Con "Parchi di Vita" Legambiente sarà alla fiera del birdwatching
Si
chiama “Parchi di Vita”, perché la ricchezza di informazioni custodita
dagli over 65 rappresenta un elemento di estrema importanza per il
territorio delle aree protette dell’Emilia-Romagna. Antichi mestieri
ormai dimenticati, che da secoli si sono ripetuti per creare manufatti,
lavorare la terra, ricavare dal poco quello che serviva a sfamare una
famiglia. Il trasferimento delle competenze e delle esperienze ai più
giovani può aiutare a creare nuove attività professionali artigianali,
anche in aree marginali che subiscono in maniera più forte il fenomeno
dello spopolamento.
Il 12 maggio sarà organizzato invece il primo
dei quattro appuntamenti dedicati al trasferimento intergenerazionale
delle conoscenze: i ragazzi scopriranno i Parchi ed un patrimonio di
saperi custodito ormai soltanto dalla memoria degli anziani, detentori
della tradizione e della conoscenza di gesti e manualità che vanno
lentamente scomparendo. I primi due appuntamenti con le scuole
saranno organizzati presso il Parco del Delta del Po, realtà legata
indissolubilmente all’acquacoltura e alla pesca, ammesse e favorite
nelle zone umide del Parco perché hanno una grande importanza economica e
occupazionale e sono, in alcuni casi, attività a forte valenza storica e
tradizionale. La vallicoltura è quell’allevamento ittico tradizionale
ed estensivo praticato da secoli nelle Valli del Delta del Po, in cui la
cattura del pesce avviene sfruttando i movimenti migratori di massa
all’uscita dei bacini interni.
“L’iniziativa di Legambiente dichiara Massimo Medri, presidente del Parco del Delta del Po oltre ad annoverarsi fra le più originali, ha il grande merito di considerare il lavoro non solo un fondamentale strumento di vita ma anche uno straordinario valore culturale e sociale. Noi, nel Parco del Delta del Po’, siamo onorati di mettere a disposizione di questo progetto il nostro palcoscenico dove l’opera e il lavoro dell’uomo sono sempre stati centrali nell’evoluzione di questo territorio. L’acqua è stata ed è tutt’ora la dominatrice incontrastata del panorama e fonte ispiratrice di mestieri vecchi e nuovi”.
Le altre due giornate con le scuole saranno invece organizzate al Parco del Corno alle Scale. In quest’area protetta appenninica, fino a pochi decenni fa la castanicoltura era una delle principali attività per gli abitanti: le castagne venivano essiccate e poi molate per ottenerne farina, prodotto meglio conservabile e utilizzabile in cucina. Al castagneto venivano prestate le cure colturali di un frutteto, il sottobosco veniva costantemente ripulito per facilitare la raccolta delle castagne e mantenuto inerbito per evitare fenomeni di erosione superficiale.
“La bellezza del nostro territorio – dichiara Marco Sebastiano, direttore di Legambiente Emilia Romagna – non si limita solo a natura, paesaggio e beni artistici. Anche la storia, la tradizione, le produzioni tipiche legate agli antichi mestieri sono parti importanti della nostra regione: non cimeli da salvaguardare, ma motore per un’economia della bellezza rivolta verso il futuro
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