“Mi sento più curioso, più attento e c’è anche un’attesa, ecco.
Un’attesa. La tranquillità è un’altra cosa. Viene dopo che si sono
sperimentate le cose”.
Dice così Romano Prodi nel corso di un’intervista
a Ballarò che andrà in onda in onda domenica, alle 21.05 su Rai3. Lei
dice sempre che c’è bisogno di una scossa, quale scossa? “C’è bisogno di
aver il senso della velocità con cui le cose vanno nel mondo, che noi
non abbiamo. Cioè abbiamo quest’idea che in fondo possediamo una
cultura,un passato, che siamo più bravi degli altri, mentre invece la
sfida è durissima. Qui ci deve essere una serie di procedure, di leggi,
per cui ci sono persone che decidono e non c’è bisogno che quarantamila
persone insieme decidano, non c’è bisogno che per fare una cosa ci debba
essere la regione, il comune, la provincia, lo stato…. Cosa voglio
dire: decidere è uguale a res-pon-sa-bi-li-tà del singolo”. Quest’
ultima fase ? “E’ un cambiamento, come le dicevo prima. Lo sto guardando
con molta attenzione, con molta curiosità. Sono obbligato e lo faccio
molto volentieri, gli faccio tanti auguri, ecco. ll nuovo non è mica una
questione di età. Il nuovo è sapere cosa succede al mondo. Il nuovo è
capire che non è più un gioco di province, il nostro. E’ una sfida
mortale”.
L’Italia è pronta per il semestre europeo? “Non lo so. Non lo so, perché il semestre non è mica costruire dei bei ricevimenti. Il semestre vuol dire fare le alleanze su alcune idee che cambino la politica europea. Il semestre è una roba semplicissima: cambiamo la direzione del cammino. Non è che in questo momento lei possa fare una nuova legislazione europea , un nuovo patto. La situazione europea è quella che è. C’è la Gran Bretagna che fa il referendum per uscire fuori, non posso mica dare il messaggio di illudere la gente dicendo facciamo un’Europa più solidale, più seria, e così via. Intanto cambiamo la politica e finiamola con una politica che crea disoccupati". La gente soffre ed è confusa insieme. Ed è pericoloso questo. “Si ma mi spieghi lei come può essere diversamente. Abbiamo fatto -8% del prodotto nazionale lordo, aumenta la disoccupazione. Guardi, io credo che la gente stia avendo molta più pazienza di quanto non pensassi”. La cosa che le fa più paura qual è? “E’ la rassegnazione. Se si parte perdenti si finisce male. Io mi ricordo mia madre quand’ero bambino mi diceva che tutti quelli che erano partiti per la guerra mondiale con la paura di morire son morti tutti. Tutti quelli che sono andati in guerra un po’ con l’idea 'vabbè devo andare però … cerchiamo di sopravvivere', son tornati tutti. Forse non è vero, ma ho sempre pensato che sia così nella vita”.
(Il Velino)
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