Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 12 maggio 2014, n. 74, recante misure urgenti in favore delle popolazioni dell'Emilia-Romagna colpite dal terremoto e dai successivi eventi alluvionali verificatisi tra il 17 ed il 19 gennaio 2014, nonché per assicurare l'operatività del Fondo per le emergenze nazionali (A.C. 2365-A). ...
Discussione sulle linee generali – A.C. 2365-A
ALESSANDRO BRATTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'VIII Commissione propone all'Assemblea l'approvazione del provvedimento in esame che reca, come è stato ricordato, misure urgenti in favore delle popolazioni dell'Emilia-Romagna colpite dal terremoto nel maggio 2012 e più di recente le gravi calamità atmosferiche quali tromba d'aria ed alluvione. Il decreto consente inoltre di attuare importanti e urgenti interventi di messa in sicurezza idraulica di questi territorio colpito per assicurare una piena operatività delle infrastrutture idrauliche prima della prossima stagione autunnale nonché il ripristino di ulteriori opere pubbliche, sociali, sanitarie, religiose, sportive e di interesse storico-artistico danneggiate appunto dall'alluvione del gennaio 2014 e dalla tromba d'aria del 3 maggio 2013. Il decreto restituisce infine – ultimo ma non
meno importante – forse uno dei punti più qualificanti di questo provvedimento legislativo, piena operatività per l'anno in corso al Fondo per le emergenze nazionali, previsto dalla legge 225 del 1992, in materia di protezione civile, ponendo le condizioni per dare una pronta risposta a tutte le situazioni di emergenza, e purtroppo in Italia sono numerose, che hanno interessato negli ultimi periodi tutte le aree del nostro Paese. Nel rinviare per quanto concerne un'analisi puntuale delle disposizioni del provvedimento alla relazione svolta presso l'VIII Commissione, ritengo comunque opportuno soffermarmi sulle principali modifiche che la stessa Commissione ha introdotto in sede di esame degli emendamenti. Si tratta infatti di modifiche significative che come indicherò più avanti hanno toccato e dato risposta a questioni importanti fra le quali indico solo per citarne alcune quella diretta alla messa a punto nell'ambito di applicazione del decreto, alla migliore definizione e delimitazione dei poteri del commissario delegato e delle risorse messe a sua disposizione compreso – lo voglio dire per la trasparenza – anche l'obbligo di relazione annuale al Parlamento sulle attività svolte e sulle risorse impiegate quelle relative all'introduzione di benefici a favore dei cittadini e delle imprese danneggiate dagli eventi calamitosi e quelle relative alla sospensione dei pagamenti dei finanziamenti agevolati; quelle dirette al rafforzamento del Fondo per le emergenze nazionali e quelle poste fattivamente a sostegno del buon funzionamento della rete di allertamento nazionale per il rischio meteo-idrogeologico-idraulico, battaglia storica che vede dopo diversi anni una risposta concreta in questo provvedimento.
Voglio inoltre sottolineare che tali modifiche, in molti casi sensibilmente migliorative del testo originario emanato dal Governo, sono il frutto positivo di un metodo di lavoro che, devo dire, ha sempre caratterizzato l'attività istruttoria svolta nella nostra Commissione, improntato ad un clima di sostanziale condivisione da parte dei gruppi, sia di maggioranza che di opposizione, della necessità e urgenza di approvare rapidamente, per quanto possibile, e di migliorare un provvedimento particolarmente atteso dai cittadini, dalle famiglie, dalle imprese di un territorio già profondamente ferito dal terremoto del 2012. Con riferimento al terremoto del 2012 – e lo faccio non solo perché sono emiliano – volevo anche dare alcuni dati dello stato dell'arte. Ricordo che l'area colpita è un'area che realizza il 2 per cento del PIL italiano; 19 mila famiglie sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni; sono stati danneggiati 45 mila edifici residenziali, 13 mila immobili adibiti ad attività economiche e oltre 1.500 edifici pubblici e strutture socio-sanitarie.
Ebbene, a due anni di distanza dal terremoto possiamo dire, in base anche a dati riportati sul sito web (tra l'altro, è un procedimento per la trasparenza assolutamente dovuto da parte, in questo caso, della regione Emilia Romagna), che ad oggi, per dare alcuni dati, ben sette famiglie su dieci sono tornate a casa; i lavoratori ancora in cassa integrazione sono 215 rispetto ai 40 mila iniziali; 595 mila tonnellate di macerie sono state rimosse; c’è stata l'apertura di 1.764 cantieri, di cui 1.562 già chiusi. Complessivamente, oltre 4 miliardi di euro sono stati impegnati per la ricostruzione dei territori e per la ripresa e il rilancio dell'economia.
