Il premier chiede che si torni "al dialogo e al rispetto per l’avversario"
Basta
con la politica dell’aggressione verbale, con la politica dell’urlo:
Enrico Letta chiede che si torni alla "politica del dialogo e del
rispetto per l’avversario". Lo fa senza nominare direttamente Beppe
Grillo, che pure ieri era stato oggetto di alcuni suoi strali per il
modo in cui attacca Giorgio Napolitano.
Il presidente del
Consiglio è stato questa mattina a Camaiore, in provincia di Lucca, per
ricordare la figura del giornalista e politico Pierantonio Graziani, da
lui definito "uno dei modelli politici della mia gioventù". "O si torna
alla sobrietà, soprattutto in tempi come questi, oppure non ci sono
altre soluzioni possibili", ha detto Letta ricordando in Graziani le
doti di «equilibrio e misura» dimostrate nella lunga carriera
giornalistica e in quella politica.
Il premier ha inaugurato quattro
sale del municipio versiliese fra cui quella intitolata a Graziani, ex
senatore della Democrazia cristiana e giornalista parlamentare della Rai
scomparso nel settembre del 2007 all’età di 77 anni. Parlando ai
presenti, Letta ha ricordato la sua amicizia personale con Graziani e il
legame che ha avuto con lui sia quando ha lavorato al Tg1 come notista
politico che quando è stato eletto al Senato nelle file della Dc. Il
presidente del consiglio, che ha partecipato all’inaugurazione in forma
privata, ha salutato i familiari di Pier Antonio Graziani e, dopo gli
auguri di buon Natale a tutti i presenti, ha lasciato Camaiore.
Ieri Letta nel suo discorso di fine anno ha lanciato un ultimatum a Berlusconi e a Grillo. Si lascino alla spalle populismi e derive nichiliste, ha detto. Soprattutto, ha aggiunto, basta attacchi al Presidente della Repubblica.
Berlusconi, e con lui Fi, non si faccia "prendere la mano intraprendendo una strada nichilista e populista: sarebbe un errore per il Paese e per lui stesso" ha avvertito il premier durante la conferenza stampa di fine anno facendo notare al Cavaliere che questo sarebbe anche un affronto alla sua «storia politica che ha alle spalle». Ed è populismo non solo quello che i due leader politici riservano con le loro critiche all’Europa ma anche quello che soprattutto Beppe Grillo riserva con le sue critiche al Capo dello Stato. Con i suoi attacchi a Napolitano Grillo ha ormai passato il segno. "Ritengo che in queste ultime settimane si sia passato assolutamente il limite rispetto agli attacchi al capo dello Stato» che sono «totalmente fuori luogo".
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