Grande attesa ma poche sorprese dal vertice del Ministro dell'Ambiente Orlando con le Regioni del Bacino Padano. Tutto rinviato ad un ”accordo di programma” interregionale da formulare entro ottobre, dove si riproporranno le 44 misure d’intervento contenute in un documento approvato dalle Regioni interessate a luglio 2012
L'esito del vertice sullo smog tra le regioni del Bacino Padano e il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando è stato illustrato nell’ovattata e panoramica sala stampa dell’11° piano del Palazzo Lombardia. "E' stata una utile e importante riunione -ha detto il governatore lombardo Maroni- in cui abbiamo valutato una serie di iniziative, che ci porteranno alla definizione di un accordo di programma per coordinare l'azione di tutela della salute pubblica con interventi nelle varie regioni, tenendo conto della specificità dell'area padana".
L'accordo di programma è questo l'impegno assunto dal Ministero e dalle Regioni verrà stilato e sottoscritto entro il prossimo ottobre, quando le Regioni si impegneranno in qualche modo a pianificare o adottare le "misure del luglio 2012”, alle quali sia Maroni che Orlando si sono spesso richiamati durante la conferenza stampa, ma che non sono state illustrate nel dettaglio. La bozza di tali misure su cui il Ministero e le Regioni stanno lavorando è stata fornita ad Eco dalle Città dall'assessorato all'Ambiente della Regione Lombardia (vedi allegato a fondo pagina). Si tratta di 44 misure (14 di immediata attuazione, 8 che richiedono circa un anno per essere attuate, 8 che ne richiedono due, e le restanti 14 che necessitano di un periodo di applicazione più lungo di tre anni) che mirano a ridurre alla fonte le emissioni inquinanti: si va dall'estensione anche ai comuni con meno di 100 mila abitanti dell'obbligo di dotarsi di un Piano Urbano della Mobilità allo sviluppo di sistemi di telelavoro, dall'abbassamento dei limiti di velocità sulle autostrade e le grandi arterie urbane all'istituzione di una segnaletica unica per i provvedimenti antismog nei centri urbani.
Le dichiarazioni del Governatore e quelle del Ministro sono parse piuttosto interlocutorie e programmatiche, soprattutto mirate a scaricare la responsabilità di una vera soluzione del grave problema del costante sforamento italiano dei limiti di inquinamento atmosferico, su altri soggetti. “Perché la Lombardia non può mettere un muro all’aria inquinata delle altre Regioni ” o “è inutile che si prenda noi delle misure restrittive sugli Euro 3, se poi dall’estero entrano auto che non le rispettano”, ha detto Maroni (e non si è capito a quali nazioni confinanti con il nord Italia si riferisse...).
Mentre il Ministro Orlando ha sostenuto che tra i provvedimenti da prendere a livello nazionale c’è anche quello di far riflettere l’Unione Europea sulle norme che ci impone, aggiungendo che le eventuali misure restrittive da adottare non possono più essere quelle "del passato e bisogna" evitare provvedimenti emergenziali che spesso rendono difficile la vita dei cittadini.
Insomma, nemmeno alle più precise domande poste in merito da alcuni giornalisti, Maroni e Orlando hanno lasciato intendere che al momento vi sia la speranza di una svolta decisiva nella battaglia contro l’inquinamento atmosferico e soprattutto la volontà di un rafforzamento delle misure restrittive e dei controlli sinora adottati, nell’inesorabile avvicinarsi dell'ennesima stagione dei picchi di polveri sottili e ossidi di azoto, per tante città italiane. Tutto dunque rinviato all’accordo di programma di ottobre e alla speranza di un "vero coordinamento".
Come ha detto Maroni, “l’intesa di oggi è perché si sblocchi una serie di blocchi”, riferendosi all’esempio virtuoso delle misure lombarde, pronte ad essere approvate dalla sua Giunta.
Stefano D'Adda
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