E' anticipato a domani il vertice a Roma tra Ilva e Governo presidenza del Consiglio e ministeri dello Sviluppo economico e
dell'Ambiente inizialmente previsto per venerdì.
E' la seconda
riunione che si tiene a Palazzo Chigi nell'arco di pochi giorni la
precedente c'è stata a fine aprile e servirà a fare il punto sul
piano industriale, che è il secondo passaggio atteso dopo che la Corte
dei Conti ieri ha dato il via libera al piano ambientale. "Contiamo di
anticipare la presentazione del piano industriale", dichiara il sub
commissario dell'Ilva, Edo Ronchi.
In base al disposto delle leggi sull'Ilva, la numero 89 del 2013 sul commissariamento e la numero 6 del 2014 sull'aumento di capitale, la gestione commissariale è tenuta a presentare il piano industriale, che si conforma a quello ambientale, entro 30 giorni. Ma dato che il piano industriale è sostanzialmente pronto e il commissario Enrico Bondi lo ha già illustrato, a grandi linee, sia al Governo che alle banche, la scadenza dei 30 giorni potrebbe essere anticipata. Quest'accelerazione si spiega con l'esigenza di mettere in cantiere, nel piu' breve tempo possibile, la manovra dell'aumento di capitale che dovrà dare all'azienda i mezzi finanziari necessari per affrontare sia i lavori di risanamento ambientale prescritti dall'Aia, sia gli investimenti e l'innovazione tecnologica. Su un impegno complessivo di circa 4,3 miliardi di euro sino al 2020, di cui 1,8 miliardi riferiti solo all'Aia, alla base del piano industriale, il 40% dovrà, infatti, essere assicurato dall'aumento di capitale che, in base alle leggi, sara' anzitutto proposto dal commissario alla proprieta' dell'Ilva, la famiglia Riva.
"C'e' da capire aggiunge Ronchi cosa accade ora nella famiglia Riva dopo la scomparsa di Emilio, ovvero chi sarà il nostro interlocutore e quali risposte ci dara' in merito all'aumento di capitale. Noi con loro ci confronteremo e presenteremo il piano industriale". Intanto oggi alle 14, a Taranto, ci sara' un incontro traIlva e sindacati metalmeccanici finalizzato ad aprire la mobilita' volontaria per tutti quei dipendenti che desiderassero lasciare anzitempo lo stabilimento siderurgico. E' un meccanismo già attuato in passato, l'ultima mobilità volontaria si è chiusa la scorsa estate, e, riaprendolo, adesso l'Ilva punta a far uscire anzitempo dal lavoro circa 200 dipendenti. A quelli che accettano l'esodo agevolato e anticipato, l'Ilva, in aggiunta all'assegno di mobilità, corrisponde un bonus che la volta precedente è stato di 450 euro mensili per tutta la durata della mobilita'. In questa tornata i sindacati vorrebbero spuntare qualcosa di più. Resta infine aperto il nodo stipendi. "Qualora dovessero esserci problemi nella corresponsione - dichiara Vincenzo Castronuovo della Fim Cisl di Taranto è evidente che l'azienda ce lo comunicherà solo il giorno prima. Ma per noi c'è comunque una scadenza più ravvicinata ed è quella dei siti Ilva della Liguria. In questa regione, infatti, per vecchi accordi, gli stipendi vengono versati il 10 di ogni mese mentre a Taranto il 12. Terremo d'occhio quindi la situazione degli stipendi di Genova e da lì capiremo. Se saranno erogati puntualmente in Liguria conclude Castronuovo non vedo perchè questo non debba accadere anche per l'Ilva di Taranto".
(AGI)
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