29/07/13

Bratti e Bertuzzi sostengono la legge


Pd, Franceschini non commenta
Mentre Calvano insorge: incomprensibili le motivazioni del vescovo


Una legge non più rinviabile. La cui approvazione è stata indebitamente rallentata dal cronico ostruzionismo (su altri temi) del Movimento 5 Stelle. I parlamentari ferraresi Bratti e Bertuzzi sono pronti a dare il loro voto all’estensione della legge Mancino e l’introduzione del reato di omofobia. La senatrice Maria Teresa Bertuzzi ricorda che «in tutta Europa un omosessuale su quattro è vittima di violenza o minacce violente, e l’Italia risulta al penultimo posto, prima della sola Bulgaria, dal punto di vista legislativo sul piano dell’equiparazione dei diritti. Una legge contro l’omofobia e la transfobia è una questione di civiltà prima ancora che politica che non può attendere oltre». E se il testo formulato dalla Commissione giustizia esclude l’aggravante dell’omofobia per reati già puntiti dal codice penale, «come Pd presenteremo emendamenti per renderlo più vicino possibile al testo originario». Posizione del tutto condivisa dal deputato Sandro Bratti: «In uno stato moderno e laico questa legge è il minimo che si possa fare». Il parlamentare non si dice affatto stupito dell’intervento del vescovo: «Si era già presentato con la sua uscita sui giovani e la movida, non mi meraviglio che ora dica queste cose. Non si rende conto che il mondo sta cambiando, diciamo che io ho in testa un’idea di società molto diversa dalla sua». Profilo bassissimo invece per Dario Franceschini: il ministro per i rapporti con il Parlamento si sfila dal dibattito con un «non voglio entrare nella questione». Ma nei giorni scorsi aveva difeso la legge. Ci entra invece il segretario provinciale del Pd Paolo Calvano: «La legge è tanto giusta quanto urgente, dato il crescente livello di intolleranza e di violenza, non solo verbale, raggiunto nel Paese. Per quanto io mi sforzi, proprio non comprendo le motivazioni del vescovo: una legge che condanni le offese, la mancanza di rispetto, la violenza contro i gay, come contro qualunque essere umano (perché sono questi comportamenti, e non la libertà di opinione, a essere sanzionati) non sembra in alcun modo poter offendere la sensibilità di alcuno. È una legge di civiltà e non limitativa della libertà».

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