La
richiesta degli scienziati e dei ricercatori internazionali all’Unione
europea dopo il convegno di Modena sul monitoraggio dei rischi a tutela
della salute pubblica
Sfruttare il semestre italiano di
presidenza dell’Unione europea per promuovere una rete internazionale
di sorveglianza ambientale al servizio della sanità pubblica dei diversi
Paesi. E’ la richiesta avanzata al governo italiano, dopo il convegno
di Modena delle scorse settimane sul monitoraggio dei rischi ambientali,
da parte di ricercatori, scienziati e funzionari delle più importanti
istituzioni che a livello mondiale operano nel campo della tutela della
salute e dell’ambiente.
Il documento che hanno
sottoscritto si intitola “Why Environmental and Public Health Tracking:
The Modena Position Paper for the Italian Presidency of the EU Council
for a Better Environment and Health” ed è stato redatto proprio in
occasione dell’appuntamento modenese promosso dalla Rete città sane,
dall’Oms, dall’Arpa, in collaborazione con Ausl, Comune di Modena e
numerosi altri partners nazionali e internazionali. L’iniziativa aveva
appunto l’obiettivo di tenere a battesimo Inphet (International Network
on Public Health & Environmental Tracking), una rete
internazionale sui sistemi di sorveglianza e allerta ambientale
finalizzata al consolidamento dei sistemi di controllo sui fattori
nocivi per l’ambiente e la salute in ognuno dei Paesi partecipanti
(informazioni: www.epiprev.it/inphet/home).
Il
documento è stato sottoscritto da: Lina Balluz, Centers for Disease
Control and Prevention (Usa); Kees de Hoogh, Swiss Tropical and Public
health Institute (Svizzera); Tony Fletcher, Public Health England (Gra
Bretagna); Paolo Lauriola, Arpa Emilia-Romagna (Italia); Giovanni
Leonardi, Public Health England (Gran Bretagna); Sylvia Medina, Institut
de Veille Sanitarie (Francia); Lisbeth Knudsen, Department of Public
Health (Danimarca); Jan Semenza, European Centre for Disease Prevention
and Control (Svezia); Brigit Staatsen, National Institute for Public
Health and Environment (Olanda).
Al governo italiano
viene chiesto, in particolare, di promuovere la messa in opera e
l’attività di questa rete partendo dall’istituzione di un gruppo di
lavoro dell’Unione europea e di sostenere la ricerca e l’azione di
monitoraggio delle condizioni ambientali e dei conseguenti rischi per la
salute
Una volta realizzata, secondo i promotori
Inphet fornirà una conoscenza continua e sistematica dello stato
dell’ambiente e delle sue conseguenze sulla salute a chi deve prendere
decisioni di salute pubblica.
All’appuntamento modenese
aveva partecipato anche Sandro Gozi, sottosegretario con delega alle
Politiche europee e al coordinamento delle attività inerenti il semestre
di presidenza italiana del Consiglio della Ue, che aveva sottolineato
come “la difesa dell’ambiente e la conseguente tutela della salute non
devono essere considerate un costo bensì costituire un contributo alla
riduzione dei costi e quindi rappresentare non solo un fattore di
maggiore giustizia sociale e di riconoscimento dei diritti di
cittadinanza, ma anche uno strumento al servizio di un’Europa più
competitiva”.
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