Lo stabilimento della Solvay, tra i comuni di Rosignano Marittimo e
Vada, è stato definito “una bomba ecologica” sulla costa toscana dal
parlamentare ex M5S e ora del Gruppo misto Adriano Zaccagnini,
all’indomani della pubblicazione dei dati sull’inquinamento della
riviera toscana. I dati, confermati da un’indagine indipendente
dell’Agenzia ambientale dell’ONU, sono a dir poco agghiaccianti e di
certo la cosiddetta seconda Ilva necessita di una maggior attenzione da
parte del Governo.
La Solvay, fondata nel 1941 e ora gestita da
una multinazionale belga, si occupa dell’estrazione del salgemma e della
produzione di sale, cloro e derivati. Negli ultimi 20 anni oltre
all’energia elettrica ha prodotto carbonato di sodio, bicarbonato, soda
caustica, clorometani e acqua ossigenata. Nell’arco di oltre 60 anni
l’azienda ha causato il degrado del mare e della costa oltre ad
un’elevata tossicità delle acque dovuta all’inquinamento prodotto dai
residui di lavorazione. Nella riviera toscana sembrano non accorgersi
del pericolo e a pochi km dallo stabilimento sono sorti stabilimenti
balneari e lidi anche della Asl in cui si organizzano colonie estive per
disabili. Di fatto i divieti di balneazione non ci sono, e forse non
tutti sono a conoscenza della pericolosità dell’area limitrofa alla
seconda llva.
Nel rapporto dell’Agenzia ambientale dell’ONU si legge che la costa toscana nei pressi dell’azienda belga è tra i 15 siti più inquinati d’Italia e che nella sabbia bianca che caratterizza la riviera, la Solvay ha sversato più di 337 tonnellate di mercurio, arsenico, cadmio, piombo, nichel, zinco e dicloroetano. Da un’indagine di Legambiente si evince che nel comune di Rosigano marittimo le tonnellate di mercurio riversate in spiaggia sono state 500. Grazie alle ricerche l’impresa è finita sotto inquiesta e la direttrice e 4 ingegneri sono sotto indagine per scarichi abusivi nel mare toscano e per dati non forniti all’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana circa i fanghi rilasciati nell’ambiente. La Procura ha stabilito che entro il 2015 la Solvay deve risanare la costa e porre fine alle violazioni, altrimenti scatteranno i sequestri.
[Fonte: La Repubblica] Valentina Ierrobino
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