Alla
vigilia della Giornata mondiale (22 marzo), la Commissione gela le
organizzazioni dell'unica iniziativa di cittadini ad aver avuto successo
in Europa: si farà solo una "consultazione", nessun No esplicito alla
liberalizzazione dell'acqua
Fra due giorni, il 22
marzo, si celebra la giornata mondiale dell'acqua. Di solito, tali
ricorrenze hanno un valore meramente simbolico e di sensibilizzazione,
ma quest'anno sarebbe potuto andare diversamente e forse un pò speciale
questa giornata mondiale effettivamente lo sarà. Infatti ieri la Commissione
Europea ha svelato i suoi piani per dare seguito a quella che è stata
la prima iniziativa dei cittadini ad avere successo in Europa: quella
per l'acqua pubblica. Ma tali piani non hanno convinto gli organizzatori
dell'iniziativa di legge popolare, che ha raccolto un milione e
novecentomila firme, quasi il doppio rispetto al milione di adesioni da
almeno sette paesi per cui un'iniziativa può essere ritenuta valida.
E il motivo della delusione del comitato promotore della petizione è semplice: la Commissione non ha intenzione di proporre nessuna legge, ma solo una consultazione pubblica per migliorare la qualita' e la gestione delle risorse idriche. L'esecutivo di Bruxelles ha ribadito, nella sua comunicazione, che l'accesso all'acqua è un diritto umano e un diritto fondamentale di tutti i cittadini, ma la gestione delle risorse idriche resta di competenza degli Stati membri e delle autorità locali, sebbene essi siano esenti nella gestione dei servizi idrici dalle leggi in materia di mercato interno e violazione della concorrenza (ciò vuol dire che per esempio non si può accusare un comune o una regione di posizioni monopoliste in caso decidano per la proprietà totalmente pubblica dell'acqua). La consultazione, che verrà lanciata nei prossimi mesi, servirà quindi a portare a una revisione della legislazione europea in merito all'accesso alle risorse idriche, pur tenendo saldi i paletti rappresentati dal principio di sussidiarietà e dalla divisione dei compiti fra l'UE, le ventotto autorità nazionali e le regioni e i comuni. E' probabile che una tale revisione delle leggi vigenti porti, come sottolineato dalla Commissione stessa, a una maggiore trasparenza e disponibilità di informazioni per i cittadini in merito alla qualità dell'acqua e alla sua gestione. Bruxelles si è anche impegnata a invitare gli stati membri ad assicurare un accesso minimo all'acqua potabile per tutti i cittadini, secondo le raccomandazioni dell'Oms che indicano in un quantitativo di almeno 50-100 litri al giorno il fabbisogno di cui una singola persona necessita per una qualità di vita dignitosa. Infine, a livello di negoziati internazionali, la Commissione si farà portavoce delle istanze dei cittadini promuovendo l'accesso universale ad acqua potabile e sicura. Come accennato sopra, sono rimasti delusi gli organizzatori dell'iniziativa di cittadinanza che in una nota hanno lamentato in particolare l'assenza, nella comunicazione della Commissione, di un esplicito no alla liberalizzazione dell'acqua e di un'esclusione delle risorse idriche dai negoziati internazionali come i trattati dell'Organizzazione Mondiale del Commercio. Salutate invece positivamente dagli organizzatori le indicazioni relative alle competenze delle autorita' locali, che vengono viste come endorsement per la rimunicipalizzazione dell'acqua in quei paesi dove questa è gestita da privati.
(Maurizio Molinari)
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