Il rapporto annuale stilato dall'associazione e pubblicato su Sole24ore
boccia l'Isola su tutti i fronti. Anche Caltanissetta e Siracusa
"conquistano" la palma dei peggiori
Le
città siciliane sono fanalino di coda in Italia per quanto riguarda la
qualità della vita. Lo rivela il rapporto Ecosistema urbano 2013,
realizzato da Legambiente e Ambiente Italia e pubblicato da il Sole 24
Ore. Centoquattro comuni capoluogo di provincia sono stati come ogni
anno, sottoposti ai test delle statistiche sotto una pluralità di
angolazioni: la qualità dell'aria, le risorse idriche, la diffusione di
fonti innovative, la gestione intelligente dei rifiuti, la disponibilità
di verde, la mobilità alternativa. Tra le grandi città, Palermo e
Catania sono agli ultimi due gradini della classifica. Bocciate anche
Caltanissetta, tra le piccole, e Siracusa, tra le medie.
Le
pagelle verdi non offrono tante sorprese rispetto alle precedenti
edizioni: tra città promosse per ecosostenibilità si confermano tutte
quelle del Nord-est Ultime in fondo alla classifica, in tutte le classi
dimensionali, sono le realtà meridionali. In particolare le siciliane,
con Caltanissetta a chiudere la lista delle piccole (19 punti), Catania
quella delle grandi (25) e Siracusa in coda alle medie (29). Messina,
invece, figura poco sopra Catnia e Palermo, contendendosi gli ultimi
posti della classifica con altre città del Sud. Male anche Agrigento,
che si piazza al quarantaquattresimo posto tra le piccole, poco prima di
Caltanissetta. A metà classifica tra i centri minori si piazza Ragusa,
che conquista il ventitreesimo posto.
Gli indicatori più preoccupanti
sono quelli riferiti a rifiuti, acqua, mezzi pubblici e mobilità
alternativa. Nel complesso quel che emerge dall'indagine di Ecosistema
urbano è una situazione che fatica a migliorare. Per quanto riguarda la
quota di raccolta differenziata, solo nove città in Italia raggiungono
il target del 65 per cento imposto per il 2012 dalla normativa
comunitaria, ma in Sicilia ci sono casi estremi come Enna e Siracusa che
non arrivano nemmeno al 5 per cento.
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