E' atteso all'esame del Consiglio dei ministri il
nuovo decreto legge sull'Ilva. "Disposizioni urgenti dirette a
fronteggiare emergenze ambientali e industriali": questo il titolo del
provvedimento che vede l'apporto della presidenza del Consiglio e di
vari ministeri quali Ambiente, Sviluppo economico, Interno, Coesione
territoriale e Politiche Agricole.
Anche fonti Ilva confermano l'approdo
del decreto oggi in CdM. Il decreto, impostato nei giorni scorsi in una
serie di riunioni tecniche, accelera e semplifica le procedure relative
alla Valutazione di impatto ambientale, all'ammissiblità alla stessa
Via, alle bonifiche e alle norme urbanistiche che impattano col
risanamento ambientale dello stabilimento di Taranto.
Il decreto
dovrebbe affrontare anche l'uso, nei lavori ambientali all'Ilva, dei
soldi sequestrati alla famiglia Riva nei mesi scorsi. "Con le attuali
procedure, è difficile ottenere il risanamento ambientale di uno
stabilimento grande e complesso come l'Ilva di Taranto nei tempi che
fissa l'Autorizzazione integrata ambientale, ovvero i 36 mesi". Questa
la premessa, fatta dall'azienda, che ha indotto il Governo a puntare su
un nuovo decreto legge, il quarto, per l'Ilva di Taranto. Nelle
settimane scorse, infatti, sia il commissario dell'Ilva, Enrico Bondi,
che il sub commissario, Edo Ronchi, hanno prospettato al Governo la
difficolta' a portare avanti il loro mandato e quindi hanno paventato la
possibilità di lasciare l'incarico. Si è quindi cominciato a lavorare
al nuovo provvedimento che è stato messo a punto in diverse riunioni
tecniche con la partecipazione dei ministeri interessati e di Palazzo
Chigi.
Uno dei punti fondamentali del nuovo decreto e' la riduzione dei tempi e
delle procedure. Dovrebbe essere deciso, per esempio, che la
Valutazione di impatto ambientale verra' fatta con procedure accelerate,
in 90 giorni anzichè in 180. Ridotti anche i tempi per valutare se un
progetto relativo al risanamento ambientale dell'Ilva vada assoggettato o
meno alla Valutazione di impatto ambientale, mentre per superare il
problema di compatibilità urbanistica a seguito della costruzione delle
coperture dei grandi parchi minerali del siderurgico, il decreto
dovrebbe considerare le stesse coperture volumi tecnici, funzionali
all'attività industriale, e non urbanistici. Così non ci sarà bisogno
di una variante al Prg di Taranto che avrebbe comportato l'allungamento
dei tempi. Sul piano delle risorse, invece, si tende ad usare per
finalizzarle nel risanamento dell'Ilva i soldi sequestrati nei mesi
scorsi ai Riva. I commissari dell'Ilva hanno molto insistitito nei
giorni scorsi sulla possibilità¡ di accedere a queste risorse. In
particolare il sub commissario Edo Ronchi ha detto: "Se nell'Ilva di
Taranto vogliamo tenere insieme risanamento ambientale e innovazione
tecnologica, dobbiamo poter contare su altre risorse. Oltretutto ha
aggiunto Ronchi anche la legge 89 dell'agosto scorso, quella sul
commissariamento dell'azienda, prevede che i soldi sequestrati siano
messi a disposizione dei commissari ma questo sinora non e' avvenuto".
Da rilevare che per la realizzazione delle prescrizioni dell'Aia l'Ilva
ha in corso una trattativa con le banche per ottenere 1,8 miliardi di
euro.
Negli incontri di questi giorni con i ministeri, l'Ilva ha anche
posto il problema di ampliare i contenuti del piano ambientale dello
stabilimento di Taranto inserendovi discariche, acque di scarico,
rifiuti industriali, rischio di incidenti rilevanti e sicurezza sul
lavoro. Per questo, quindi, sara' necessario, ha sempre osservato
Ronchi, che il piano ambientale dell'Ilva, quello che rimodula anche i
tempi dell'Aia facendoli partire da agosto 2013 e non più da ottobre
2012, sia approvato da un Dpcm e non più da un decreto del solo
ministro dell'Ambiente. Al piano ambientale, poi, dovrà conformarsi il
piano industriale dell'Ilva. Il decreto legge che oggi dovrebbe essere
"licenziato" dal Cdm è il quarto in un anno per l'Ilva. A dicembre
scorso è infatti stato varato il decreto che ha poi portato alla legge
231 del 2013, quella che ha consentito la continuità dell'azienda, a
giugno è stata la volta di quello sul commissariamento, divenuto poi
legge 89, quindi ad agosto le norme sulle discariche, inserite nel
decreto sulla Pa, oggi legge 125.
(AGI)
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