Roncarati: troppo piccoli contro la crisi Ambiente mai così male. Bratti: il problema dell’aria va ben oltre i nostri confini.
Le
“pecore nere” sono ambiente, lavoro e disagio sociale; le prime della
classe sono invece la sanità e, a dispetto della crisi e delle stesse
statistiche, anche il tenore di vita. È comunque un quadro poco
incoraggiante per il territorio ferrarese quello che emerge dalla
graduatoria stilata da Italia Oggi. A soffrire è il mondo del lavoro,
con la nostra provincia retrocessa di 23 posizioni nel tasso di
occupazione, ponendosi al 66º posto nella classifica nazionale, ultima
in Emilia Romagna. «Non c’è niente di nuovo, purtroppo commenta il
presidente della Camera di Commercio e di Caricento Carlo Alberto
Roncarati. In questo periodo di crisi le aziende che reggono meglio
l’urto sono quelle con 150 dipendenti e oltre, mentre nel nostro
territorio sono prevalenti le piccole e medie imprese. Questo periodo
inoltre è stato segnato dalle grande crisi aziendali di Berco e Vm, che
sono state in parte tamponate e risolte ma che hanno rappresentato un
segnale di difficoltà importante del nostro tessuto produttivo. Una
debolezza che incide anche sulla disoccupazione giovanile, perché
ragazzi tecnicamente qualificati non trovano aziende in grado di
accoglierli. Ma non è solo un problema ferrarese: la burocrazia, la
fiscalità, la mancanza di semplificazione sono i freni che vanificano
l’impegno dei tanti imprenditori tenaci che si battono a favore del
binomio impresa-lavoro.
Tanta burocrazia significa costi elevati, un deterrente agli investimenti e all’arrivo di capitali esteri, che pure ci sarebbero. È un problema italiano, quello delle riforme promesse e disattese e di una politica slegata dal mondo reale, di governi incapaci negli ultimi vent’anni di intraprendere un percorso virtuoso e condiviso». Secondo Chiara Sapigni, assessore comunale alla Sanità e al Servizi alla persona, il vizio di fondo di queste elaborazioni statistiche è il respiro troppo corto: «Si tratta di dati che riguardano indicatori annuali, quando invece sarebbe necessario un confronto su un periodo temporale pi ù lungo. Il dato sull’incidenza delle morti per tumori preoccupa e non va sottovalutato, ma al tempo stesso occorre integrarlo con elementi più approfonditi, come l’età dei pazienti, visto che il nostro territorio è caratterizzato da una popolazione anziana». Per contro, il capitolo sanità è il solo, insieme al tenore di vita, che vede il Ferrarese progredire nella classifica, e in particolare nella dotazione di apparecchiature diagnostica con il quinto posto assoluto dopo Isernia, Ascoli, Fermo e Rovigo. « È uno dei vantaggi dell’apertura del Polo ospedaliero di Cona, che ha determinato l’acquisto di nuove apparecchiature». Dove invece Ferrara non brilla, secondo ItaliaOggi, è l’ambiente, settore che ci vede arretrare addirittura di 71 posizioni. «Il problema della qualità dell’aria interviene il parlamentare Alessandro Bratti, componente della VIII Commissione (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici) della Camera va ben oltre i confini provinciali e di conseguenza va affrontato ragionando su aree più vaste. Il 19 dicembre è stato firmato l’accordo di programma per il Bacino Padano tra cinque ministeri (Ambiente, Sviluppo Economico, Infrastrutture, Agricoltura e Salute) e le regioni Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Valle d’Aosta e le province autonome di Trento e Bolzano per affrontare e adottare, in un’ottica di collaborazione, misure per migliorare la qualità dell’aria. È un passo avanti significativo nella gestione delle politiche ambientali, che dovrebbero avere anzi un respiro europeo». Un esempio è la direttiva Ue del 2011 sulle cosiddette Eurovignette , gli ecobonus che alleggeriscono il pedaggio ai veicoli meno inquinanti, penalizzando i mezzi pesanti, ma la cui adozione risulterebbe tutt’altro che indolore.
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