Infine, il presidente della regione, nonché commissario straordinario, ha assicurato lo scorso mese di maggio che il terremoto costerà quello che era stato previsto costasse e i tempi della ricostruzione – così cita il presidente – non saranno più lunghi rispetto a quelli di altri casi che in passato hanno dato buoni risultati finali. È chiaro che molti problemi rimangono ancora da risolvere in parte; con questo decreto noi cerchiamo di dare una risposta ad alcuni di questi problemi. Ora vorrei esaminare puntualmente alcune questioni; innanzitutto, l'ambito di applicazione: i territori. In tal senso, segnalo anzitutto che la Commissione è intervenuta migliorando significativamente il comma 1 dell'articolo 1, che definisce l'ambito territoriale di applicazione del complesso delle misure dirette a garantire la continuità dell'attività di ricostruzione e a coordinarla con gli interventi necessari per la ricostruzione stessa, l'assistenza alla popolazione e, appunto, come dicevo prima, la ripresa economica dei territori, di quelle aree che, lo ricordo, sono state colpite dal terremoto e successivamente sono state interessate da altre calamità naturali, perché questo è un po’ anche il filo conduttore di tutto il decreto o almeno dell'articolo 1.
La modifica approvata stabilisce, infatti, che queste misure si applicano anche ai comuni emiliani che sono stati interessati dagli eventi alluvionali del 17-19 gennaio 2014 – perché purtroppo, mentre si stava chiudendo il decreto che riguardava la tromba d'aria del 2013 è appunto capitata la tromba d'aria del 2014 – e ai comuni anche della provincia di Modena colpiti dalla tromba d'aria del 3 maggio 2013, comprese alcune frazioni della città stessa di Modena che non erano state ricomprese.
In merito ai poteri del commissario delegato, segnalo che il comma 3 dello stesso articolo, anch'esso modificato nell'esame in Commissione, consente al commissario di avvalersi, per l'attività di ricostruzione, oltre che dall'amministrazione della regione Emilia Romagna anche delle amministrazioni locali e del personale assunto attraverso i contratti di lavoro flessibile a seguito del dell'emergenza post-terremoto del 2012, fermo restando – questo è importante – che l'utilizzo di lavoratori o delle convenzioni in essere con alcuni organismi deve avvenire ovviamente nei limiti delle risorse già disponibili a tal fine, quindi – questo è importante – senza alcun onere finanziario aggiuntivo ed eventualmente, appunto, solo prorogando i rapporti contrattuali in essere.
Anche in questo caso la modifica apportata dalla Commissione è importante e positiva, giacché consente al commissario di continuare ad avvalersi di tutte quelle strutture e persone per dare risposte adeguate e tempestive: si tratta di circa 2.400 professionisti che operano nella costruzione e 1.600 imprese esecutrici di lavori, cercando anche di far fronte a tutte le pratiche edilizie negli uffici comunali e all'aumento del livello di complessità e di responsabilità connesso al loro espletamento.
Le risorse finanziarie. Quanto alle disposizioni contenute nel comma 5 dell'articolo 1 del decreto-legge, ricordo che esse consentono al presidente della regione, nella sua veste di commissario delegato, di destinare complessivamente 210 milioni di euro per gli anni 2014 e 2015. Questo ammontare ha tre finalità principali: la prima è quella del ristoro dei danni subiti dai soggetti privati a causa, appunto, degli eventi alluvionali del gennaio 2014 e dalle successive trombe d'aria; la seconda è quella della realizzazione dei più urgenti interventi connessi al programma – questo è molto importante – di messa in sicurezza idraulica dei territori connessi ai fiumi che hanno generato l'alluvione; la terza, infine, è quella legata alla realizzazione degli interventi indispensabili per la ripresa delle attività economiche e delle normali condizioni di vita e di lavoro, ivi compresi i contributi per l'autonoma sistemazione dei nuclei familiari la cui abitazione principale è stata dichiarata inagibile, nonché anche i contributi per il ripristino di opere pubbliche importanti.
Anche in questo caso, attraverso un lavoro che è stato fatto in Commissione, è stato specificato che l'importo indicato potrà essere utilizzato, con separata evidenza contabile, a valere esclusivamente sulle risorse della contabilità speciale istituita per la ricostruzione del sisma 2012 ed intestata al Presidente della regione Emilia-Romagna. Quindi stiamo parlando di poste finanziarie che sono nel budget della contabilità speciale della regione Emilia-Romagna.
