La fatica del vivere in città come Roma deriva in gran parte dalla notevole congestione del traffico urbano che ruba tempo alla vita delle persone, produce un grave inquinamento atmosferico ed acustico, sottrae spazio libero alla città riempita da migliaia di autovetture in sosta, determina costi economici notevoli alle famiglie. È quanto emerge dall’indagine "Un'agenda urbana per Roma" realizzata dal Censis e Rur (Rete urbana delle Rappresentanze) tra il mese di dicembre 2012 e gennaio 2013 su un campione rappresentativo di romani.
A Roma, un terzo di studenti e lavoratori si sposta abitualmente facendo uso di una combinazione di mezzi. A dimostrazione di come lo squilibrio modale penalizzi il sistema della mobilità romano, l’automobile oltre ad essere naturalmente grande protagonista degli spostamenti di coloro che utilizzano un solo mezzo (nel 64% dei casi), ha un peso molto importante anche in chi ricorre ad un mix di modalità di spostamento (46,9%). Ad aggravare la situazione, oltre a tale ruolo centrale del mezzo privato, vi è l’organizzazione oraria degli spostamenti che registra, soprattutto nelle ore di avvio della giornata, una sincronizzazione molto forte degli spostamenti abituali di lavoratori e studenti. Se a ciò si somma l’incoerente distribuzione della residenza rispetto sia alla rete infrastrutturale che alla localizzazione dei centri attrattori, si ha l’effetto di congestionamento delle arterie di accesso dall’hinterland alla città e dalla periferia al centro che, quasi quotidianamente, penalizza i cittadini romani allungandone incredibilmente i tempi di spostamento.
Gravi carenze in termini di dotazioni riguardano non soltanto le reti ferroviarie, tranviarie e metropolitane, ma anche quelle infrastrutture di secondo livello, complementari ad esse e necessarie ad un passaggio ad un modello di mobilità più equilibrato basato su una intelligente intermodalità. In particolare, dall’indagine emerge che a Roma l’uso dei parcheggi di interscambio, che dovrebbero permettere di utilizzare in modo combinato il mezzo privato con quello pubblico, è ancora abbastanza limitato, pari solo ad un 16% dei romani, mentre una quota più che doppia di intervistati fa uso dei più classici parcheggi in struttura (37%). In entrambi i casi il dato di Roma è comunque superiore a quello medio nazionale (10% e 24%).
È invece ancora modesto l’uso da parte dei romani delle piste ciclabili. Complessivamente afferma di utilizzarle, anche solo saltuariamente, appena il 16% del campione. Ma un ulteriore 12% si dichiara interessato all’utilizzo, se nella propria zona vi fosse l’infrastruttura. Un dato che sale tra i giovani, tra i
quali dichiara di avere utilizzato le piste ciclabili della città circa un quarto degli intervistati (24%).
Giorgia Fanari
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