25/09/13

I vertici Basell e Yara pagano ed escono dal processo


Alla sbarra per emissioni pericolose, l’oblazione estingue il reato

Si è chiuso con un’oblazione per tutti e sei gli imputati il processo per le emissioni delle torce di Yara e Basell, che vedeva i vertici delle due aziende del petrolchimico accusati di reati ambientali. Con la produzione formale delle ricevute al giudice Marini è terminato ieri mattina il procedimento aperto per  emissioni non autorizzate in atmosfera ed emissioni pericolose.

Il pagamento di poche decine di migliaia di euro ha estinto così il reato a carico di Edward Cavazuti (statunitense, presidente del cda di Yara dall’agosto 2007 al 2008), Diony Willems (belga che subentrò a Cavazuti dal 2009 ad oggi), Hans Gossens (legale rappresentante dello stabilimento ferrarese di Yara dal marzo 2007 al 10 ottobre 2010) e Frand De Vogelaere (che sostituì Goossens nelle sue funzioni all’interno del petrolchimico), membri del cda e responsabili legali di Yara.
Il pagamento della somma, stabilita dal tribunale, è concessa per reati punibili fino a quattro anni. Una decisione, quella dei vertici Yara, che segue quella degli avvocati dei vertici Basell Massimo Covezzi (presidente del cda di Basell Poliolefine Italia srl) e Gianluca Gori (responsabile a Ferrara delle unità produttive della multinazionale americana), che hanno avanzato la stessa istanza a metà gennaio, e per i quali il tribunale di Ferrara ha già fissato l’ammontare della sanzione a circa 41 mila euro.

Covezzi e Gori erano chiamati a rispondere di emissioni non autorizzate in atmosfera, che sarebbero avvenute dal 2007 fino al 15 ottobre 2010 e, in secondo luogo, per aver utilizzato le torce pur in assenza di situazioni di emergenza. Questo dal 16 ottobre 2010 fino al 19 luglio 2011. I due vertici Basell erano inoltre imputati di aver provocato emissioni pericolose (“fumo nero diffuso, boati e forte luminosità notturna”), che causarono molestie agli abitanti della zona. Si parlava di episodi avvenuti dal 2007 al 19 luglio 2011. Di emissioni non autorizzate in atmosfera e di emissioni pericolose (dal 2007 fino al 12 maggio 2011) dovevano rispondere anche i quattro uomini di Yara.

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