03/12/13

Ilva: atteso nuovo decreto per emergenze ambientali e industriali

E' atteso all'esame del Consiglio dei ministri il nuovo decreto legge sull'Ilva. "Disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali": questo il titolo del provvedimento che vede l'apporto della presidenza del Consiglio e di vari ministeri quali Ambiente, Sviluppo economico, Interno, Coesione territoriale e Politiche Agricole.

Anche fonti Ilva confermano l'approdo del decreto oggi in CdM. Il decreto, impostato nei giorni scorsi in una serie di riunioni tecniche, accelera e semplifica le procedure relative alla Valutazione di impatto ambientale, all'ammissiblità alla stessa Via, alle bonifiche e alle norme urbanistiche che impattano col risanamento ambientale dello stabilimento di Taranto.

Il decreto dovrebbe affrontare anche l'uso, nei lavori ambientali all'Ilva, dei soldi sequestrati alla famiglia Riva nei mesi scorsi. "Con le attuali procedure, è difficile ottenere il risanamento ambientale di uno stabilimento grande e complesso come l'Ilva di Taranto nei tempi che fissa l'Autorizzazione integrata ambientale, ovvero i 36 mesi". Questa la premessa, fatta dall'azienda, che ha indotto il Governo a puntare su un nuovo decreto legge, il quarto, per l'Ilva di Taranto. Nelle settimane scorse, infatti, sia il commissario dell'Ilva, Enrico Bondi, che il sub commissario, Edo Ronchi, hanno prospettato al Governo la difficolta' a portare avanti il loro mandato e quindi hanno paventato la possibilità di lasciare l'incarico. Si è quindi cominciato a lavorare al nuovo provvedimento che è stato messo a punto in diverse riunioni tecniche con la partecipazione dei ministeri interessati e di Palazzo Chigi.
Uno dei punti fondamentali del nuovo decreto e' la riduzione dei tempi e delle procedure. Dovrebbe essere deciso, per esempio, che la Valutazione di impatto ambientale verra' fatta con procedure accelerate, in 90 giorni anzichè in 180. Ridotti anche i tempi per valutare se un progetto relativo al risanamento ambientale dell'Ilva vada assoggettato o meno alla Valutazione di impatto ambientale, mentre per superare il problema di compatibilità urbanistica a seguito della costruzione delle coperture dei grandi parchi minerali del siderurgico, il decreto dovrebbe considerare le stesse coperture volumi tecnici, funzionali all'attività industriale, e non urbanistici. Così non ci sarà bisogno di una variante al Prg di Taranto che avrebbe comportato l'allungamento dei tempi. Sul piano delle risorse, invece, si tende ad usare per finalizzarle nel risanamento dell'Ilva i soldi sequestrati nei mesi scorsi ai Riva. I commissari dell'Ilva hanno molto insistitito nei giorni scorsi sulla possibilità¡ di accedere a queste risorse. In particolare il sub commissario Edo Ronchi ha detto: "Se nell'Ilva di Taranto vogliamo tenere insieme risanamento ambientale e innovazione tecnologica, dobbiamo poter contare su altre risorse. Oltretutto ha aggiunto Ronchi anche la legge 89 dell'agosto scorso, quella sul commissariamento dell'azienda, prevede che i soldi sequestrati siano messi a disposizione dei commissari ma questo sinora non e' avvenuto". Da rilevare che per la realizzazione delle prescrizioni dell'Aia l'Ilva ha in corso una trattativa con le banche per ottenere 1,8 miliardi di euro.

Negli incontri di questi giorni con i ministeri, l'Ilva ha anche posto il problema di ampliare i contenuti del piano ambientale dello stabilimento di Taranto inserendovi discariche, acque di scarico, rifiuti industriali, rischio di incidenti rilevanti e sicurezza sul lavoro. Per questo, quindi, sara' necessario, ha sempre osservato Ronchi, che il piano ambientale dell'Ilva, quello che rimodula anche i tempi dell'Aia facendoli partire da agosto 2013 e non più da ottobre 2012, sia approvato da un Dpcm e non più da un decreto del solo ministro dell'Ambiente. Al piano ambientale, poi, dovrà conformarsi il piano industriale dell'Ilva. Il decreto legge che oggi dovrebbe essere "licenziato" dal Cdm è il quarto in un anno per l'Ilva. A dicembre scorso è infatti stato varato il decreto che ha poi portato alla legge 231 del 2013, quella che ha consentito la continuità dell'azienda, a giugno è stata la volta di quello sul commissariamento, divenuto poi legge 89, quindi ad agosto le norme sulle discariche, inserite nel decreto sulla Pa, oggi legge 125.

(AGI)

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