05/05/14

Senigallia celebra primo funerale. Albergatori contano danni


Si spala fango a Senigallia, si tirano via con le idrovore anche due-tre metri d'acqua dagli scantinati e dalle cucine di abitazioni e alberghi della zona sud, mentre nel duomo cittadino si celebra il primo funerale di questa alluvione: l'addio a Nicola Rossi, 86 anni, malato di cuore, soccorso troppo tardi da un elicottero perchè il 2 maggio le ambulanze non potevano rompere il muro del fiume Misa esondato.


A tre giorni dal disastro, dolore e pietà (domani alle 15 i funerali dell'altra vittima, Aldo Cicetti, e lutto cittadino) si intrecciano con il conteggio dei danni materiali in un miscuglio di rabbia, disperazione, lavoro di braccia e modulistica per i risarcimenti. Sulle polemiche per presunti ritardi nell'allarme alla popolazione o nei soccorsi il presidente della Regione Gian Mario Spacca taglia corto: ''fino a ieri non ne ho registrate, i professionisti della polemica iniziano a lavorare il lunedi'''. La procura di Ancona valuterà in base alle segnalazioni che arriveranno se aprire o meno un fascicolo di indagine. Spacca ha formalizzato la richiesta dello stato di emergenza al premier Renzi, che ieri è stato a Senigallia assicurando l'attenzione del Governo. Sabato la Regione fara' il punto con il ministro Martina sulla richiesta di stato di calamità per i danni all'agricoltura. La lettera del governatore è un primo generico elenco di ''franosità, interruzioni stradali e ferroviarie, allagamenti'' e ''attività produttive fortemente danneggiate''.
Tradotto in persone e strutture fisiche, è la descrizione di quanto si vede in una qualsiasi via del quartiere dell'ex Piano regolatore di Senigallia, la 'zona rossa': gli artigiani e i negozianti ammassano la merce ormai inutilizzabile fuori dalla porta dei negozi; i residenti separano frigo, tv, congelatori e cappe aspiranti dalla massa de rifiuti per facilitare la raccolta della ditta incaricata. Anche Alberto Tassi, titolare degli alberghi Continental e Argentina, sul lungomare Alighieri, ha avuto ''un metro d'acqua negli hotel'', ma non si lamenta neanche tanto, ''perchè racconta avevo la pompa con un dispositivo autonomo e un generatore''. Per altri alberghi la situazione ''è più grave, perchè l'acqua ha invaso i piani interrati dove sono le dispense e le cucine. Centinaia e centinaia di migliaia di euro di danni''. ''Un colpo letale per il turismo dice ma dobbiamo guardare al futuro: dopo il terremoto del 1930 e quello del 1972 la città è riuscita a ripartire. Speriamo che si faccia in fretta per essere pronti entro giugno''. Serve la certezza di ''avere subito contributi, e la disponibilità dei fornitori''. Cgil, Cisl e Uil sollecitano la proroga degli ammortizzatori in deroga per i lavoratori di aziende che dovranno sospendere la produzione, e le organizzazioni del commercio chiedono la sospensione dei tributi. Nella gara di solidarietà spiccano i volontari della Protezione civile (300 sul campo) e i vigili del fuoco di varie regioni, che non hanno smesso mai di lavorare. La Conferenza episcopale italiana ha messo a disposizione un milione di euro, e il vescovo di Senigallia ha aperto le Caritas e il Seminario di via Cellini, dove dormono 22 sfollati. Senigallia è solo l'epicentro di una sciagura che non ha risparmiato nessuna provincia delle Marche: strade chiuse per frane e smottamenti ci sono anche ad Ascoli (la Salaria che porta a Roma), Fermo, Macerata. Comuni piccoli e grandi sono alle prese con un dissesto senza precedenti. Nei campi grano, piselli, girasoli sono sommersi dall'acqua. E sulle spiagge appena ripulite per gli ombrelloni stazionano tronchi e detriti. ''Bisogna fare in fretta'', ripetono i sindaci.

(ANSA) 

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