06/08/13

Il Pd alle prese con il condannato Silvio.Il renziano Marattin: basta, subito al voto. I due parlamentari frenano. Il segretario invece accelera sulla crisi

La condanna definitiva di Berlusconi (quattro anni per frode fiscale) e le richieste venute dal Pdl (grazia, agibilità politica per Berlusconi) avrebbero dovuto scuotere soprattutto il centrodestra, ma l ’Italia è un paese politicamente strano per cui i rovesci giudiziari di Berlusconi finiscono col ricadere di più sul Pd. La domanda che campeggia al centro della pagina è stata girata ad alcuni dirigenti e amministratori di primo piano del Pd ferrarese. Queste le loro risposte Paolo Calvano, segretario provinciale: «La fase è difficile e delicata, auspico al più presto che la direzione nazionale si riunisca per decidere la linea da tenere. Questo governo è nato per fare la riforma istituzionale, la riforma elettorale e prendere misure per l’economia. Se il Pdl vuole cambiare il programma e inserire altre priorità, come la grazia o l’agibilità politica per Berlusconi, allora questo governo non ha più senso. Se il Pdl prendesse questa china il Pd non si renderà complice dell’ennesima legge ad personam. Dico di più: va data piena esecutività alla legge Severino in base alle quale i condannati in via definitiva non possono stare in Parlamento. Il premier Letta fa di tutto per dare un senso a questo governo, per la sensazione è che per altri, per il Pdl, altre e diverse siano le priorità. Luigi Marattin, esponente dei renziani: «Basta, non se ne può più di Berlusconi e ha stancato anche Bersani, che dopo aver fallito miseramente alle elezioni conseguendo il peggior risultato degli ultimi 20 anni, ancora elargisce consigli. Basta, dopo vent’anni il popolo italiano è esausto, esaurito. Andiamo a votare a ottobre con Matteo Renzi candidato premier del Pd e voltiamo pagina per sempre. Voltiamo pagina rispetto ad un ricco imprenditore che per 20 anni ha parlato di "rivoluzione liberale" essendo e governando all'antitesi del liberalismo. Voltiamo pagina rispetto a 20 anni di riforme annunciate e mai fatte, di stagnazione e poi crisi economica, di lobby corporative e immobiliste, di degrado civile e culturale.
Voltiamo pagina anche per me, che da vent' anni mi interesso di politica e non ne posso più di questa vecchia politica. Dopo vent’anni da incubo è arrivata anche la condanna di Berlusconi, noi ne discutiamo e il mondo intero ci ride dietro. Andiamo a votare, possibilmente con una nuova legge, ma a questo punto anche con quella che c’è». Marcella Zappaterra, presidente della Provincia: «Il governo deve andare avanti perch é al momento non c’è alternativa. Ma visto che è un governo anomalo non deve darsi una prospettiva lunga, ma fare un paio di cose: provvedimenti urgenti pe l’economia e riforma elettora le. Poi stop e si va a votare».e poi votare. Alessandro Bratti, deputato: Â «Chi l’ha detto che Berlusocni condizionerà ogni decisione. Che questa fosse un’ alleanza difficile, scomoda e complicata lo si sapeva fin dall’inizio, così come si sapeva che qualche procedimento penale poteva benissimo andare a segno. In un governo come questo i condizionamenti del Pdl ci sono e ci saranno, il punto è se esistono le condizioni per governare, se non ci sono più il governo è finito. Questo è un governo di emergenza con i nostri avversari ed è evidente che non si governa a tutti i costi. Ma senza una legge elettorale diversa e senza aver preso alcune contromisure in campo economico mi sembrerebbe assurdo tornare a votare. Non dimentichiamo che questo governo nasce da un patto con Napolitano, chi lo rompe se ne assume la piena responsabilità. Ribadisco che il Pd non starà al governo a tutti i costi, ma dico anche che, pur nelle condizioni date, si stanno facendo anche cose positive». Maria Teresa Bertuzzi, senatrice: «Dobbiamo vedere come si chiude questa settimana e verificare l’atteggiamento del Pdl, perché come al solito danno risposte molto ambigue: dicono di sostenere il governo e poi lanciano segnali minatori. Come ha detto Letta stiamo a vedere. Ci sono provvedimenti urgentissimi da prendere e io vorrei tano pensare al Paese e non a Berlusconi». Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara: «Il Pd non deve accettare alcun tentativo di condizionamento del Pdl sulla giustizia e sul programma di questo governo, che è stato formato per dare delle risposte urgenti alle imprese e alle famiglie e per fare la riforma elettorale. Fatte queste cose tutti e casa e si va votare. Se invece il Pdl dovesse insistere con richieste di grazia e interventi per manomettere l’impianto della giustzia italiana allora si chiude subito l’esperienza di questo governo anomalo». Roberto Montanari, consigliere regionale: «Ma perché dobbiamo togliere noi le castagne dal fuoco al Pdl? E’ il Pdl che deve prendere le distanze da Berlusconi. Poniamo la questione nei termini corretti: se il governo fa le riforme e lavora per la crescita bene, se il governo s’inceppa perché il Pdl gli mette i bastoni fra le ruote o avanza richieste che il Pd non può accogliere  Montanari ricorda che Epifani è stato categorico nel dire che il Pd non farà sconti giudiziari a Berlusconi allora le cose cambiano perchè non si governa a tutti i costi. Prima di andare a votare sarebbe in ogni caso molto opportuno cambiare la legge elettorale: questa è una priorità del governo e noi su questo dobbiamo essere incalzanti». Da contatti avuti con Roma, Montanari informa che la tanto attesa direzione nazionale sarà convocata nel tardo pomeriggio di giovedì 8.

Marcello Pradarelli

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