Concentrazioni 1400 volte oltre i limiti. L’allarme Arpa: da non escludere veleni sotto altri punti della terza corsia fino a Milano
In uno dei territori più inquinati d’Italia mancava solo un’autostrada dei veleni. L’Agenzia regionale per la protezione ha scoperto che la terza corsia della A4 nel tratto di Castegnato (Bs) è nata sopra una montagna di scorie industriali altamente tossiche. Il velenoso regalo di Natale è arrivato durante la realizzazione di un sottopasso per la linea ad alta velocità.
L’Ipotesi di altre scorie, fino a Milano
I tecnici dell’Arpa hanno trovato concentrazioni di cancerogeno cromo esavalente 1400 volte oltre i limiti di legge
(per la falda il limite è di 5 microgrammi/litro). La scoperta apre ad
interrogativi ancora più inquietanti: sotto l’asfalto della Serenissima,
da Brescia fino a Milano, si nascondono altri veleni? «Domanda più che
lecita» commenta la direttrice dell’Arpa Brescia, Maria Luisa Pastore:
«È possibile ma per dirlo si dovrebbero effettuare nuovi carotaggi sotto
altri punti dell’infrastruttura mentre ci sono analisi solo su
Castegnato». Analisi che a breve potrebbero essere imposte dalla Procura
di Brescia, che ha ricevuto una doppia denuncia da parte del Comune di
Castegnato e dalla stessa Arpa. Se oggi è possibile utilizzare scorie
industriali opportunamente inertizzate come sottofondi stradali, il
timore di tecnici e amministratori è che nel passato, proprio per
risparmiare alla voce «smaltimento rifiuti» delle aziende del territorio
abbiano deciso di sbarazzarsi dei propri veleni nascondendoli sotto
l’asfalto delle nascenti strade.
Gli altri casi: da Brebemi alla a 31
Anche recentemente non sono mancate scoperte simili: veleni industriali nascosti sotto i «tappeti d’asfalto»
del Nord Italia. Basti pensare a i 18 chilometri dell’autostrada
Valdastico (A31 ) finiti a luglio nel mirino della Direzione
Distrettuale Antimafia di Venezia: per realizzare la massicciata erano
state utilizzate 155mila metri cubi di scorie di acciaieria non
inertizzate. Tra gli indagati anche cinque bresciani, tra cui Ettore
Lonati (presidente della Alfa Acciai) e Pierluca Locatelli con consorte,
l’imprenditore bergamasco accusato di avere avvelenato anche il
sottomanto della direttissima Brescia-Bergamo-Milano e accusato pure di
aver versato una tangente a Franco Nicoli Cristiani, ex vicepresidente
della Regione Lombardia. L’ipotesi di reato per cui procede la procura è
di falso ideologico e traffico illegale di rifiuti in forma
organizzata.
Altre scorie sotto la linea Tav
Ritornando al caso di Castegnato , il timore di Arpa è che i veleni possano già aver raggiunto la prima falda.
Per questo è stato chiesto a Cepav Due (general contractor per la linea
ad alta velocità) di installare piezometri a monte e a valle della
velenosa scoperta e di procedere con la bonifica. Cepav ha già in corso
una bonifica 500 metri più a ovest, verso Ospitaletto: anche lì nel
tracciare il percorso dei binari sono emerse centinaia di tonnellate di
scorie di acciaieria. Una scoperta non «rara» purtroppo in un
territorio, quello a ridosso della Franciacorta, dove (dati Legambiente)
ci sono 25 discariche (tra abusive e regolari) in un raggio di dieci
chilometri e 20 milioni di metri cubi di rifiuti interrati.
Legambiente chiede controlli
Silvio Parzanini, presidente di Legambiente Franciacorta, chiede all’Arpa
«controlli immediati fino a Milano. Qui ne va della salute pubblica ». E
chiede alla procura di accertare in tempi stretti le responsabilità di
questo disastro: «Non credo sia impossibile risalire alle procedure di
appalto e sub appalto per capire chi, 20 anni fa, ha realizzato questo
disastro ambientale».
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