Il piano delle misure ambientali introdotto dalla
legge 89 del 2013 stabilimenti industriali di interesse strategico
nazionale oltre a rimodulare i tempi di attuazione delle prescrizioni
Aia nell'Ilva di Taranto, affrontera' anche aspetti non affrontati
sinora come sicurezza sul lavoro, incidenti rilevanti, scarichi idrici,
rifiuti.
"C'è bisogno di avere un punto zero, non si può pensare di
fare un piano ambientale e lasciare fuori pezzi importanti
dell'attività industriale sostiene il sub commissario dell'Ilva, Edo
Ronchi ecco perchè il piano sarà rivisto e approvato non più con
decreto del ministro dell'Ambiente ma con un decreto del presidente del
Consiglio dei ministri".
"I problemi dell'Ilva di Taranto si possono
affrontare, risolvere, ma nessuno ha una risolvibilità immediata
aggiunge Ronchi dobbiamo sapere che per un certo periodo di tempo
dovremo necessariamente convivere con una fase transitoria in cui non
tutti gli impianti e non tutte le aree saranno a norma proprio perchè
l'adeguamento non potrà che essere graduale. Questo però non vuol dire
provocare emissioni all'esterno". Ronchi fa quindi l'esempio dei parchi
minerali: "Abbiamo appena definito afferma il sub commissario
dell'Ilva un progetto di conterminazione che consiste nel posizionare
attorno all'area delle barriere e dei pozzetti per evitare che l'acqua
piovana ma anche l'acqua con cui vengono irrorati i minerali per evitare
la diffusione delle polveri, crei un percolamento nella falda
sottostante. Percolamento che è già in atto mentre questo progetto non
prima di un anno e mezzo sarà realizzato. Che facciamo allora nel
frattempo? Non bagniamo più i parchi, non usiamo più i parchi? Ecco
perchè dico che il risananamento è sì l'obiettivo ma ci si arriva
solo con una fase transitoria".
(AGI)
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