In merito ai benefici per le imprese agricole, in sede di esame sempre in Commissione, abbiamo inserito il comma 5-bis, il quale dispone che alle aziende agricole, che ricadono nei territori dei comuni interessati da questi eventi, si applichino quegli stessi benefici previsti, a titolo di interventi compensativi per favorire la ripresa dell'attività produttiva appunto nelle zone colpite da eventi calamitosi eccezionali, che ricordo vanno ben oltre al danno immediato sul raccolto. Qui si tratta di danni definitivi alla produzione totale perché intere colture sono state completamente devastate.
Fra gli interventi da realizzare, come ho appena detto, a cura del commissario, in coordinamento con il commissario all'emergenza idrogeologica e con gli altri soggetti istituzionalmente competenti, figurano quelli necessari per la messa in sicurezza del territorio. Al riguardo, il comma 6 attribuisce al commissario delegato il compito di individuare i progetti cantierabili e le risorse necessarie per il loro finanziamento. Inoltre, anche accogliendo una osservazione assolutamente pertinente di colleghi dell'opposizione, nel comma 6-bis, abbiamo introdotto nel corso dell'esame che gli interventi prioritari siano quelli di messa in sicurezza idraulica e che devono essere ovviamente in linea con gli obiettivi delle direttive europee 2000/60/CE e con la c.d. direttiva alluvioni.
Quanto al comma 7 dell'articolo 1, segnalo rapidamente che esso demanda ad appositi provvedimenti del commissario delegato: la determinazione, sulla base dei danni effettivamente verificatisi, di priorità, modalità e percentuali entro le quali possono essere concessi contributi necessari per la ripresa delle attività economiche e delle normali condizioni di vita; l'individuazione dei requisiti soggettivi e oggettivi (appunto per la concessione dei contributi) e le modalità di asseverazione dei danni subiti, anche prevedendo procedure semplificate per i danni di importo inferiore alla soglia determinata dal commissario; l'estensione di tali procedure, ai fini dell'armonizzazione dei comportamenti amministrativi, compresi quelli relativi all'erogazione dei contributi (anche questa era una richiesta che è venuta in Commissione), anche ai provvedimenti futuri relativi al sisma del maggio 2012.
In quarto luogo, l'autorizzazione di contributi per l'autonoma sistemazione dei nuclei familiari la cui abitazione principale, in conseguenza dei recenti eventi alluvionali, è stata dichiarata inagibile, fermo il rispetto della disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato. Il comma 8 inoltre prevede che il commissario delegato autorizzi, sempre nel limite delle risorse disponibili, la concessione di contributi per il ripristino di opere pubbliche o di interesse pubblico. Nel corso dell'esame tra l'altro è stato opportunamente precisato che la concessione di questi contributi, i quali possono essere destinati al ripristino di diverse strutture pubbliche, dovrà essere autorizzata dal commissario delegato solo previa individuazione delle priorità degli interventi e delle modalità per la concessione dei contributi stessi. Sulla copertura finanziaria dei 210 milioni di euro ho già riferito prima.
In merito alla disciplina in materia di infortuni sul lavoro, la prima di queste norme ha inserito nel testo del provvedimento il comma 9-bis, che prevede per le imprese operanti nei territori interessati dagli eventi sismici che non si tenga conto degli eventi infortunistici verificatisi in concomitanza dei medesimi eventi. Anche questo è stato oggetto di una richiesta e di un lavoro fatto in Commissione.
In merito alla sospensione dei pagamenti e dei finanziamenti agevolati, questo era uno dei provvedimenti che a noi interessava di più, anche perché ne abbiamo discusso più volte in altri provvedimenti che riguardavano il terremoto.
Il successivo comma 9-ter, anch'esso inserito appunto nel corso dell'esame in Commissione, consente una volta per tutte ai soggetti che hanno contratto i finanziamenti agevolati per provvedere al pagamento dei tributi, dei contributi e dei premi sospesi dovuti dal 1o dicembre 2012 al 15 novembre 2013, la possibilità di richiedere la sospensione del pagamento dovuto per la restituzione del debito per quota capitale per un periodo non superiore a 12 mesi. Si tratta anche in questo caso di un miglioramento, come ho detto prima, molto significativo rispetto al testo originario del decreto-legge, che dà un giusto riconoscimento alle famiglie, alle imprese, ai commercianti, ai professionisti colpiti dal terremoto che, voglio ricordare, non hanno mai di fatto smesso di pagare i tributi nei confronti dello Stato.
In merito alla relazione al Parlamento e proroga dei termini per immobili adibiti ad abitazione principale, in sede di Commissione abbiamo inserito altri due commi: il primo prevede opportunamente che il presidente della regione, nella sua qualità di commissario, trasmetta ogni anno – lo dicevo prima – al Parlamento una relazione sullo stato di avanzamento dei lavori; il secondo proroga invece di un anno i termini per adibire un immobile – anche questa è una cosa molto importante – ad abitazione principale al fine di consentire ai cittadini che non lo hanno potuto fare a causa del terremoto di poter beneficiare delle agevolazioni sull'imposta di registro e delle detrazioni Irpef conseguenti.
