01/07/13

Global Power Shift di Istanbul. Il mondo è unito nella lotta per il clima

Si è chiuso ieri, domenica 30 giugno ad Istanbul, alla Istanbul Technical University, il Global Power Shift (GPS), un evento globale che ha coinvolto oltre 500 donne e uomini tra i 20 e 40 anni, con lo scopo di creare un nuovo movimento internazionale per fermare il cambiamento climatico.

Global Power Shift, o GPS, evento organizzato dalla rete globale 350.org, nato dalla mente dell'ecologista americano Bill McKibben, ha come obbiettivo finale la diminuzione dell'uso dei combustibili fossili, responsabili in larga parte del cambiamento climatico e il raggiungimento di una bozza di accordo globale legalmente vincolante sul clima entro il 2014 (alla COP20 di Lima) con conseguente firma alla Conferenza sul Clima che si terrà a Parigi nel 2015.

«Firmare un accordo internazionale sul clima legalmente vincolante è un obbligo verso le generazioni future», racconta Veronica Caciagli, Presidente di Italian Climate Network e membro della delegazione italiana presente a GPS, composta da Federico Antognazza e dal giornalista ecologista Emanuele Bompan. «È importante creare un consenso tra i cittadini italiani sul cambiamento climatico, un fenomeno accertato a livello scientifico, per rafforzare la posizione dell'Europa nei negoziati e per fare pressione a livello globale su tutte le nazioni ONU affinché firmino un accordo. Il clima è la questione più rilevante del nostro tempo a cui si lega indelebilmente anche il nostro sviluppo e sicurezza economica del futuro».
Tante le storie portate ad Istanbul dai partecipanti. Dagli ambientalisti del Bangladesh come Devi, che racconta della minaccia alla sicurezza alimentare legata all'innalzamento del livello del mare. Oppure Mikaele Maiava, di Tokelau, Isole Samoa, che racconta del rischio concreto che la sua terra nativa scompaia. O la delegazione proveniente dal Pakistan, uno dei paesi più caldi al mondo, dove attendono che la temperatura raggiunga presto il tetto record di 60°. Un problema che non esclude nemmeno l'Europa, con i rischi connessi all'agricoltura, in particolare quella della vite e allo scioglimento dei ghiacciai alpini e i problemi di salute legati alle grandi centrali a carbone in tutto il continente.

Numerosi gli interventi di figure importanti. «Voi site la Generazione C  la generazione clima. Perché voi sarete la generazione che più di tutte vivrà gli effetti del cambiamento clima» ha dichiarato Christiana Figueres, segretario esecutivo della Convenzione Quadro ONU per i Cambiamenti Climatici davanti ai 500 presenti. «Io credo che questo movimento abbia un incredibile potenziale per indirizzare il mondo nella giusta direzione».
«GPS è un momento storico, che definisce un movimento globale di giovani, leader ambientalisti del futuro dove tutte le realtà nazionali e le culture sono egualmente rappresentate», ha dichiarato Federico Antognazza, Vicepresidente di Italian Climate Network, l'unica realtà associativa italiana presente ad Istanbul. «è tempo di creare un movimento GPS anche in Italia. La lotta per il clima deve riunire movimenti ed associazioni, di qualunque orientamento politico e religioso, di qualunque scala, dalle grandi ONG come Greenpeace ai movimenti locali contro le centrali a carbone».

Per 7 giorni oltre cinquecento 20-30enni hanno lavorato per riflettere su una campagna globale per il clima, che possa veramente cambiare marcia. I cinquecento hanno organizzato workshop, creato nuove reti, seguito corsi di comunicazione, policy e digital campaign, oggi sempre più uno strumento centrale per l'attivismo, come hanno dimostrato le proteste di Gezi Park e degli ambientalisti turchi. Agli attivisti di Gezi è giunta anche la solidarietà della delegazione di Italian Climate Network.

Primo appuntamento corale previsto il 9 Novembre nei giorni precedenti ai lavori della COP di Varsavia con una serie di manifestazioni in tutta Europa che si inseriranno nell'alveo del mese contro i carburanti fossili e i sussidi al settore.

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