A Legambiente non piace la Tares e ha dato il via alla raccolta firme
per la petizione popolare "Chi inquina paga, chi produce meno rifiuti
deve risparmiare" promossa nell'ambito della campagna Italia rifiuti
free. Secondo gli ambientalisti, «Chi produce meno rifiuti dovrebbe
essere premiato, mentre la Tares, la nuova tassa sui rifiuti rischia, al
contrario, di aggravare ulteriormente il peso fiscale sugli italiani in
maniera ingiusta».I primi firmatari della petizione che può essere
sottoscritta anche u online sul sito di Legambiente) sono Vittorio
Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, Mario Tozzi,
divulgatore scientifico, Luca Mercalli, presidente della Società
Meteorologica Italiana, Cristina Gabetti, curatrice della rubrica Occhio
allo Spreco della trasmissione Striscia la Notizia, Enzo Favoino,
Scuola agraria del Parco di Monza, Roberto Cavallo, presidente
dell'Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale, e
Walter Ganapini, ambientalista.Nella petizione, indirizzata al
presidente del consiglio dei ministri Enrico Letta e ai ministri
dell'ambiente Andrea Orlando e dell'economia e delle finanze Fabrizio
Saccomanni, si legge: «Chi produce meno rifiuti deve essere premiato. La
nuova tassazione a carico delle famiglie e delle aziende deve essere
equa e premiare i comportamenti virtuosi.La nuova tassa sui rifiuti, la
Tares, rischia invece di aggravare ulteriormente il peso fiscale sugli
italiani. È un’ingiustizia. Il Governo deve rivedere il nuovo tributo
sui rifiuti, che deve rispettare il principio europeo “chi inquina paga”
e deve essere calcolato solo sulla effettiva produzione di rifiuti
indifferenziati, permettendo alle utenze più virtuose di pagare meno.In
Italia la gestione dei rifiuti sta vivendo una fase di grande
evoluzione. Sono oltre 1300 i Comuni ricicloni che in tutto il Paese
superano l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata, si
stanno diffondendo le buone pratiche locali per la riduzione degli
imballaggi inutili, sono sempre più numerosi gli impianti di riciclaggio
che costituiscono l’ossatura portante della green economy dei rifiuti.
Ma ci sono ancora tanti problemi irrisolti.
Continuiamo a produrre troppi rifiuti e a smaltirne quasi la metà nelle inquinanti discariche. In più di settemila Comuni italiani la quantità di rifiuti prodotti è irrilevante nel determinare l’ammontare della tassa, mentre solo alcune centinaia di enti locali fa pagare in base alle quantità effettivamente prodotte grazie alla tariffazione puntuale.Tutto questo è assolutamente inaccettabile. Oggi è possibile affrontare in concreto la sfida della riduzione, come è riuscita a fare ad esempio la Germania, utilizzando una equa leva economica, introducendo un criterio di giustizia e sostenibilità ambientale e alleggerendo la pressione fiscale sui più virtuosi.Solo in questo modo si contribuirà davvero a liberare l’Italia dal problema rifiuti, facendo entrare il nostro Paese a pieno titolo in quella “società europea del riciclaggio” alla base nella nuova direttiva europea». L'articolo Rifiuti: a Legambiente non piace la Tares
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