Il deputato pd favorevole ad abrogare gli articoli che nel 1958 abolirono le case chiuse
Abrogare i tre articoli della legge Merlin e affrontare il problema come nei paesi civili». Il deputato del Pd Alessandro Bratti con un tweet si schiera a favore dell’abrogazione parziale della legge n. 75 approvata il 20 febbraio 1958 di cui fu prima firmataria la senatrice socialista Lina Merlin. La legge dispose la fine della cosiddette “case chiuse” o “case di tollerenza” dove si esercitava legalmente la prostituzione. Su iniziativa di Giovanni Azzolini, sindaco leghista di Mogliano Veneto (Treviso), è partita quest’estate la raccolta di firme per promuovere il referendum che chiede di cancellare gli articoli che impediscono l’apertura di case di tolleranza, senza toccare le norme che puniscono il reato di sfruttamento della prostituzione. In giro per la penisola altri sindaci hanno raccolto e rilanciato l’iniziativa referendaria che per arrivare in porto dovrà raggiungere le 500 mila firme entro la fine di settembre. «Io dice Bratti credo che questo tema della prostituzione vada discusso e affrontato.
Non è sicuramente il primo dei problemi che ha l’Italia, ma è sbagliato ignorarlo e far finta di niente. Non ne faccio una questione etica, ma innanzitutto umana pensando alle tante ragazze, soprattutto straniere, che sono costrette a vendersi sulle nostre strade. E poi c’è un problema enorme legato alla delinquenza, alla criminalità che sfrutta queste donne. Siamo in presenza di un fenomeno che è cambiato rispetto ad alcuni anni fa, una volta la prostituzione era un fatto eminentemente locale, le poche prostitute, specie nelle piccole città, erano conosciute da tutti, ora c’è un mercato incontrollato e internazionale della prostituzione. La legge Merlin, così come concepita nel 1958, non è più in grado di dare risposte nè alla sicurezza di chi si prostituisce, nè allla sicurezza dei cittadini in generale. In un paese civile si cerca di dare delle risposte a questi problemi, è per questo che sarebbe opportuno aprire una serena discussione».
(LA NUOVA FERRARA)
Nessun commento:
Posta un commento