La situazione ambientale dell'Ilva di
Taranto torna di nuovo nel mirino del gip di Taranto, Patrizia Todisco.
Il gip ha inviato una lettera alla Procura di Taranto con le relazioni
dei custodi giudiziari affermando che "l'attivita' criminosa non si è
mai interrotta" in merito alla prosecuzione dell'attivita' industriale e
al suo impatto sulla salute pubblica con le emissioni inquinanti. La
lettera del gip alla Procura di Taranto il magistrato che scrive è lo
stesso che il 26 luglio del 2012 ha disposto il sequestro dell'area a
caldo senza facoltà d'uso - intensifica l'attenzione della magistratura
sull'impianto siderurgico.La lettera o quantomeno un nuovo
intervento dell'autorita' giudiziaria per l'Ilva, era però nell'aria.
Da luglio 2012, infatti, lo stabilimento - pur tra alterne vicende
giudiziarie - non ha mai cessato di essere sotto la lente dei magistrati
di Taranto. Prova ne è che i quattro custodi giudiziari nominati dallo
stesso gip dopo il sequestro tre con funzioni tecnico-impiantistiche e
uno con funzioni amministrative-contabili in tutti questi mesi hanno
continuato a fare ispezioni e sopralluoghi nell'Ilva e a documentare
l'autorità giudiziaria del loro lavoro. Un'attività di controllo
"parallela" a quella condotta dall'Arpa Puglia e dall'Ispra, istituto,
quest'ultimo, delegato dalla legge a verificare lo stato di attuazione
delle prescrizioni dell'Autorizzazione integrata ambientale. E che i
riscontri dati dai custodi non fossero positivi, era cosa abbastanza
nota. Inoltre, appena l'altro ieri sera in un dibattito pubblico a
Taranto uno dei custodi giudiziari, Barbara Valenzano dell'Arpa Puglia,
ha detto che il 75% degli interventi ambientali realizzati nel
siderurgico secondo quanto detto di recente dal commissario Piero Gnudi,
"non sono riscontrati dall'Arpa". Per Valenzano, si tratterebbe di
interventi effettuati "sicuramente importanti, ma non quelli che hanno
un impatto maggiore sull'abbattimento delle emissioni inquinanti.
L'abbattimento del livello produttivo comporta gioco forza ha detto
Valenzano l'abbattimento del benzoapirene, ma non vuol dire che tutto è migliorato, per cui non è possibile fare raffronti e dire se
impianto è efficiente o meno".
Gnudi ha fornito il dato del 75%,
parlando di impegno finanziario di 583 milioni di euro - in parte
riveniente dalla precedente gestione commissariale di Enrico Bondi
intervenendo nei giorni scorsi alla commissione Industria del Senato e
lo ha ribadito, poi, nella sua prima relazione sull'andamento di
gestione dell'azienda. In quanto alle emissioni inquinanti, l'Arpa
Puglia ha ripetutamente detto in questi mesi che la situazione a Taranto
per una serie di inquinanti, dalla diossina al benzoapirene, e'
oggettivamente migliorata rispetto a due anni fa, ma che si tratta di un
miglioramento dovuto al fatto che il siderurgico marcia al di sotto
della sua potenzialita' e che molti impianti, a partire dalle cokerie
che hanno un maggior impatto, sono ferme.
(AGI)
Nessun commento:
Posta un commento