Estensione a schermature solari, adeguamenti antisismici e impianti
di climatizzazione alimentati a biomasse.
Il bonus del 65% per
l'efficientamento energetico esce fortemente ritoccato dal passaggio in
commissione Bilancio alla Camera. I deputati, infatti, hanno votato
nella seduta di mercoledì un pacchetto di diversi emendamenti, pensati
per rivedere il perimetro delle detrazioni fiscali. Si tratta di misure
dal grande potenziale ma che, nella pratica, non dovrebbero avere un
impatto gravoso sui conti pubblici. Complessivamente, per pagare i
relativi oneri sono stati previsti nella manovra circa 105 milioni di
euro tra il 2015 e il 2025, per un totale di dieci anni. Intanto, la
manovra si prepara a chiudere il suo percorso alla Camera. La
commissione Bilancio ha completato i suoi lavori e il Governo si è detto
pronto a blindare il testo con la fiducia nella giornata di venerdì.
La
prima novità riguarda l'estensione del bonus anche «all'acquisto e alla
posa in opera delle schermature solari, di cui all'allegato M del
decreto legislativo 29 dicembre 2006, n. 311». Lo sconto sarà
applicabile dal primo gennaio al 31 dicembre del 2015. E avrà un limite
di spesa: il valore massimo della detrazione sarà pari a 60mila euro.
Calcoli alla mano, significa che gli interventi potranno avere un valore
massimo di 92mila euro. Per finanziare questa misura viene previsto un
carico di 4,9 milioni di euro tra il 2016 e il 2017.
Ma non è
tutto. La detrazione in questione si applica "anche alle spese sostenute
per l'acquisto e la posa in opera di impianti di climatizzazione
invernale con impianti dotati di generatori di calore alimentati da
biomasse combustibili". Lo sgravio si applica nel 2015 e per un valore
massimo di detrazione pari a 30mila euro. Significa che gli interventi
potranno avere un valore complessivo di circa 46mila euro.
Il
terzo tassello riguarda gli interventi per la riduzione del rischio
sismico. Viene allungata fino alla fine del 2015 l'agevolazione del 65%
per le operazioni che adeguano i fabbricati alle regole in materia di
terremoti. Il tetto massimo viene confermato in 96mila euro per unità
immobiliare. Con una precisazione: la misura sarà limitata alle opere
che ricadono in aree ad alta pericolosità sismica (zone 1 e 2), mentre
la commissione Ambiente aveva chiesto di estendere il bonus anche ai
Comuni a rischio sismico basso. Da sottolineare che i fondi necessari a
pagare queste ultime due misure sono davvero pochi: un milione nel 2015,
13,5 milioni nel 2016, 10,4 nel 2017, 9,6 dal 2018 al 2025. Per dieci
anni, si parla di 101,7 milioni di euro.
Intanto, la manovra ha
chiuso il suo percorso in commissione Bilancio e si prepara ad essere
votata da Montecitorio. Il presidente Francesco Boccia ha già dato
mandato al relatore e il Governo si è detto pronto a porre la fiducia su
tre distinti articoli che compongono il Ddl, per ragioni di omogeneità.
L'esame in Aula partirà venerdì pomeriggio. Il testo sarà votato nel
week end e dovrebbe chiudere il suo percorso domenica.
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