18/12/14
Camera, interpellanze seduta 16 dicembre: Bratti e altri
Nella legislazione vigente le situazioni quali quella qui, prospettata sono disciplinate dall'articolo 126-bis del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, e successive modifiche.
La norma richiamata stabilisce che, nelle situazioni che comportino un'esposizione prolungata dovuta, tra le altre cause, a un impiego di sorgenti radioattive non più in atto (nella definizione data dal decreto legislativo costituisce impiego anche la sola detenzione di tali sorgenti), le autorità competenti per gli interventi ai sensi della legge 25 febbraio 1992, n. 225, adottano i provvedimenti opportuni, che includono l'attuazione di interventi adeguati, tenuto conto delle caratteristiche reali della situazione -: se sia conoscenza dei fatti riportati in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare affinché siano rimossi immediatamente i fusti contenuti nel capannone Cemerad e si proceda al più presto alla bonifica del sito CEMERAD. (2-00789) «Bratti, Carrescia, Rostan, Palma, Cominelli, Pelillo, Grassi, Realacci, Terrosi, Folino, Bergonzi, Mariani, De Lorenzis, Berlinghieri, Amoddio, Castricone, Cinzia Maria Fontana, Taricco, Mariano, Arlotti, Zardini, Garavini, Braga, Borghi, Mariastella Bianchi, Fregolent, Tino Iannuzzi, Valiante, Cenni, Nardi, Morani, Camani, Baruffi, Garofani, Maestri, Melilli».
Già nel corso della passata legislatura, la situazione del deposito CEMERAD era stata esaminata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti allora istituita. L'esame era stato condotto attraverso l'acquisizione di dati e di informazioni dall'ISPRA, l'Istituto per la protezione e la ricerca ambientale, a cui sono attribuiti gli specifici compiti di controllo sulle attività a rischio radiologico, nonché mediante l'audizione del sindaco di Statte. Secondo quanto comunicato allora dall'ISPRA, il deposito si trovava in uno stato di sostanziale abbandono ed esposto a ogni possibile evento, infatti, sia il capannone che i fusti presentavano segni di notevole degrado. Mentre, il sindaco aveva provveduto a comunicare che nel giugno 2012 il comune di Statte, utilizzando un finanziamento della provincia, che ammontava complessivamente a 1,5 milioni di euro, aveva bandito una gara per l'affidamento di lavori di caratterizzazione chimica e fisica dei rifiuti presenti nel deposito. Tenendo anche conto degli esatti termini della gara, come risultanti dalla relativa documentazione ricevuta, la Commissione di inchiesta aveva espresso, nella propria relazione conclusiva, una netta riserva sul percorso scelto dal comune, giudicato non economico e di nessun beneficio immediato, che avrebbe impegnato una cifra non trascurabile per la sola e per di piu' parziale caratterizzazione dei rifiuti in deposito, rinviando a un futuro indeterminato ogni operazione concretamente efficace per la riduzione rischio. Gara successivamente annullata per il giudizio negativo espresso dal Comando provinciale dei vigili del fuoco, in merito alle modalità con le quali le operazioni di caratterizzazione sarebbero state condotte;
(askanews)
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