05/05/14

Bratti (PD) «Serve una commissione per contrastare gli abusi»

«Serve una commissione per contrastare gli abusi»
 
«La politica deve dare delle risposte e deve attrezzarsi per darle queste risposte. Di fronte ai casi di abusi e di presunti abusi commessi dalle forze dell’ordine, non ci si può affidare solo al coraggio e alla perseveranza di una mamma o di una sorella, all’abilità di un avvocato per far emergere il caso o per riaprire un processo». Alessandro Bratti, deputato ferrarese del Pd, ritiene che una strumento utile sia l’attivazione di una commissione parlamentare d’inchiesta, che va istituito con apposita legge. «Non penso a una commissione d’inchiesta da istituire su un caso singolo, ma a commissioni come quella sul ciclo dei rifiuti, o sulla malasanità che fu presieduta da Ignazio Marino, commissioni che restano attive per tutta la durata della legislatura e che hanno gli stessi poteri della magistratura, salvo l’arresto. Io ho fatto parte della commissione sui rifiuti e per esperienza posso dire che il controllo esercitato dalla commissione è stato utile per smuovere processi sugli illeciti che erano rimasti incagliati e per portare alcuni casi all’attenzione dell’opinione pubblica». Bratti insieme ad altri colleghi sta lavorando a un testo: «Quando sarà pronto lo presenterò, anche se so in anticipo che non piacerà a tutti.
Una commissione d’inchiesta sarebbe utile anche e soprattutto per i casi che rimangono sconosciuti, che non arrivano sulle prime pagine e in televisione. Un maggior controllo da parte del Parlamento non elimina gli abusi, ma li può contrastare con più efficacia». Bratti in questi anni si è trovato a lle prese con casi fra loro molto diversi: la morte del calciatore argentano del Cosenza Denis Bergamini (ha tenuto rapporti con la sorella e con l’avvocato Eugenio Gallerani sostenendo, per quanto era in suo potere, la volontà della famiglia di far riaprire giudiziariamente il caso), la morte Giuseppe Uva, la morte di Federico Aldrovandi. Da queste esperienze, dai rapporti amicali con l’avvocato Fabio Anselmo, dai dibattiti scatenati sugli abusi commessi dalle forze dell’ordine, dagli esiti controversi o opachi di alcune indagini è nata in Bratti «la convinzione che la politica, come ha detto Patrizia Moretti, dia delle risposte». A proposito di risposte, Bratti ne attende ancora una: «Nell’estate del 2012 - dopo la sentenze definitiva di condanna dei quattro agenti per la morte di Aldrovandi - presentai un’interrogazione al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri per conoscere quali provvedimenti disciplinari fossero stati attivati. Non mi ha mai risposto». Marcello Pradarelli

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