L'Italia sara' nel 2020 uno dei paesi europei piu' ricchi, insieme a Francia, Germania, Spagna, Polonia e Romania di bioenergia. Lo afferma uno studio condotto dall'EEA (Agenzia Europea per l'Ambiente) sul miglior uso della bioenergia in termini di efficienza e di rispetto dell'ambiente. Scopo del documento e' di studiare quali sono i sistemi migliori e le materie prime ottimali per ottenere il maggior rendimento in termini energetici e, nello stesso tempo, ridurre al massimo le emissioni di C02. La biomassa destinata all'uso energetico ha contribuito nel 2010 circa al 7,5% del consumo e nel 2020 e' destinata a fornire il 10% di energia. Il mix di coltivazioni attualmente usate a fini energetici non è però favorevole all'ambiente e va, secondo l'EEA, arricchito soprattutto con le speci perenni. Lo studio ha tagliato drasticamente, del 40%, le previsione del potenziale bioenergetico fatte nel 2006. Ha inoltre stabilito che l'uso della biomassa è più efficiente se destinato al riscaldamento, a fornire elettricità e per i biocarburanti di seconda generazione. Biodiesel e bioetanolo se prodotti dalla colza o dal grano, vengono invece bocciati in termini di efficienza. Importante e' anche il tipo di coltivazione, quella ad alto rendimento con conversione efficiente produce fino a 20 volte di piu' di quella a basso rendimento. E' necessario poi evitare di tagliare vecchi alberi, grossi produttori di CO2, rimpiazzabili solo a lunghissimo termine, mentre è bene sfruttare rami secchi e prodotti di scarto della produzione della carta che non hanno impatto sulla riduzione di CO2, come del resto i rifiuti organici. Infine sull'uso diretto dei suoli l'EEA chiede che vi venga data maggior attenzione.
(ANSA).
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