Non prevede adeguato sistema controllo su performance impianti
"Il decreto di recepimento della Direttiva sui rifiuti da
apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), così come è
formulato oggi, rischia di favorire l'abbassamento del livello
qualitativo del recupero, non prevedendo un adeguato regime di controlli che verifichino le performance degli impianti di trattamento e il raggiungimento degli obiettivi posti dalla Direttiva stessa". Questo il commento di Assoraee, l'associazione che in Fise Unire/Confindustria rappresenta le aziende che
gestiscono
il recupero dei Raee, allo schema di decreto legislativo che recepisce
la Direttiva Raee n. 19 del 2012, attualmente al vaglio delle
Commissioni competenti di Camera e Senato. "Lo schema di decreto,
approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri, prevede che oggi possano svolgere attivita'
di recupero tutte le aziende che abbiano ricevuto preventivamente
l'autorizzazione da parte degli Enti Locali competenti. Tale sistema,
però spiega Assoraee se non accompagnato da un efficace monitoraggio
successivo e da una vigilanza costante sulle performance delle imprese autorizzate (attualmente non previsti dal decreto), rischia di non essere in grado di assicurare da solo il raggiungimento degli obiettivi fissati in sede europea. Inoltre, il sistema delle autorizzazioni
risente
delle condizioni locali e crea di fatto un'evidente disparità di regole
a livello nazionale tra gli impianti, che si riflettono necessariamente
anche sulle condizioni economiche praticabili dagli stessi".
"Una soluzione- rileva Assoraee era stata proposta per una volta all'unisono dall'intera filiera
(produttori di apparecchiature, recuperatori, Regioni, Province e Comuni), ma non accolta dal ministero dell'Ambiente: un sistema di accreditamento delle imprese di trattamento, che sulla base
degli standard qualitativi europei verificasse costantemente la qualità delle prestazioni. Questo potrebbe essere gestito dal Comitato di Vigilanza e Controllo dei Raee, ente super partes
già istituito dal Decreto n. 151 del 2005: in questo modo, sarebbero premiate le aziende virtuose che hanno investito per un sistema di qualita' e penalizzati gli impianti che puntano solo alla riduzione dei costi di trattamento, concentrandosi sul recupero delle frazioni a maggior valore di mercato e ignorando gli obiettivi complessivi di recupero, nonche' gli effetti sull'ambiente". Gli operatori del settore, "chiedono meno burocrazia in fase di autorizzazione e più controlli in strada, alle frontiere e
presso le aziende in fase operativa. E' questa la giusta strada per garantire una maggiore salvaguardia ambientale e un risparmio di risorse attraverso l'effettivo recupero di materie prime che in Italia scarseggiano (ad esempio metalli preziosi e terre rare, contenuti nei Raee). Il decreto evidenzia Gabriele Canè, presidente di Assoraee, così come è formulato oggi, lascia zone grigie che possono favorire operatori disinvolti che massimizzano i guadagni a scapito dell'ambiente".
(DIRE)
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