02/03/14
Sistri, cos’è e come funzionerà la raccolta dei rifiuti pericolosi
Nonostante molti vantaggi, c'è chi si oppone all'attuazione di questo sistema operativo per la gestione dei rifiuti.
Il Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, SISTRI, nasce nel 2009 su iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Il Sistema è stato ideato per permettere di informatizzare l’intera filiera dei rifiuti speciali a livello nazionale e i soli rifiuti urbani per quanto riguarda, invece, la regione Campania e in particolar modo l’ormai famosa Terra Dei Fuochi.
Per poter controllare ogni singolo movimento dei rifiuti pericolosi, il SISTRI ha ideato un trasporto personale che durante la fase dello smaltimento dei rifiuti può vedere, tramite nuovi sistemi elettronici, il flusso in entrata e in uscita degli autoveicoli nelle discariche.
Questo è un forte ed importante cambiamento nel settore, che garantisce un controllo maggiore degli spostamenti dei rifiuti speciali.
I vantaggi che il SISTRI dona allo Stato sono notevoli per quanto riguarda la legalità, la maggiore efficacia dei servizi, la prevenzione, la modernizzazione e la semplificazioni delle normative.
Anche il Sistema delle imprese gode di alcune novità, per una più corretta gestione dei rifiuti, riducendo i danni ambientali e la concorrenza tra le varie aziende.
Nonostante i lati positivi sembrino notevoli, c’è chi si oppone a questo sistema. A tale proposito infatti, Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Imprese Unione di Brescia, precisa «Siamo e resteremo sempre contrari al SISTRI. Gli autotrasportatori non possono applicare un sistema di rintracciabilità dei rifiuti che in questi anni ha ampiamente dimostrato di non funzionare».
L’attuazione del sistema SISTRI è ormai vicina, dal 3 marzo sarà infatti obbligatorio, ma anche gli operatori continuano a protestare. Il Ministero dell’Ambiente fa sapere che l’intera operazione non peserà economicamente in alcun modo allo Stato, mentre per le aziende il SISTRI è una nuova tassa che può arrivare addirittura a superare 20mila euro annui.
Così Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, gli esponenti del partito ambientalista italiano Green Italia, spiegano «Più che di semplificazione relativa al funzionamento del SISTRI sarebbe il caso di parlare di approssimazione, perché il sistema SISTRI rispetto all’ultimo rinvio è sostanzialmente rimasto immutato, si riduce solo il campo di applicazione ma combinando un pasticcio perché vengono esclusi i produttori».
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