui venivano conferiti con il classico sistema del giro-bolla.
Le indagini hanno consentito di documentare come, solo in un mese, i conferimenti legittimamente eseguiti e cioè accompagnati da Fir fossero neanche la metà di quelli effettivi e che esisteva un "tariffario" differenziato a seconda se il carico fosse legalmente documentato o meno. I rifiuti ferrosi venivano pagati 15 centesimi al kg senza Fir, 17 centesimi se accompagnati da Fir, per poi essere rivenduti a circa 22 centesimi al kg. Le aziende in questione, inoltre, operavano la demolizione di autoveicoli senza essere autorizzate. Tale pratica, scrive il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, "per il potenziale inquinante di alcune componenti meccaniche, necessita di speciali impianti per la bonifica e di particolari autorizzazioni. Le due aziende invece operavano continue demolizioni, specie di mezzi pesanti, senza alcun tipo di bonifica". Infine sono state scoperte una serie di truffe all'Inps organizzate dal consulente del lavoro già implicato nella costituzione dell'azienda fantasma Ecometal. Attraverso false assunzioni e successivi licenziamenti, riusciva a far ottenere indebitamente sussidi di disoccupazione incassando il 50% dell'importo.
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