 Oggi
rete sismica nazionale comprende più di 300 stazioni
Oggi
rete sismica nazionale comprende più di 300 stazioni 
''Sono ben 
10.000 gli eventi sismici registrati ogni anno in Italia. 
Negli ultimi 17 anni abbiamo avuto 4 forti terremoti che hanno prodotto 
circa 400 vittime , decine di migliaia di sfollati e danni stimati in 
diversi miliardi di Euro. Per non parlare delle aree in cui la 
sismicità, pur non presentandosi sotto forma di evento sismico 
distruttivo, ha comunque prodotto scosse avvertibili e danneggiamento 
per lunghi periodi, come, ad esempio, nelle aree del Pollino o 
dell'Umbria. In Italia oggi più di 300 ''orecchi elettronici'' 
appoggiati sul terreno ad ascoltarne ogni minimo movimento e a dare la 
possibilità di individuarne il luogo di provenienza, costituiscono la 
Rete Sismica Nazionale''. Lo ha affermato Riccardo Azzara ricercatore 
dell'Ingv e durante la Settimana del Pianeta Terra, solo in Italia, 
organizzata dalla Federazione Italiana di Scienze della Terra, non solo 
geoescursioni spettacolari ma anche conferenze su tutto il territorio 
nazionale riguardanti il rischio sismico. A scendere in campo saranno i 
ricercatori che spiegheranno ad adulti e bambini, cosa è un terremoto , 
perché ci sono i terremoti, come convivere e soprattutto come 
comportarsi.
"Pochi sanno che appena venti anni fa, poco 
prima del Terremoto dell'Umbria-Marche (quello del 1997 che danneggiò la
 Basilica di San Francesco ad Assisi, facendo tre vittime) c'erano poco 
più di settanta stazioni sismiche - ha proseguito Azzara - e che alle 
soglie del nuovo millennio queste non arrivavano nemmeno a cento; in 
meno di quindici anni si è registrato un incremento quasi del trecento 
per cento. Ciò ha contribuito a far crescere il livello di conoscenza 
della sismicità nazionale, dei meccanismi che regolano le modalità di 
rilascio dell'energia sismica, del collegamento fra lo scuotimento del 
terreno e le caratteristiche geologiche superficiali. La mole di dati 
sismologici è sempre crescente, numerose sono le modalità di accesso ai 
dati anche per chi non fa parte della comunità scientifica. ''Il 
terremoto è un fenomeno complesso che manifesta la vitalità del Pianeta e
 non può, né deve, essere evitato, dicono i sismologi. E per riuscire a 
convivere con un fenomeno che non può essere evitato bisogna, 
innanzitutto, imparare a conoscerlo''. La definizione di rischio 
ambientale, quello sismico ne è solo un caso particolare, introduce, 
infatti, il contributo della pericolosità, della vulnerabilità e 
dell'esposizione. Nel caso dei terremoti la prima individua la 
probabilità che un determinato livello di scuotimento del terreno 
prodotto da un terremoto possa essere superato in un lasso di tempo, 
generalmente fissato a 50 anni. La vulnerabilità sismica è la 
valutazione della propensione di una struttura a subire un danno a 
fronte di un evento sismico di una data intensità. L'esposizione è la 
valutazione della possibilità di subire un danno economico o la perdita 
di vite umane a seguito di un evento sismico''. ''Degli aspetti di pericolosità si occupano i 
sismologi - ha concluso Azzara - della vulnerabilità gli ingegneri, la 
valutazione relativa al valore esposto è compito di esperti finanziari o
 assicurativi. È evidente che, dei tre elementi costituenti il rischio, 
si può intervenire direttamente solo sugli ultimi due. Una efficace 
prassi di riduzione del rischio, indirizzata specificatamente alla 
prevenzione, deve passare attraverso la riduzione della vulnerabilità e 
la minor esposizione di valore. La costruzione di nuovi edifici secondo 
le normative antisismiche vigenti, l'adeguamento antisismico 
dell'edificato esistente, sono i passi imprescindibili per rendere le 
costruzioni in grado di resistere a un terremoto". "La sola esistenza di
 normative avanzate non basta, però, a garantire che la mitigazione del 
rischio ottenga successo. Una efficace prassi di riduzione del rischio è
 essenzialmente un processo di crescita culturale della società che 
prende piena consapevolezza del significato di pericolosità, lo fa 
proprio e attiva forme di convivenza con i fenomeni naturali che, in 
quanto tali, non possono essere impediti".
(Adnkronos)  
 
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