Discariche abusive. Antenne.
Ad Arpaia
ci sono grosse preoccupazioni per lo stato di salute del territorio. Ed è
proprio per questo che la commissione consiliare “Ambiente”,
dopo aver effettuato un attento sopralluogo ha stilato una dettagliata
relazione che sarà sottoposta all’amministrazione comunale. “La
commissione si legge in una nota si è riunita diverse volte ed ha
proposto diversi interventi tesi a migliorare la qualità di vita dei
nostri concittadini e a salvaguardare il nostro patrimonio ambientale.
Siamo convinti che la strada che si deve percorrere per raggiungere
degli obiettivi soddisfacenti e duraturi è quella della sensibilizzazione su tematiche ambientali
di interesse collettivo attraverso il monitoraggio e la condivisione
delle informazioni”. Le preoccupazioni di cittadini di Arpaia sono
aumentate dopo diversi studi secondo i quali anche il Sannio sarebbe
interessato da sversamenti illeciti e riferiscono altresì del
rinvenimento di discariche abusive nei paesi limitrofi. “La nostra idea
fanno sapere dal comitato è quella di creare una rete di monitoraggio,
che coinvolga anche i cittadini, per tenere sotto controllo la qualità
dell’aria, dell’acqua, dell’inquinamento elettromagnetico, per tenere
sotto controllo la pulizia delle vasche per la raccolta dell’acqua
piovana (importanti dato che il nostro è un territorio a rischio idrogeologico) e per cercare di arginare il ripugnante problema dei rifiuti abbandonati
che stanno deturpando il nostro territorio e alterando il suo naturale
equilibrio”. In primis, la commissione ha posto l’attenzione sul rischio idrogeologico:
“A tal riguardo crediamo che sia particolarmente importante porre in
essere degli interventi di ripulitura delle vasche (a valle) e dei
canali di drenaggio (a monte) al fine di ripristinare la loro
efficienza.Lo stato attuale compromette enormemente la loro capacità e di conseguenza espone il paese ad un maggiore rischio che non deve essere sottovalutato. Questo è un fondamentale intervento per la messa in sicurezza di un territorio come il nostro e se c’è stata anzitempo la lungimiranza di finanziare questi lavori pubblici, essa è vanificata dall’incapacità di preservarne lo stato. Inoltre queste aree si prestano benissimo (sia per la loro ubicazione, sia per la loro conformazione) ad essere usate come luoghi per abbandonare rifiuti che diventano anche difficili da individuare data la folta vegetazione che vi è cresciuta”. Di qui, i riflettori puntati sull’abbandono indiscriminato di rifiuti sul territorio: “Un‘altra problematica che in particolare ci preme segnalare, come accennato in precedenza, riguarda infatti la questione dei rifiuti abbandonati sul nostro territorio. La faccenda è davvero seria se si pensa che non ci sono solo rifiuti urbani, ma anche scarti di lavorazione di varia natura , elettrodomestici come frigoriferi e televisori, pneumatici e altre tipologie che richiederebbero uno smaltimento adeguato secondo la normativa vigente. Risulta evidente quindi, che il tutto non può essere ricondotto semplicisticamente all’inciviltà di alcuni cittadini ma è bene prendere atto che l’abbandono illegale (e immorale) di alcune tipologie di materiale risponde alla logica del profitto incondizionato derivante dal risparmio che si ottiene eludendo lo smaltimento legale. Crediamo opportuno che l’amministrazione ponga in essere degli interventi a tutela del territorio che scoraggino tale pratica e che si adoperi a reperire fondi per ripulire il territorio da questi materiali”.
C’è un altro spettro che fa paura alla popolazione quello dell’elettrosmog. “Questa commissione si è fatta carico altresì della crescente preoccupazione dei cittadini che voglio essere rassicurati sulla potenza di emissione delle antenne poste in contrada Corticelle, esse sono state installate ad una distanza di circa 150 metri dalle prime unità abitative e a circa 200 metri dal centro del paese. Ci è stato riferito che l’Arpac ha effettuato delle misurazioni. Chiediamo che siano periodiche e che vengano rese pubbliche in modo da poter essere accessibili a ogni cittadino. Abbiamo proposto l’acquisto di un sensore per avere una lettura istantanea (anche se di massima) della radiazione elettromagnetica in diversi punti del paese, con una spesa di circa 400 euro ed è sconfortante che per un investimento così esiguo rispetto alle voci del bilancio comunale si debba aspettare così tanto tempo e ci si debba appigliare a chissà quali procedure burocratiche. A tal riguardo può essere importante coinvolgere i medici di base e attivare un monitoraggio per evidenziare eventualmente l’insorgenza di patologie o sintomi diffusi e riconducibili all’inquinamento elettromagnetico, in riferimento alla clamorosa presa di posizione nel 2011 dell’ Oms e dell’ Iarc (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) che hanno classificato le radiazioni non ionizzanti a radiofrequenza come possibili cancerogeni”. Questo il grido d’allarme dei cittadini, e della commissione. Adesso la parola passa all’amministrazione comunale.
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