05/08/13

Cambiamenti climatici, per mitigarli si parte dai boschi dietro casa

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I boschi urbani e la vegetazione in generale rappresentano un contrasto al riscaldamento delle città, e ciò è intuibile anche dai non addetti ai lavori. Tuttavia affinché questi ecosistemi possano rappresentare uno strumento di adattamento ai cambiamenti climatici, sono necessari numeri comprovati che ne testimonino l’efficacia.
A tal fine nel territorio di Milano è in corso uno studio di un gruppo di ricercatori universitari nell’ambito del progetto EMoNFUr Life+ 10 Env/It/399, nato dalla volontà di Ersaf (Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste), del Parco Nord Milano, di Regione Lombardia, dell’Istituto forestale sloveno e del ministero Sloveno per l’Agricoltura e le Foreste. Il progetto che si inserisce negli obiettivi dell’Unione europea sulla politica ambientale, si propone di studiare, monitorare e salvaguardare le foreste urbane, polmoni verdi sempre più determinanti nel migliorare la qualità della vita e il clima delle nostre città.

L’aumento delle temperature nelle aree urbane, oltre ad avere conseguenze negative per la salute dei cittadini, destabilizza anche gli ecosistemi naturali modificando i cicli vitali delle piante e dei loro parassiti che vedono aumentare il loro tasso di sopravvivenza, di riproduzione e di invasione di aree incontaminate.
«Dalle rilevazioni risulta anzitutto che Milano (1981-2010) si caratterizza per un clima di transizione Mediterraneo Oceanico,  con  assenza di una stagione secca ben definita, massimo termico nel mese di luglio, minimo termico in gennaio e regime pluviometrico equinoziale a due massimi, con  massimo assoluto autunnale e massimo secondario primaverile ha spiegato Giovanni Sanesi, coordinatore del comitato scientifico di EMoNFUr, docente del Dipartimento di Scienze Agro-Ambientali e Territoriali dell’Università degli Studi di Bari. L’area metropolitana Milanese e la pianura Lombarda, l’area di studio del progetto EMoNFUr  è stata soggetta negli ultimi 50 anni a due ordini di cambiamenti climatici: quello definito “abrupto”, che ha precise cause circolatorie atmosferiche, nel 1987 ha visto la temperatura media Europea aumentare in modo brusco di 1°C.

Tale fenomeno per la pianura lombarda si è tradotto in un aumento di 1,5 °C delle temperature medie annue, con una stabilità relativa delle precipitazioni ed un aumento della siccità estiva con effetti significativi su crescita e salute della vegetazione forestale. Il cambiamento climatico “graduale”, invece, ha visto, dal 1851 al 1980, la temperatura del centro di Milano aumentare di 1.6°C e gli incrementi più rilevanti (+2.4°C) hanno riguardato le minime. Tale cambiamento climatico ha continuato Sanesi è dovuto al progressivo irrobustimento ed espansione sul territorio dell’isola di calore urbano, un processo di indubbia origine antropica che ha le sue cause nei massicci cambiamenti di uso del suolo e nel cambiamento di forma dell’area urbana, per esempio l’aumento in altezza degli edifici con progressiva riduzione della visione del cielo».

Nell’ambito del progetto EMoNFUr inoltre si vuole anche analizzare la relazione esistente tra le foreste urbane e la biodiversità osservata attraverso diversi gruppi di specie (farfalla, uccelli, piante). L’estensione, la tipologia e la struttura stessa (densità degli alberi, dimensione dei tronchi, ecc. ecc.)- hanno spiegato i ricercatori gioca un ruolo importante nel determinare la presenza di nicchie ecologiche per diverse specie, alcune delle quali possono essere importanti anche da un punto di vista conservazionistico anche in ambito di cambiamento climatico.

Inoltre, la realizzazione di una rete di monitoraggio meteorologico in alcune aree verdi della Lombardia, finanziata dal progetto, e la disponibilità dei dati pubblicati sul sito www.emonfur.eu, potrà favorire una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini dell’impatto del clima in aree urbane ed incentivare comportamenti intelligenti nella scelta delle aree verdi da visitare e del momento in cui farlo.

«EMoNFUr si propone, infatti, di accrescere nelle comunità locali la consapevolezza sul ruolo che le foreste urbane rivestono per l’equilibrio ambientale, climatico e nella produzione di beni e servizi per la collettività. Il tutto nell’ottica di contribuire allo sviluppo di una sempre più ampia cultura ambientale volta allo sviluppo sostenibile, alla conoscenza, alla cura e alla salvaguardia del territorio» hanno concluso i ricercatori. Con il termine dello studio previsto per settembre 2014, i ricercatori avranno a disposizione tutti i dati per definire la capacità effettiva di riduzione della temperatura delle città da parte dei boschi urbani. I dati raccolti sul clima, sulla biodiversità e sulle caratteristiche e conservazione del suolo, permetteranno di mettere in atto strategie e metodologie di indagine e monitoraggio applicabili alle foreste urbane e periurbane nel resto d’Italia e d’Europa utili per la loro salvaguardia.

I lavori di EMoNFUr forniranno inoltre agli enti forestali, ai gestori e progettisti importanti strumenti di conoscenza, controllo delle condizioni di sviluppo e salute boschi urbani, nonché indicazioni per la loro progettazione e gestione.

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