Una lunga replica, quella della pubblica accusa: iniziata questa mattina con il pm Giuseppe Bellelli e proseguita, anche nel pomeriggio dalla sua collega Annarita Mantini.
Si è aperta e incanalata così oggi in Corte d'Assise a Chieti l'udienza dedicata alle repliche della pubblica accusa e a seguire delle parti civile per le cosiddette discariche dei veleni della Montedison a Bussi sul Tirino (Pescara), un processo che vede 19 imputati accusati di disastro ambientale e avvelenamento di acque, e 27 parti civili, Presidenza del Consiglio, ministero dell'Ambiente, Regione, enti territoriali e associazioni. In Aula sono entrati, salvo poi andare via per altri impegni, anche il presidente della Regione Luciano D'Alfonso con gli assessori Silvio Paolucci e Mario Mazzocca, e il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio. I pm non hanno rilasciato dichiarazioni nelle pause del loro intervento. Secondo uno dei legali di parte civile, Lino Sciambra, la pubblica accusa ha smantellato tutto l'impianto difensivo degli imputati, ha smascherato le mistificazioni, sostenendo in punto di diritto un fatto importante e cioè che non è vera la tesi della difesa secondo cui la normativa ambientale è diventata stringente dal 1982 in poi ma che gia' nel codice civile, nel codice penale, nelle direttive della comunità europea, c'erano e ci sono norme che impedivano ciò che è stato commesso. E sul dolo i pubblici ministeri hanno sottolineato che vi era la consapevole volonta' di avvelenare al fine di risparmiare sui costi della bonifica.
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