Emissioni Diossine ridotte di oltre 5mila volte in 50 anni.
"Mangiate tranquillamente il parmigiano e il prosciutto di Parma", e per
evitare le diossione "usate meno l'automobile, non bruciate in modo
'incontrollato' i rifiuti e non utilizzate i fuochi d'artificio". Cosi'
Atia Iswa (nata dalla fusione tra l'Associazione tecnici italiani
ambientali e International solid waste association Italia), associazione
riunisce "tutti i professionisti, le aziende e gli enti nel campo della
gestione dei rifiuti e delle bonifiche", ribattendo all'allarme
lanciato da Beppe Grillo a proposito dell'inceneritore di Parma e del
rischio di avere "parmigiano e prosciutti imbottiti di diossina". Una
nota firmata da David Newman, presidente
Atia-Iswa Italia e
dell'Iswa, con Simonetta Tunesi, del comitato tecnico Atia-Iswa, segnala
come occorra "capire perchè Beppe Grillo semina una paura che i nostri
concittadini europei non condividono è interessante notare che dove
esistono nel mondo gli inceneritori, la gente non ne ha paura; dove non
ci sono impianti la gente è fortemente contraria e convive con i disagi
delle discariche e spesso con i rifiuti per strada". Il fatto è che per
gli impianti di incenerimento dei rifiuti anche con recupero energetico
"le concentrazioni delle polveri si sono ridotte di 1.000 volte e quelle
delle diossine di oltre 5.000 volte in 50 anni". Per capire l'entità
delle emissioni degli inceneritori "è utile confrontare queste emissioni
con altre fonti di emissioni (qualsiasi emissione inquina ovviamente,
nessuna opzione è a inquinamento zero)", segnala l'associazione,
spiegando che "gli inceneritori, di ultima generazione, inquinano
complessivamente meno dei fuochi d'artificio, del traffico stradale, o
della generazione di elettricita'".
In tutto ciò, (i danni associati al bruciare i rifiuti solidi all'aria aperta non saranno mai abbastanza sottolineati). "Numerose ricerche segnala Atia Iswa hanno evidenziato che la combustione di rifiuti all'aperto, non permessa in Italia in aree urbane nè rurali ma ugualmente ampiamente praticata, crea per unità di rifiuti bruciati un rischio sanitario elevato, incomparabile a quello derivante dal trattamento termico in inceneritori che adottino le migliori tecnologie disponibili per l'abbattimento delle emissioni". Gli inventari delle fonti inquinanti compilati dall'Unep l'agenzia ambientale dell'Onu ai sensi della Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti "individuano nella combustione all'aria aperta di rifiuti o biomassa la piu' grande sorgente di emissioni di diossine (Pcdd/F) per le nazioni povere o in via di industrializzazione: fino all'80% del totale delle emissioni di diossine". L'evoluzione del trattamento termico con recupero energetico dai rifiuti intanto "è stata tale che l'Ue classifica gli impianti che operano ad elevata efficienza energetica come impianti di recupero energetico e non più come impianti di smaltimento". L'efficacia delle precedenti battaglie ambientaliste e dell'evoluzione normativa condotte nei quattro decenni che ci precedono, "fa sì che continuare a parlare di trattamento deirifiuti come se l'Europa e l'Italia fossero rimaste agli anni 60 appare basato su dati ormai, per fortuna di tutti noi, superati conclude la nota e sulla volonta' di guardare indietro invece che avanti".
(DIRE)
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