Procedure sin qui coinvolte anche nelle inchieste su Expo 2015.
Il 24 giugno il Ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti
ha portato in Consiglio dei ministri una proposta di riforma, piccola
ma rivoluzionaria, del meccanismo degli appalti nel settore dello smantellamento degli impianti nucleari.
La proposta di Galletti fatta propria dal governo e trasformata a
tamburo battente in decreto legge prevede in sostanza che gli appalti
nel delicatissimo settore del "decommissioning" nucleare non seguano
piu' la regola ragionieristica del "massimo ribasso" (vince chi presenta
l'offerta economicamentepiu' bassa e quindi vantaggiosa per l'ente
pubblico appaltante) ma siano riservati esclusivamente a operatori
qualificati e specializzati in grado di dimostrarsi idonei a svolgere
lavori cosi' delicati.
Sembra ovvio che il decommissioning possa essere
affidato solo agli specialisti ma fino al 24 giugno non era cosi':
chiunque poteva concorrere anche in assenza degli speciali requisiti a
gare cosi' delicate. La prova? Dal mare magnum di malaffare che emerge
dall'inchiesta sull'Expo di Milano viene fuori che l'immobiliarista
milanese Enrico Maltauro avrebbe pagato tangenti per vincere una gara di
appalto indetta dalla Sogin per la ristrutturazione e la messa in
sicurezza della centrale nucleare di Saluggia. Ora si cambia Saranno gli sviluppi dell'inchiesta ad accertare gli
eventuali profili di responsabilita' penale collegati all'appalto in
questione, anche se voci dal palazzo di giustizia di Milano sostengono
che nubi giudiziarie si addensano su due ex manager della Sogin, Alberto
Alatri e Giuseppe Nucci. Quello che appare rilevante e paradossale e'
che l'inchiesta comunque dimostra che fino a poche settimane fa chiunque
poteva gareggiare, pur senza possedere requisiti specialistici, a gare
di appalto in un settore cosi' delicato come quello dello smantellamento
degli impianti nucleari, della loro riconversione e della gestione e
messa in sicurezza delle scorie radioattive. Con un piccolo ma
significativo intervento (passato colpevolmente sotto silenzio da parte
di una stampa sempre attenta ai problemi del nucleare) il governo Renzi,
dando prova di notevole buon senso, ha stabilito che chi vuole operare
nel campo del nucleare deve dimostrare di possedere professionalita' e
know how acclarati prima di chiedere di partecipare ad appalti
multimilionari. Basta quindi col meccanismo perverso del "massimo
ribasso", che si e' dimostrato fonte primaria di corruzione, ma porte
aperte alle eccellenze specialistiche. Un passo avanti nella
semplificazione e nella trasparenza, da parte di un esecutivo che in
silenzio ha dato prova di intelligente pragmatismo.
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