Un altro emendamento che noi consideriamo molto importante è quello che riguarda l'esclusione dal reddito imponibile dei contributi, degli indennizzi e dei risarcimenti, cosa che, anche questa, non era chiara.
In merito al sostegno al reddito, l'articolo 1-bis, anch'esso introdotto nel corso dell'esame in Commissione, dispone poi che al finanziamento della cassa integrazione in deroga a favore delle imprese e dei lavoratori sospesi a seguito dell'alluvione del gennaio 2014 concorrano le specifiche risorse già destinate per il terremoto, a tutela del reddito per alcune categorie di lavoratori.
In merito al Fondo per le emergenze nazionali, questo – ripeto – è un altro capitolo che riteniamo molto importante. È stato fatto un positivo lavoro dalla Commissione, in collaborazione ovviamente con il Governo e la Protezione civile, diretto ad assicurare l'operatività del Fondo per le emergenze nazionali. Al riguardo osservo, infatti, che nel corso dell'esame in Commissione sono state approvati diversi emendamenti che garantiscono il completo finanziamento di tutte le emergenze che si sono verificate nel 2014, che riguardano diverse regioni del nostro Paese, dando in tal modo risposta alle esigenze indifferibili di tantissime comunità. In particolare, nel corso dell'esame in sede referente, è stato previsto che nel Fondo per le emergenze nazionali confluiscano anche le risorse inutilizzate provenienti dal Fondo per la ricostruzione e la messa in sicurezza nei territori colpiti da eventi emergenziali pregressi istituiti dall'articolo 1, comma 346, della legge di stabilità per il 2014.
È stato inoltre inserito il comma 1-ter, che destina al Fondo per le emergenze nazionali risorse aggiuntive per complessivi 100 milioni di euro. Ricordo che, sin dall'inizio, noi come Commissione avevamo chiesto al Governo di quantificare il quid del Fondo, in quanto nel decreto inizialmente non era presente. Il Governo ha accolto le nostre richieste e oggi siamo in grado di dare una risposta positiva.
Inoltre – ed è anche questo, secondo me, un fatto molto importante per le regioni – è stato inserito il comma 1-quinquies, che consente l'utilizzo delle somme iscritte nei bilanci delle regioni provenienti dall'accertamento delle economie derivanti dalla completa attuazione dei piani di interventi urgenti connessi con eventi calamitosi verificatisi fino all'anno 2002. Quindi, di fatto, quei soldi che non sono stati spesi per vari motivi per tutte queste calamità possono essere reimpiegati su eventi straordinari.
Per quanto concerne il sistema di allertamento nazionale – ho quasi concluso, signora Presidente – è stata introdotta un'ulteriore disposizione, a mio avviso molto significativa – lo ripeto, come ho detto in premessa, in quanto è una delle battaglie storiche che abbiamo fatto anche come Commissione ambiente – diretta ad aumentare il livello complessivo di efficienza e di operatività del Sistema nazionale di protezione civile. La norma in questione, contenuta in questo comma, assicura infatti la destinazione di adeguate risorse – 6 milioni di euro annui – alle attività relative alla gestione, alla manutenzione e allo sviluppo delle reti di osservazione idrometereologica al suolo e della rete dei radar utilizzati dai centri funzionali regionali operanti nel Sistema nazionale di allertamento, che è parte integrante, se non fondamentale, del Sistema nazionale di Protezione civile. Per intenderci, sono quelle reti che danno il cosiddetto early warning quando ci sono le prime avvisaglie dei mezzi straordinari.
Prima di concludere la mia relazione, signora Presidente, ricordo che le Commissioni di settore ed il Comitato per la legislazione hanno espresso parere favorevole sul provvedimento.
Concludo, signora Presidente, ponendo nuovamente l'accento e sottolineando positivamente il fatto che i lavori in Commissione sono stati improntati ad un clima di dialogo costruttivo e cooperativo fra tutti i gruppi parlamentari, che ringrazio, e che ciò ha consentito, da un lato, di svolgere con celerità l'esame del provvedimento e, dall'altro, di migliorarne il testo in più punti. Questo è dovuto anche ad una collaborazione molto fattiva con il Governo: ci tengo a precisarlo. Il mio auspicio è che lo stesso clima e lo stesso metodo di lavoro si ripropongano anche nello svolgimento dei lavori dell'Assemblea di oggi(Applausi).
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