Ripulire l'Adriatico dai rifiuti significa anche
andare a caccia del micro-inquinamento.
Nell'acqua, sulle coste e sui
fondali, infatti, non si trovano solo reti da pesca, bottiglie di
plastica e pneumatici. I 'nuovi' imputati comprendono microgranuli di
dentifrici, micropolveri di cosmetici, particelle prodotte dallo
sminuzzamento di oggetti di plastica, microfibre tessili e altro ancora.
Questi rifiuti invisibili o quasi, più piccoli di 0,3 millimetri,
possono essere ingeriti dai pesci e da altri organismi marini e finire
nella catena alimentare. I ricercatori dell'Università Ca' Foscari
Venezia sono al lavoro per sviluppare un metodo di analisi
dell'inquinamento da microplastiche sulle coste adriatiche italiane,
nell'ambito del progetto DeFishGear, che coinvolge 15 partner da
Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia, Montenegro e
Slovenia. Finanziato con più di 5 milioni di euro dal programma europeo
IPA Adriatic CBC, vede come capofila il National Institute of Chemistry
di Lubiana (Slovenia). L'Italia schiera, oltre all'ateneo veneziano,
ISPRA, ARPA Emilia Romagna, Consorzio Mediterraneo, e Centro
Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici. DeFishGear sarà presentato
ufficialmente a Venezia venerdì mattina a Ca' Foscari. Interverranno i
ricercatori di Ca' Foscari e i rappresentanti di Goletta Verde, che
renderanno noti i risultati della loro campagna sui rifiuti marini.
In queste
settimane si stanno raccogliendo campioni di sabbia e di acqua sui
litorali dell'Alto Adriatico per analizzare e classificare le
"microplastiche". In seguito, gli scienziati studieranno l'impatto di
queste sull'ecosistema marino. Quando un sacchetto di plastica soffoca
una tartaruga o un delfino l'impatto è isolato ma evidente, mentre le
conseguenze di enormi quantità di microplastiche "invisibili" in mare
sono un campo ancora poco esplorato dalla ricerca. "I rifiuti marini non
conoscono confini - spiega Giulio Pojana, responsabile scientifico del
progetto per Ca' Foscari, in team con i ricercatori Davide Marchetto e
Aurelio Latella - e rappresentano un problema sempre più grave che si
estende ben oltre le aree in cui sono generati. Le implicazioni sono
ambientali, paesaggistiche, economiche, di sicurezza, e di benessere.
Sono necessarie urgenti azioni coordinate e multidisciplinari,
soprattutto in mari relativamente chiusi quali l'Adriatico". Il progetto
DeFishGear si pone come obiettivo principale quello di sostenere le
iniziative per una pianificazione integrata che miri alla riduzione
dell'impatto ambientale delle attività umane responsabili della
produzione dei rifiuti marini, e di contribuire ad una gestione
sostenibile degli ambienti marino-costieri del Mar Adriatico. Sono
attesi risultati innovativi, cioè una migliore conoscenza del fenomeno
dei rifiuti in mare, lo sviluppo di un sistema di monitoraggio e di
protocolli condivisi per la gestione delle attività che producono tali
rifiuti, l'applicazione nelle regioni adriatiche della Direttiva europea
2008/56/CE sugli ambienti marini (Marine Strategy Framework Directive).
(9Colonne)
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