A Rischio il mare di Basilicata, Calabria e Puglia
I
deputati del Partito democratico Ernesto Magorno, Rosy Bindi, Stefania
Covello, Giovanni Burtone, Simone Valiante e Luigi Famiglietti si
schierano dalla parte del Mar Jonio presentando una risoluzione in
commissione Ambiente della Camera nella quale chiedono al governo «Di
sospendere le autorizzazioni per l’esecuzione delle trivellazioni al
largo della costa jonica, dal meta pontino alla piana di Sibari,
istituendo un tavolo di confronto con le istituzioni locali e le forze
sociali sul piano di sviluppo delle aree interessate, ipotizzando anche
l’istituzione di una riserva marina».
La prossima settimana il
presidente della commissione ambiente della Camera, Ermete Realacci,
incontrerà una delegazione di sindaci e consiglieri regionali dei
territori interessati dalle richieste di trivellazioni.
Intanto i
parlamentari democratici ricordano che «Diverse compagnie petrolifere,
in particolare la Shell Italia, hanno chiesto e ottenuto le
autorizzazioni per avviare le procedure per le trivellazioni al largo
delle coste del Mar Jonio comprese tra il Golfo di Taranto e quello di
Sibari, nonostante la maggioranza dei comuni costieri interessati
abbiano formalmente deliberato la ferma opposizione delle popolazioni
locali all’ipotesi di estrazione petrolifera davanti le coste.
Considerato il rilevante impatto ambientale e la vocazione turistica del
territorio interessato, è del tutto evidente che le trivellazioni
diverrebbero pregiudizievoli per ogni possibilità di sviluppo del
litorale ionico delle tre regioni, con gravi danni sotto tutti i
profili, in particolare quello ambientale ed economico».
Anche Legambiente Calabria si è dichiarata contro le trivelle nel mar Jonio e annuncia un blitz di Goletta Verde e la partecipazione al “No Triv Tour” dal prossimo 27 luglio ad Amendolara, al quale parteciperanno cittadini, associazioni, movimenti e organizzazioni, sindaci e amministratori di Calabria, Basilicata e Puglia.
Francesca Travierso, presidente del Circolo Legambiente “Ibis” di Crotone, sottolinea che «Il netto no della Provincia di Crotone all’ipotesi di nuove trivelle fa ben sperare per il prosieguo della battaglia. Un secco rifiuto che è in piena sintonia con la volontà dei cittadini. Il nostro è infatti un territorio splendido ma fragile, e puntare ancora sul petrolio invece che sul turismo di qualità sarebbe l’ennesima scelta scellerata. Non dimentichiamo che dalla costa crotonese vengono già estratti 12 milioni di m3 standard di idrocarburi, con la presenza di ben 6 piattaforme e 28 pozzi all’interno di un’area marina protetta. Per questo motivo vogliamo ribadire la nostra contrarietà al progetto della Transunion Petroleum, e lo faremo in piazza il prossimo 13 luglio con la visita non casuale della Goletta Verde di Legambiente».
Secondo Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria, «L’ipotesi di nuove trivellazioni nello Ionio rappresentano l’ennesimo schiaffo al nostro territorio reso possibile dalle sciagurate norme del decreto Sviluppo. Ci batteremo al fianco dei cittadini e dei movimenti contro l’ipotesi di nuove trivelle nello Ionio, un’ipotesi che Legambiente ha già condannato duramente bocciando la Strategia energetica nazionale adottata dal precedente governo, che tra l’altro tende ad accentrare il processo decisionale escludendo gli attori locali e dunque ignorando le istanze del territorio. Abbiamo chiesto di essere ascoltati in Commissione ambiente regionale il prossimo 11 luglio proprio per ribadire l’importanza fondamentale degli enti locali nelle scelte in materia energetica».
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